27 gennaio 1945: l’Armata Rossa libera il campo di Auschwitz

Auschwitz non è il primo campo ad essere liberato dall’avanzata dell’Armata Rossa, tuttavia i precedenti (Majdanek, Belzec, Sobibor e Treblinka) erano già stati dismessi prima della loro liberazione e, soprattutto, erano principalmente campi di sterminio in cui quasi nessun deportato era rimasto in vita.

27 gennaio 1945: l’Armata Rossa libera il campo di Auschwitz

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche aprono i cancelli di Auschwitz e liberano i pochi prigionieri rimasti, dopo che le SS avevano abbandonato il campo costringendo tutti gli internati in buona salute a un’estenuante ‘marcia della morte’ che sarebbe costata la vita a moltissimi di loro.

Auschwitz non è il primo campo ad essere liberato dall’avanzata dell’Armata Rossa, tuttavia i precedenti (Majdanek, Belzec, Sobibor e Treblinka) erano già stati dismessi prima della loro liberazione e, soprattutto, erano principalmente campi di sterminio in cui quasi nessun deportato era rimasto in vita.

Auschwitz, invece, permette al mondo di rendersi conto delle condizioni effettive in cui versavano i deportati che vi venivano rinchiusi e della minuziosa organizzazione del piano di sterminio portato avanti dal regime nazista e dai suoi complici. Ad Auschwitz, inoltre, è rinvenuta una camera a gas integra, non distrutta dalle SS in fuga (WikiANED 25 novembre), prima testimonianza dei metodi di eliminazione fisica utilizzati nei lager tedeschi.

Per tutti questi motivi, Auschwitz-Birkenau è diventato un simbolo universalmente riconosciuto di cosa sia stato l’universo concentrazionario nazista, tanto che, con la risoluzione 60/7 del 1° novembre 2005, l’ONU ha designato il 27 gennaio quale ‘Giorno della Memoria’, istituendo una ricorrenza internazionale volta a ricordare e tramandare alle nuove generazioni la storia dell’universo concentrazionario nazista e del criminale progetto di eliminazione fisica di chiunque contrastasse i progetti del Reich.

L’Italia aveva riconosciuto una giornata commemorativa in quella stessa ricorrenza già alcuni anni prima, con la legge 20 luglio 2000 n. 211: dopo un intenso dibattito su quale fosse la data migliore fra il 16 ottobre (rastrellamento del ghetto di Roma), 5 maggio (liberazione di Mauthausen) e il 27 gennaio, la scelta cadde su quest’ultima proprio per il valore simbolico assunto dalla liberazione del campo di concentramento e sterminio polacco. La legge italiana prescrive di “ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

 

Per approfondire:

B. Maida, B. Mantelli (a cura di), Otto lezioni sulla deportazione. Dall’Italia ai lager, ANED, Milano, 2017.

fonte: ANED - Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti