19 LUGLIO

È stato un grande magistrato Paolo Borsellino.

È stato un grande uomo e un servitore dello Stato che ha giurato sulla Costituzione e da quel giorno non l’ha mai tradita.

No, lui non ha mai tradito neanche quel pezzo deviato dello  Stato che ha deciso la sua morte, per fermarlo, per porre fine al suo lavoro e a quella rivoluzione culturale che stava pian piano attuando.

Un siciliano che ha amato talmente tanto la sua terra da decidere di non abbandonarla, pur se cosciente di una condanna a morte già scritta e firmata per mano della mafia e di uno Stato infame e traditore.

E’ andato avanti Paolo Borsellino, cercando di fottere il tempo, lavorando giorno e notte, immerso nel fumo delle sue sigarette, le ultime amiche rimaste dopo l’omicidio di quel “fratello” acquisito, Giovanni Falcone spirato tra le sue braccia appena 57 giorni prima.

Paolo Borsellino sapeva che sarebbe stato ammazzato anche lui, ne aveva piena coscienza eppure non si è fermato, non è scappato, ha guardato in faccia i suoi assassini.

Ogni anno, il 19 luglio, il dolore e la rabbia per la strage di via D’Amelio tornano ad essere attuali e mai sanabili.

Parole, commemorazioni, pensieri di chi lo porta nel cuore riempiranno questi giorni terribili.

Per la strage in cui morirono Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina stiamo ancora aspettando di conoscere la verità.

Resta la straordinaria  lezione che ci ha lasciato: sapere che si può sempre scegliere da che parte stare e che ognuno deve fare il proprio dovere a costo di pagarne le conseguenze. Ci ha insegnato la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso. quel profumo che respiriamo ancora oggi ogni volta che parliamo di lui.

Video di Daniele Ventura, testo di Alessandra Ruffini.

 

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