In piazza per affermare la Costituzione antifascista

L’assalto alla sede della Cgil ha segnato un salto di qualità nell’aggressione alla Costituzione antifascista e antirazzista. Chi finge di non sapere o di non aver visto è complice, ed è giunto il momento di contrastare una deriva che rischia di travolgere i diritti di tutte e di tutti, anche di chi pensa di non essere coinvolto.

In piazza per affermare la Costituzione antifascista

Quell’assalto è stato annunciato e preparato e sarà anche il caso di indagare, senza indulgenza alcuna, sul perché non siano stati fermati. Chi ha memoria storica sa che le bande di Benito Mussolini avrebbero potuto essere fermate a colpi di idranti, ma omissioni, tradimenti, complicità, permisero di portare a compimento il progetto eversivo.

I tempi non sono più quelli, ma non vi è dubbio che, da anni, si sta portando avanti un disegno di equiparazione tra fascismo e antifascismo, di ripetuti oltraggi al 25 aprile, di insistenti campagne di revisionismo che hanno il dichiarato obiettivo di superare la Costituzione antifascista e di aprire la strada a chi, nel migliore dei casi, non ha mai voluto fare i conti con il ventennio e ha coltivato ambigui rapporti con i gruppi neofascisti e neonazisti.

Le immagini dell’assalto alla Cgil e quelle della tentata aggressione ai palazzi delle istituzioni hanno ricordato l’assalto al congresso americano. Un raid  che era stato preceduto dai discorsi di odio di Trump e dei suoi seguaci, esattamente come è accaduto in Italia.

Le giornaliste e i giornalisti italiani saranno in piazza San Giovanni in segno di solidarietà con le organizzazioni sindacali, ma anche per denunciare come nel “mirino” degli squadristi ci siano anche giornali e giornalisti, come hanno annunciato sui loro siti. Del resto le bande fasciste, di ieri e di oggi, hanno sempre odiato la democrazia, e, sin dall’inizio, hanno distrutto le sedi dei sindacati, delle leghe, dei partiti, bruciato libri e giornali, pestato gli oppositori. Questa volta sarà il caso di fermarli il giorno prima.

Dal momento che la Costituzione è ancora antifascista, sarà anche il caso di applicare le leggi e di sciogliere movimenti e organizzazioni neofasciste e neonaziste. Non c’è nulla da interpretare, bisogna solo eseguire.

Giuseppe Giulietti, Articolo21

 

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IL FASCISMO È UN REATO

Il fascismo non è un’opinione, ma un reato. Un reato che dovrebbe essere punito con severità. Però in questo Paese i conti con la storia non sono mai stati fatti. Siamo il Paese dei misteri (che poi tanto misteriosi non sono) e dei nostalgici (per modo di dire) del ventennio nero.

- FASCISMO

di Nicola Magrone. «Tanti anni fa, a Bari, nel 1977, in un contesto che non era certamente quello odierno, mi occupavo - come sostituto procuratore della Repubblica - di violenze fasciste: aggressioni, intimidazioni, pestaggi, una violenza squadristica messa in piedi da un gruppo ben individuato. Le aggressioni di quei mesi sfociarono in un omicidio: l’uccisione del giovane militante comunista Benedetto Petrone.»

MOLISE ANTIFASCISTA: le lacrime di coccodrillo del centrodestra

SCIOGLIMENTO DI FORZA NUOVA. In questa Regione, in questo Paese orribilmente "nero" tutti sono bravi con le chiacchiere. Da anni esiste un problema serio. Il fascismo non è mai stato messo da parte. Mai nessuno ha avuto la forza di metterlo fuori legge. Anzi, in diverse occasioni sono stati utilizzati i voti di questa orrenda parte politica. Nelle ultime amministrative quanti soggetti - che si rifanno apertamente a queste "idee" - sono stati eletti?

Un fascista è per sempre. Radio Aut 29 novembre 1977

Nessuno dimentichi che il fascismo è nato in Italia e che, come diceva Dario Fo, “c’è sempre un fascista nell’armadio”.

 

- Dove eravate quando Fiore e Castellino facevano propaganda in città?

VASTO. Dopo l’assalto alla sede della CGIL a Roma improvvisamente si è risvegliata l’anima «antifascista» e si è «scoperta» la natura di Forza Nuova. Ma quando Fiore venne due volte in pochi mesi in città o davanti i manifesti dei mesi scorsi silenzio assoluto.