L’escort felice è una menzogna mediatica e sociale

VIDEOINTERVISTA/Abbiamo raccolto la testimonianza di vita vera di una ragazza che ha vissuto il turpe mercato.

Escort e baby squillo, minorenni, ai Parioli di Roma. La memoria collettiva ha ormai quasi definitivamente rimosso la vicenda di otto anni fa. Il mese scorso l’intervista ad una delle ragazze vittima è caduta nel totale silenzio mediatico. Lo stesso, dopo il terribile omicidio di Pamela Mastropietro, che avvolse l’inchiesta  di Angela Caponnetto per Rainews24 su «un giro di prostituzione minorile e droga – si legge nella descrizione dell’inchiesta - in cui sarebbero coinvolti persone della Macerata bene che utilizzano come manovalanza gruppi di immigrati, in particolare nigeriani dediti al traffico di stupefacenti. Gente insospettabile che partecipa a festini a luci rosse dove vengono portate ragazze giovani e fragili come la nostra testimone».

Ancora oggi la turpe piaga esiste ed è presente nel quartiere bene della Capitale: digitando su Google escort parioli solo nella prima pagina sono ben 3 i siti di escorting che compaiono nella prima pagina. Una realtà comune a tanti, troppi, luoghi della penisola. A luglio e settembre scorso l’Associazione Antimafie Rita Atria-PeaceLink Abruzzo ne denunciò la capillare diffusione nella regione adriatica, dal vastese al pescarese. La campagna «Questo è il mio corpo» della Comunità Papa Giovanni XXIII, come riportò Irene Ciambezi nell’intervista che ci rilasciò l’anno scorso e pubblicammo in due articoli il 4 luglio  e due giorni  dopo, ha ripetutamente denunciato l’aumento esponenziale. Esattamente un anno fa la deputata Carmela Grippa, membro della Commissione Parlamentare Infanzia ed Adolescenza, denunciò in un’intervista che ci rilasciò che sono in netto aumento «adescamenti, sfruttamento sessuale e stupri virtuali».

Sulla pagina instagram di «Sex industry is violence» quotidianamente viene denunciata la vera unica essenza di tutto questo. Grazie ad un post su questa pagina abbiamo contattato una ragazza che ha vissuto questo turpe e perverso mercato. E ci ha raccontato la sua testimonianza nella videointervista che pubblichiamo. Parole che vanno ascoltate con attenzione, squarciando il velo delle ipocrisie e dei pregiudizi, del falso glamour mediatico e del mito dell’escort felice. Proposto ai tempi delle ragazze vittime definite «baby squillo dei Parioli» e riproposto sui media troppe volte in questi anni. La ragazza intervistata ci ha chiesto di non comparire in video, le webcam sono state quindi spente durante la registrazione.

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Nella prossima videointervista partiremo da questa testimonianza vera di vita per raccontare come la ragazza intervistata ha creato e sta portando avanti il progetto «Quelle tipe di San Donato» https://www.instagram.com/quelletipedisandonato/