«Progetto senza fondamentali informazioni ambientali e pieno di omissis»

CASALBORDINO. Osservazioni alla procedura di verifica assoggettabilità a Valutazione Ambientale dell’impianto, che lavora anche per la Nato, dove l’anno scorso morirono in un’esplosione 3 operai, Stazione Ornitologica Abruzzese e Forum H2O: «qualificare il procedimento come V.I.A. in sanatoria e postuma» perché «come dimostrano le foto aeree scattate in vari anni, si sono succedute modifiche consistenti con aggiunte di edifici, senza che l'impianto fosse mai stato assoggettato alla procedura di V.I.A. come invece prevede la norma comunitaria in caso di modifiche».

«Progetto senza fondamentali informazioni ambientali e pieno di omissis»
fonte: pagina facebook Forum H2O

L’estate è finita ampiamente in archivio, ormai lontana da settimane. Il Ferragosto è, come calendario impone, ancora più lontano. È stato disposto il dissequestro, avvenuto ad inizio luglio dopo duecento giorni circa dall’esplosione che uccise 3 operai il 21 dicembre dell’anno scorso, il futuro dello stabilimento della Esplodenti Sabino di Casalbordino è ancora incerto, come lo definimmo nel nostro articolo dello scorso 4 giugno. Dopo il dissequestro la Procura di Vasto, con un atto definito dal titolare della società di «attenzione per la realtà produttiva e occupazionale», a luglio ha disposto quanto necessario per lavori di «risanamento ambientale».

Il 17 agosto scorso la Esplodenti Sabino ha depositato presso lo Sportello Regionale Ambiente Abruzzo il progetto per «Ottemperanza al Giudizio n° 3271 del 05.11.2020 e proposta migliorativa di modifiche dello stabilimento». Si è così avviato l’iter per la verifica di assoggettabilità a Valutazione Impatto Ambientale. Il Giudizio 3271 della commissione regionale VIA era arrivato un mese e mezzo prima dell’esplosione che ha ucciso i 3 operai 5 anni e 4 mesi dopo l’avvio dell’iter. Oggetto dell’intervento era la «realizzazione di locali al fine dell’arretramento delle aree di isodanno» ovvero le aree oggetto della normativa Seveso.

La valutazione era rimasta tra coloro che son sospesi anche in attesa della conclusione dei procedimenti di adozione e poi definitiva approvazione del PRG comunale. Un iter lungo e travagliato, concluso dall’amministrazione comunale 2016-2021 (e riconfermata dal voto dei cittadini ad ottobre), stoppato anche da una sentenza del TAR lustri fa e che di fatto era iniziato alle soglie dell’attuale millennio se non qualche tempo prima. Il 5 novembre 2020 i commissari regionali avevano espresso giudizio favorevole all’esclusione dalla procedura di Valutazione Impatto Ambientale dei lavori di «realizzazione di locali al fine dell’arretramento delle aree di isodanno» ritenendo necessario «un procedimento di Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. o V.I.A. esteso all’intero stabilimento, mai sottoposto alle procedure  di nostra competenza, in quanto “impianto esistente”. 

In pratica lo stabilimento, prima del progetto per l’arretramento delle aree di isodanno, risultava del tutto sconosciuto per gli uffici regionali competenti per le valutazioni ambientali in quanto nato prima del Testo Unico dell’Ambiente. Situazione su cui, come abbiamo riportato nei nostri precedenti articoli, hanno acceso i riflettori sottolineando proprio questa necessità i cittadini che si sono attivati, impegnati e sono stati appunto cittadini dopo l’esplosione dell’anno scorso. In primis Stazione Ornitologica Abruzzese e Forum H2O, unici a presentare osservazioni nel periodo stabilito all’attuale procedura di verifica assoggettabilità a V.I.A. insieme alla Provincia di Chieti.

Lapidario quanto espresso dalla Provincia: «dallo studio preliminare ambientale pubblicato con numerosi omissis per motivi giudiziari, non emerge un indagine di qualità ambientale che evidenzi la compatibilità dell'attività con lo stato del suolo, sottosuolo e acque sotterranee». In pratica, secondo la Provincia, italiano alla mano i casi dovrebbero essere due: o la documentazione presentata per i «numerosi omissis» impedisce qualsivoglia valutazione o lo stabilimento va bocciato?

Secondo un nostro rapido calcolo solo nel documento «Progetto Preliminare – Parte Pubblica» la parola omissis è presente 415 volte e «Esplodenti Sabino» 223, nel documento «Studio Preliminare Ambientale – Parte Pubblica» (quello a cui si riferisce la Provincia) la parola omissis è presente 96 volte e 195 volte. In totale quindi tra i due documenti la parola omissis è citata 511 volte, il nome della società proponente 418. Nel documento «Progetto Preliminare – parte pubblica» a pagina 180 è coperto da omissis anche il punto «9. Finalità dell’intervento – stato di progetto».

Stazione Ornitologica Abruzzese e Forum H2O hanno reso noto pubblicamente che «nelle osservazioni chiediamo trasparenza, procedure corrette e dati ambientali idonei per capire gli impatti». Che, evidenziano, con «le ricadute delle emissioni in atmosfera potrebbero raggiungere la vicina riserva di Punta Aderci, area della Rete Natura2000». Sarebbe quindi necessaria la Valutazione di Incidenza Ambientale. Le due associazioni, riprendendo anche quanto scritto dalla Provincia di Chieti, sottolineano «mancano completamente dati sullo stato di qualità del suolo e delle acque sotterranee, nonostante il sito sia stato usato per decenni per un'attività potenzialmente stressante per l'ambiente.

È altresì indispensabile avere analisi dello stato attuale, anche per monitorare l'evoluzione negli anni futuri in caso di ripresa delle attività lavorative. Poi nella tabella delle autorizzazioni in possesso dell'azienda, sono indicate, per le emissioni, solo alcune domande depositate - una nel 2015 - e non già il possesso effettivo delle autorizzazioni stesse. Come mai?».

Tornando su quanto già emerso dal giudizio regionale dell’anno scorso, ovvero la totale assenza di procedure oltre quella per l’arretramento delle aree di isodanno, le associazioni suggeriscono di «qualificare il procedimento come V.I.A. in sanatoria e postuma, in quanto nel sito, come dimostrano le foto aeree scattate in vari anni, si sono succedute modifiche consistenti con aggiunte di edifici, senza che l'impianto fosse mai stato assoggettato alla procedura di V.I.A. come invece prevede la norma comunitaria in caso di modifiche» con uno studio in cui « bisognerebbe spiegare adeguatamente tutte le trasformazioni apportate» e «la necessità che l'impianto sia sottoposto anche ad Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) in ragione del fatto che nel sito non avviene solo il de-munizionamento ma anche la produzione di esplosivi, attività che rientra tra quelle per le quali è appunto obbligatoria l'A.I.A».   

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