Che fine ha fatto la «terza vasca»?

Mentre si discute del futuro del consorzio rifiuti la cittadinanza non ha più notizie pubbliche della «vasca» oggetto anni fa anche di un’inchiesta. Le ultime sono arrivate a primavera 2021 pubblicate da associazioni ambientaliste.

Che fine ha fatto la «terza vasca»?

Il futuro del consorzio Civeta è oggetto di confronto e discussione a livello politico ed istituzionale da diversi mesi. Come abbiamo riportato nei giorni scorsi il consorzio è destinato ad essere trasformato in una società di capitali. Interamente pubblici ed in mano ai comuni soci dell’attuale consorzio. Cinque comuni – Casalbordino, Pollutri, Monteodorisio, San Salvo e Villalfonsina – hanno chiesto di prorogare la vita del consorzio  per una attenta e ponderata valutazione giuridica ed economico-finanziaria.

Come è accaduto con la firma del verbale di proroga nella tarda mattinata del 20 ottobre. In tale circostanza il commissario straordinario regionale De Vincentiis ha fissato al 2 dicembre il termine per la trasformazione in srl del consorzio.

 Questa vicenda sta quindi giungendo allo snodo decisivo. C’è un’altra delle vicende che hanno interessato gli impianti di Valle Cena di cui invece, almeno pubblicamente, non si hanno più notizie ormai da tempo. Nelle stanze dei palazzi istituzionali, nei volumi polverosi (o elettronici), chissà qualche novità ci sarà anche stata. Ma la cittadinanza tutta e l’opinione pubblica non ne ha avuto nessun riscontro. Eppure questa vicenda è stata interessata anche da un’inchiesta della magistratura, non quasi trent’anni ma pochissimo prima dell’esplosione della pandemia.

E, oltre la Procura di Vasto, atti pubblici di peso erano arrivati anche dal Servizio Gestione Rifiuti della Regione. La pandemia, o almeno si spera, ha perso la violenza con cui ha seminato lutti e dolori in tutto il mondo. Forse chissà non è lontano il periodo in cui verrà consegnata ai libri di Storia. Mentre tale vicenda non si sa se e quando si chiuderà. Ci si riferisce alla «terza vasca» e alla sua gestione, oggetto dell’inchiesta giudiziaria e della sospensione dei conferimenti da parte della Regione di cui abbiamo riferito varie volte.

La «terza vasca» fu sequestrata nel 2019 dalla magistratura vastese, nelle settimane successive ci furono anche alcuni incendi che la interessarono, e dissequestrata a febbraio dell’anno successivo. Questo scrivevamo il 9 giugno dell’anno scorso: https://www.wordnews.it/civeta-nulla-di-nuovo-sul-fronte-giudiziario

Il dissequestro della «vasca» fu disposto dal gip di Vasto Italo Radoccia a febbraio dell’anno scorso, nonostante il parere contrario della Procura, in quanto erano «venute meno le esigenze cautelari» per «l’avvenuta esecuzione di opere riparatorie», «non sussiste più il pericolo di inquinamento probatorio» e non ci sarebbero il pericolo di «aggravare o protrarre le conseguenze del reato ovvero agevolare la commissione di altri reati».  

Nei giorni successivi il Servizio Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo sospese i conferimenti nella vasca dissequestrata sussistendo, secondo i dirigenti del settore regionale, i «presupposti per l’applicazione della diffida e la contestuale sospensione della annunciata ripresa delle attività gestionali» della terza discarica del Civeta «in presenza del permanere delle violazioni alle prescrizioni dell’AIA di riferimento». Il provvedimento del GIP di Vasto sollevò immediate contestazioni da parte del Comitato Difesa Comprensorio Vastese e del Forum H2O (da cui sono partiti gli esposti di Augusto De Sanctis sulla gestione della discarica).

«Tanti aspetti aspettano ancora chiarezza e molti interrogativi potrebbero essere vicini a soluzione nei palazzi giudiziari ma, ad oggi, ufficialmente non li hanno ancora. Il Gip scrive che gli «accertamenti tecnici» e le «indagini tecniche svolte dai consulenti della Procura» sarebbero stati già ultimati. L’inchiesta della Procura è partita dal conferimento di rifiuti extra consortili e sulla qualità dei rifiuti depositati nella terza vasca disponendo nei mesi scorsi di incaricare un perito tecnico – abbiamo sottolineato nel nostro articolo sul dissequestro del 22 febbraio dell’anno scorso - Alla luce di quanto scrive il Gip questo perito avrebbe concluso il suo lavoro depositandolo in Procura, così come il Nucleo Operativo Ecologico avrebbe concluso le indagini di competenza».

«Quali rifiuti sono arrivati a Valle Cena? Cosa c’è sui terreni e negli stessi all’interno della terza vasca?» erano alcune delle domande riportate nell’articolo che, oltre 15 mesi non hanno ancora avuto risposta.

Sono passati quasi sedici mesi ulteriori e, ad oggi, nessuno degli interrogativi posti allora hanno trovato risposte e la cittadinanza non sa pubblicamente se quella vicenda giudiziaria (e tutto quello che è venuto dopo) ha trovato conclusione.

 

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