«Il popolo napoletano ha chiuso la porta ai virus negativi per aprirla agli anticorpi solidali»

SECONDA PARTE. Intervista ad Anna Riccardi, presidente della Fondazione Famiglia di Maria, sulle difficoltà e la resistenza sociale alla morsa della criminalità in questi mesi di emergenza.

«Il popolo napoletano ha chiuso la porta ai virus negativi per aprirla agli anticorpi solidali»
Video a sostegno dell'Istituto Nazionale Tumori della Fondazione Pascale

In questi mesi di emergenza sanitaria l’Italia non è stata solo piegata e devastate da mafie, corruzioni, incapacità politiche ed amministrative, tantissima solidarietà e volontariato autentico stanno fiorendo accanto a chi è più in difficoltà, ai più fragili, emarginati e dimenticati della società.

Dopo averci raccontato la realtà di San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli, e le attività della Fondazione Famiglia di Maria con la presidente Anna Riccardi in quest’articolo ci soffermiamo sulle difficoltà sociali ed economiche in questi mesi di emergenza e come stanno andando avanti in questo periodo.  

Sono giunte notizie da diverse parti d'Italia che clan camorristici hanno allestito una sorta di welfare criminale parallelo, pronti poi a chiedere alle persone che vi si stanno rivolgendo a fine pandemia di diventare loro manovalanza. Cosa sta accadendo nella zona dove si trova la Fondazione?

«Con tutto il cuore posso affermare che sto vedendo una grandissima dignità del popolo napoletano, anche del popolo di San Giovanni a Teduccio: tante associazioni, fondazioni, anche il Calcio Napoli senza che chiedessimo nulla ci hanno cercato per dare la possibilità di offrire una serie di aiuti alle famiglie. Sicuramente in un tempo di crisi chi ha più liquidità, come la camorra, ha un campo d'azione molto valido, non escludo quindi che sia in corso un avanzamento da parte di clan camorristici ma sono convinta che avranno trovato molte porte chiuse, le persone perbene che mantengono la dignità anche nelle difficoltà avranno aperto le porte alla solidarietà genuina. La guardia deve essere alta contro il virus invisibile del nuovo coronavirus e contro i virus che hanno un nome e un volto, sono convinta che il popolo napoletano ha chiuso la porta ai virus negativi per aprirla agli anticorpi della solidarietà».

In questo tempo di emergenza sanitaria tutto è stato stravolto, quasi tutte le attività si sono dovute interrompere. Quali attività avete dovuto lasciare in sospeso e come continuate ad essere attivi e presenti nel quartiere?

«Il 4 marzo abbiamo chiuso le attività in Fondazione come disposto dai provvedimenti delle istituzioni, è stata attivata la cassa integrazione per tutti i lavoratori, ma mi sento tutti i giorni con i bambini grazie alle videochiamate. Nessuno si è tirato indietro e stiamo continuando con modalità a distanza, che non sono sostitutive di relazioni e presenze fisiche nella scuola (e lo dico da docente) o per i servizi educativi che fornisce la Fondazione ma sono l'unica possibilità per rimanere in contatto e far sentire che ci siamo ancora e non ci fermiamo. Con queste modalità stiamo cercando di condividere i momenti conviviali della giornata, durante il periodo pasquale con le mamme abbiamo anche realizzato  insieme la pastiera napoletana e con i bambini ballato il tango. Dedicheremo una diretta facebook anche alla festa della mamma con i bambini che faranno una sorpresa alle loro madri. Ovviamente sono tutte attività limitate, la Fondazione ha un senso quando ci si incontra e quando i bambini vengono tolti dalle strade. Appena sarà possibile aprirò in sicurezza e le dovute precauzioni gli ampi spazi della Fondazione, spazi dove poter far incontrare almeno gli adulti, un luogo alternativo e altro dove poter stare insieme. C’è bisogno di distanza sociale per i rischi del covid19 ma non dobbiamo dimenticare gli anticorpi della solidarietà e dello stare insieme che devono essere alimentati».

Ci racconti l'iniziativa con la quale avete realizzato il video per sostenere la raccolta fondi per l'Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale?

«Faremo una donazione all'Istituto Pascale e al grande dottor Ascierto, una risorsa per l'intera Italia e per tutti noi che lottiamo contro il covid19. Ho partecipato a tante serate, telefonate e videoconferenze di amiche come la grandissima amica voce delle Mujeres Creando Assia Fiorillo, la regista Simona Cocozza che ha realizzato il video, artisti napoletani come Peppe Iodice ma soprattutto la giornalista Amalia De Simone che in punta di piedi ha chiesto ad Ascierto di partecipare a questo video, mettendo ben in vista la grande sciarpa del Napoli sulla sedia del dottore. Tutte persone che si sono messe a disposizione con la loro arte e professionalità per una battaglia comune. Una performance parodia di una canzone degli Squallors, grandissimo gruppo degli anni settanta/ottanta che avevano piantato un seme di critica alternativa. A tutti gli artisti va un grande ringraziamento, il mio obiettivo è di pubblicizzare al massimo il video e soprattutto far conoscere come si può sostenere economicamente la Fondazione Pascale e contribuire alla ricerca scientifica per trovare il vaccino contro il covid19. Il mio contributo ho sentito di doverlo dare da cittadina e da presidente della Fondazione. Assia, Simona, Amalia ci hanno lavorato con grande passione diversi giorni, è stato emozionante vedere il video. Il saluto tra Amalia De Simone, una persona che ha una libertà e una dignità da cui si può imparare molto, e il prof. Ascierto è stato di un'emozione unica, la gomitata tra loro due che si vede nel video dona tanta speranza. Tutto il video è bello e divertente ma in quel momento c'è un pezzo di un giornalismo di verità, d'inchiesta, di chi verifica le sue fonti e di un professore e medico che si sta mettendo a disposizione della comunità scientifica e dei suoi pazienti in punta di piedi. Stiamo vedendo in giro molti virologi, quello che riconosco al dott. Ascierto anche se non lo conosco di persona è una grande umiltà. Questo è un momento in cui tutti dobbiamo essere umili e metterci al servizio degli altri, riprendendo una frase napoletana «fare il bene in questo momento deve essere fatto in silenzio e con umiltà, altrimenti è solo palcoscenico», non si può fare del bene in questo momento facendo teatro e mettendosi in mostra perché significherebbe che lo si fa solo per cercare visibilità. In punta di piedi in questo momento tutti dobbiamo provare a dare un contributo, per questo stimo molto il dott. Ascierto che si è messo a lavorare pancia a terra per i suoi pazienti e al servizio di tutti noi».