26 febbraio 1900: nasce Angelo Butturini

Nel luglio 1944, a Verona viene costituito il II Comitato di Liberazione Nazionale cittadino e Angelo Butturini entra a farne parte in rappresentanza del PSI, ma l’esperienza del CLN dura solo pochi giorni, poiché il 14 luglio tutti i componenti sono arrestati e detenuti prima al carcere degli Scalzi e poi al Palazzo dell’INA, sede del comando tedesco.

26 febbraio 1900: nasce Angelo Butturini

Figlio di emigrati italiani in Brasile, Angelo Butturini nasce a Cascatinha il 26 febbraio 1900. Cresciuto e compiuti gli studi di ragioneria, Angelo rientra in Italia e si stabilisce a Verona, dove lavora come impiegato di banca. A fianco all’attività professionale, Butturini partecipa anche alle attività delle cellule clandestine del Partito Socialista, fatto questo che gli causa nel ’26 un arresto per propaganda antifascista. Nonostante la condanna, però, Angelo mantiene i contatti per tutta la durata del regime con gli ambienti dell’antifascismo militante ed è tra i primissimi a riprendere l’attività politica dopo la destituzione di Mussolini e l’Armistizio di Cassibile dell’8 settembre ’43, operando nella Resistenza veronese.

Nel luglio 1944, a Verona viene costituito il II Comitato di Liberazione Nazionale cittadino e Angelo Butturini entra a farne parte in rappresentanza del PSI, ma l’esperienza del CLN dura solo pochi giorni, poiché il 14 luglio tutti i componenti sono arrestati e detenuti prima al carcere degli Scalzi e poi al Palazzo dell’INA, sede del comando tedesco.

Successivamente, Butturini e tutto il II CLN veronese viene deportato a Bolzano e poi in Germania con il trasporto 81 (WikiANED 5 settembre). A Flossenbürg, Angelo Butturini diventa il numero di matricola 21673 ed è assegnato al lavoro coatto per la ditta Elsabe.

L’8 marzo 1945 è trasferito a Bergen Belsen, dove trova la morte.
Delle vie sono a lui dedicata Verona e a Pescantina (VR).



Per approfondire:

Sito web
‘Da Verona ai lager’: https://daveronaailager.com/, banca dati della deportazione veronese.

fonte: ANED - Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti