4 gennaio 1944: circa 300 prigionieri di Regina Coeli deportati in Germania

A seguito della forte offensiva dei nuclei partigiani romani contro i nazifascisti della città nel mese di dicembre ‘43, il nuovo Comandante della ‘Città Aperta’, il Generale Von Maeltzer, ordina alle autorità italiane un gesto di fermezza e un segnale significativo contro la Resistenza. I vertici della Questura di Roma, spinti dal Ministero degli Interni, decidono di consegnare un numero di ‘elementi indesiderabili’ presenti nel Carcere di Regina Coeli in numero di 300 e gestire totalmente tutta la deportazione. 

4 gennaio 1944: circa 300 prigionieri di Regina Coeli deportati in Germania

Dal 18 dicembre iniziano forti rastrellamenti per le strade e per le case, con arresti di uomini conosciuti dall’Ufficio Politico e dalla Squadra Mobile della Questura

Il 4 gennaio ’44, dal Carcere Giudiziario di Regina Coeli viene composto un trasporto di detenuti che dalla Stazione Tiburtina parte per il Nord, composto da avversari politici del regime senza alcuna colpa. Si tratta del primo trasporto in cui una Questura italiana si fa carico di tutto, dal rastrellamento alla logistica del treno, da Roma sino al cancello di Mauthausen.

Complessivamente, dal carcere di Regina Coeli, nella giornata del 4 gennaio ’44, sono trasferiti alla stazione Tiburtina 326 uomini: persone semplici, lavoratori, pochi intellettuali, tantissimi giovani, militari allo sbando dopo l’8 settembre o ragazzi renitenti ai bandi di leva della RSI, molti soldati del Sud che all’inaspettata dichiarazione dell’Armistizio cercano di raggiungere le loro case, rimanendo imprigionati e al tempo stesso protetti in una città, com’è Roma, che offre ospitalità e protezione.

Tra loro anche un fondatore del Partito Comunista Italiano, due nipoti del Generale Badoglio e dodici ragazzi di religione ebraica.

Alle 16.00 circa, i funzionari di Pubblica Sicurezza si rendono conto di aver perso in varie fughe circa 50 uomini, sostituiti da venti prigionieri dei tedeschi, fra cui molti minorenni. Alle 20.30 il treno merci parte con 292 persone. A Mauthausen, il 13 gennaio 1944, dopo un lunghissimo viaggio e una sosta di una settimana presso Dachau, arriveranno in 257 uomini, tutti immatricolati con Triangolo Rosso.

Di quei 257, alla liberazione, solo una sessantina sono vivi, e non tutti ritorneranno in patria. Molti di loro muoiono di fame e di stenti dopo 17 mesi di sofferenze.

 

Per approfondire:

E. Iafrate, a cura di E. Guida, Elementi indesiderabili. Storia e memorie di un "trasporto", Roma - Mauthausen 1944, Chillemi, Roma, 2015;

Sito web: http://www.deportati4gennaio1944.it/index.html

 

Si ringrazia Eugenio Iafrate per il testo e la consulenza.

 

fonte: ANED - Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti