Voci Di Dentro. «Questa umanità in gabbia reclama umanità»

Letizia Battaglia ha raccontato emarginazione, povertà, rifiuto, donne, mafia, verità, denuncia. È stata femminista, libera, voce dei margini, fondatrice di Mezzocielo, con la schiena dritta e con uno sguardo sferzante verso la società e profondamente umano e rispettoso nelle periferie di Palermo e non solo. Diede volto e voce anche all’umanità negata e calpestata nelle carceri.

Voci Di Dentro. «Questa umanità in gabbia reclama umanità»
Detenuti, carcere dell’Ucciardone Palermo 1983 (ph Letizia Battaglia)

La fotografa che raccontò la mafia, combatté la mafia con la macchina fotografica. Molti articoli in ricordo di Letizia Battaglia hanno avuto titoli simili. In prima linea a Cinisi negli anni della commemorazione di Peppino Impastato, autrice dello scoop dell’incontro tra Andreotti e Nino Salvo, fotografa dell’arresto di Leoluca Bagarella e dell’attentato a Piersanti Mattarella, fotografa in trincea durante la guerra di mafia.

Da uno sterminato elenco, di cui questi sono solo alcuni dei momenti più conosciuti, un lettore attento si accorgerà che mancano due avvenimenti: le stragi di Capaci e Via D’Amelio. Non è una dimenticanza di chi scrive e non è casuale, il motivo lo ha raccontato la stessa Letizia Battaglia negli anni che, in quell’anno, decise di imprimersi una svolta.

«A ogni delitto correvo sul posto e scattavo, ma non avrei volutodichiarò in un’intervista nel 2019 -. Mi veniva da vomitare, continuavo a sentire quell'odore, il sangue, dappertutto, perfino dentro casa. Mi costava molto dolore».

Non amava particolarmente essere definita «la fotografa della mafia», lo ribadì in diverse interviste. Perché Letizia Battaglia era, anche, molto altro.

Le sue fotografie erano uno sguardo umano, differente, coraggioso, rispettoso degli ultimi (anzi, soprattutto, delle ultime). Amava la bellezza, quella bellezza che solo una persona con l’animo indomito e profondo come il suo poteva scrutare. Ha dato voce alle bambine delle periferie di Palermo, ai margini della sua Palermo, la sua prima grande foto per L’Ora fu quella di una prostituta a cui il suo bianco e nero diede voce ed umanità. Quell’umanità che troppo spesso viene negata nella morbosità oscena che infesta un mondo dell’informazione che non informa ma forma, seguendo ben precisi dettami conformisti, omologanti, disumanizzanti, baciapile e riverenti verso l’alto.

«Una prostituta di Palermo. Una donna bellissima» raccontò in una delle sue ultime interviste ricordando che era stata «sfregiata» dall’essere rimasta coinvolta nell’assassinio «di un’altra prostituta».

Letizia Battaglia è stata femminista, ribelle e femminista, sin da giovane con la fine del suo matrimonio dell’epoca. E lo è rimasta fino all’ultimo quando esortava le ragazze ad essere libere, ad esprimere la loro bellezza vera che non è quella dei canoni patriarcali.

Fino alla fine, raccontando i suoi esordi e come la fotografia ha segnato la militanza di una vita e lo sguardo con cui ha documentato per decenni, è stata sprone, gratuitamente si era messa a disposizione del Centro di sperimentazione della sua Palermo. La sua stessa esistenza, i decenni che ha attraversato con la sua arte fotografica dovrebbero farci riflettere sull’oggi e se possono esistere opportunità come quelle che lei ha colto straordinariamente.

La risposta, la triste e mesta risposta, la conosciamo e questo dovrebbe essere un ulteriore spunto di riflessione. Ed indignazione.

È stata tra le fondatrici con Simona Mafai ed altre della rivista Mezzocielo, uno sguardo femminile, libero e plurale, indipendente e coraggioso, dalla sua Palermo.

«Letizia Battaglia, una donna irriducibile nella sua libertà, irriducibilmente soggetta alle sue passioni, quelle civili e quelle private, ci lascia oggi, ma non si spegneil ricordo sul sito della rivista - La passione è stata la sua carica vitale e l’ha fatta espandere nel mondo, ne voleva vivere ogni attimo senza cedere all’inesorabilità degli anni che passano. No, non si è mai spenta e mai ha smesso di alimentare il suo talento per indimenticabili scatti fotografici e anche per la comunicazione di un’immagine diversa da vecchi stereotipi della donna siciliana».

«Ricordi indelebili di pomeriggi a casa tua, Letizia, per il nostro Mezzocielo – scrive Stefania Savoia in una riflessione pubblicata anche sulla pagina facebook di Mezzocielo - Vorrei avere preso nota di tutto ma mi farò bastare il ricordo dei tuoi racconti e la tua voce roca, tonante e forte. Senza mezze misure hai raccolto la libertà negli scatti che hai donato al mondo, consegnando Palermo a chi non la conosceva. Senza filtri, senza inutili pietà. Sei stata vera, perché è così che sapevi creare bellezza. Mancherai al mondo a cui hai dato voce, mancherai al mondo intero».

Tra i mondi a cui Letizia Battaglia ha dato voce e volto, raccogliendone e ascoltandone l’umanità (troppo spesso negata e calpestata) c’è stato il carcere, tra i non luoghi per eccellenza dell’attuale asocietà in cui si tende sempre più ad abbandonare, a scartare, a dividere tra forti e deboli, vincitori e vinti scavando solchi drammatici, che non è comunità e in cui il disagio sociale diventa solo movente di esclusione e di abbandono alle violenze, alle barbarie e ai muri. 

Lo ha ricordato Voci Di Dentro in un video pubblicato su facebook 

«Come in tanti tuoi scatti che parlavano di emarginazione, povertà, rifiuto, donne, mafia, di verità - o denuncia - hai voluto rappresentare anche i detenuti. E in una finestra hai detto tutto: “questa umanità in gabbia reclama umanità”. In quella V delle mani che sbucano dalle sbarre, chi sa ha letto anche il messaggio: andare al di là del carcere. È una Battaglia di civiltà. Ciao Letizia Battaglia.

«Una fotografia quella di Letizia Battaglia per interrogarsi. Ma io ho trovato anche tante risposte. Sulla fotografia e su come guardare la realtà. Con i grandi si è sempre in debito. Grazie Letizia».

Questa è la riflessione condivisa sempre su Facebook da Antonella La Morgia, attivista abruzzese in prima linea in tante battaglie civili, ambientali, sociali e collaboratrice di Voci Di Dentro. Interrogarsi, guardare la realtà, illuminare lì dove l’asocietà imporrebbe il buio. È stata una delle direttrici della grande Letizia Battaglia, dovrebbe essere la stella polare del giornalismo giornalismo e dell’attivismo attivo.  

WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata