Occorrono spirito critico e serenità di giudizio

DOPO LA SENTENZA. Il giudizio etico e politico di netta condanna per gli inquinamenti, i misteri, i depistaggi, le collusioni, rimane immutato. È compito dei cittadini onesti mobilitarsi, per costruire una politica migliore di quella attuale, affinchè si scopra la verità sulle numerose tenebre che avvolgono questo Paese, e si faccia vera giustizia.

Occorrono spirito critico e serenità di giudizio
ph Armando Carta (Scorta Civica)

È sempre più difficile l'analisi razionale e pacata degli avvenimenti. La realtà è complessa, e per comprenderla non aiutano le reazioni emotive, magari giustificate, ma pur sempre emotive. Occorrono spirito critico e serenità di giudizio.

Lo so, non sempre è facile, ma non vi è altra strada. Tale riflessione torna opportuna a proposito delle reazioni suscitate dalla sentenza di appello del c.d. "processo trattativa". Nel merito ho già espresso ieri la mia opinione, e la confermo. Adesso, in estrema sintesi, aggiungo ulteriori considerazioni.

1) Una sentenza, qualsiasi sentenza, riguarda un fatto specifico, e solo quello.

Non rappresenta il "giudizio di Dio", nè "riscrive la storia", come, in maniera avventata e superficiale, un giornale ha definito la sentenza di Palermo.

2) Come spesso accade si sono subito formati due gruppi: i delusi e i soddisfatti.

I primi perchè confidavano nella conferma delle condanne, i secondi perchè ritengono che tre assoluzioni valgano ad assolvere tutti, anche quelli già condannati per mafia come Dell'Utri, e a "riscrivere la storia".

3) I rapporti tra la criminalità organizzata,  settori della politica e delle istituzioni vi sono sempre stati, almeno dalla fine della seconda guerra mondiale, e vi sono ancora.

4) La sentenza di Palermo non cancella nè cambia alcunchè. 

Il giudizio etico e politico di netta condanna per gli inquinamenti, i misteri, i depistaggi, le collusioni, rimane immutato. È compito dei cittadini onesti mobilitarsi, per costruire una politica migliore di quella attuale, affinchè si scopra la verità sulle numerose tenebre che avvolgono questo Paese, e si faccia vera giustizia.

Nota finale, di squallido colore.

I soliti noti hanno colto l'occasione per delegittimare i magistrati che hanno condotto l'inchiesta e per santificare gli imputati assolti. Un giornale, che vende pochissime copie, titola a tutta pagina: "Adesso Mori senatore a vita"!

E allora, aggiungo io, facciamola completa: Dell'Utri presidente della Repubblica!

 

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