Odori molesti come ufo, mai identificati, allora si poteva far più di qualcosa?

VASTO/Dopo il sit in di fronte la sede municipale piovono iniziative istituzionali e prese di posizione politiche, annunciato anche un consiglio comunale straordinario ad hoc. Domani alle 17:30 assemblea a Punta Penna indetta dal Comitato spontaneo cittadino per la salute pubblica.

Odori molesti come ufo, mai identificati, allora si poteva far più di qualcosa?

Il sit di fronte la sede municipale di Vasto, in piazza Barbacani, indetto dal Comitato spontaneo cittadino per la difesa della salute pubblica, si è concluso con un incontro nella sala consiliare con gli interventi del sindaco Francesco Menna e dell’assessore all’ambiente Gabriele Barisano.

In tale occasione la posizione espressa dall’Amministrazione Comunale è stata la stessa già portata avanti negli anni: abbiamo presentato negli anni svariate segnalazioni, abbiamo chiesto interventi alla Regione e all’Arta, coinvolgeremo esperti per installazione centraline e analisi e l’Arta ci ha sempre detto che oltre il traffico veicolare non hanno strumentazione per valutare altro.  

A ridosso del sit in e nei giorni successivi si sono intervallati comunicati, annunci ed iniziative varie. Per cercare di mettere un po’ di ordine in tutto questo baillame e chiedere chiarezza si può partire proprio da quanto affermato nell’Aula Vennitti il 30 marzo dall’Amministrazione Menna.

In occasione di precedenti segnalazioni, ormai da almeno due anni percepite sempre più anche nel centro di Vasto, il sindaco Menna e l’allora assessora all’ambiente Paola Cianci affermarono che era in corso un confronto con l’Università di Pescara per «sperimentazioni scientifiche, a terra e a bordo di droni attraverso lo sviluppo di apparecchiature finanziate con fondi europei erogati dal Ministero dell’Università e della Ricerca». Questo confronto a cosa è approdato se a qualcosa è approdato?

«Stiamo mappando in continuo i miasmi sul territorio, tramite le segnalazioni dei cittadini, per poter intervenire tempestivamente sul fenomeno delle molestie olfattive. La fase sperimentale del progetto Nose volge al termine e siamo pronti a estendere il monitoraggio dei miasmi a tutto il territorio regionale».

«Presto posizioneremo le nostre centraline anche nelle zone a rischio miasmi in provincia di Chieti e Pescara. A tal proposito - continua - verranno utilizzate strumentazioni tecnologicamente avanzate a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini d'Abruzzo: le determinazioni analitiche sull’aria prelevata all’interno di appartati di campionamento (Canister, sacche Naloplan o fiale a desorbimento) – spiega Giusti – verranno processate in laboratori all’avanguardia per la determinazione delle sostanze odorigene ai fini della caratterizzazione chimica delle specie inquinanti».

«Abbiamo preso atto delle segnalazioni dei cittadini della zona Vasto-San Salvo - spiega il direttore tecnico Arta - e abbiamo deciso di intervenire su quelle aree in cui il disturbo olfattivo è continua fonte di disagio per la popolazione. Pertanto – conclude Giusti – le centraline di campionamento automatico verranno installate nei punti considerati a maggior impatto per individuare le fonti che emettono miasmi particolarmente sgradevoli per i cittadini».

Queste sono dichiarazioni riportate in una nota stampa del direttore tecnico dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente (Arta) Massimo Giusti del 30 marzo.

Nell’occasione è stato sottolineato che «in particolare, l’Agenzia interverrà nell’area industriale di Punta Penna di Vasto dove spesso la popolazione avverte cattivi odori».

Apprendiamo, poi, da un comunicato stampa dei rappresentanti vastesi della Lega e dalla successiva replica del sindaco Menna che «gli ultimi rilievi ARTA dell’estate 2022 hanno evidenziato una assenza di sostanze nocive nell’aria e in particolare del benzene» (citazione testuale del comunicato della Lega Nord). Quindi qualcosa pare essersi mosso dopo la rilevazione richiesta dall’allora sindaco Luciano Lapenna nel 2012.

È notizia recente che aziende nella zona industriale di Punta Penna hanno richiesto autorizzazione per introdurre tecnologie più avanzate. L’azienda Puccioni, riporta la giornalista Anna Bontempo su Il Centro del 5 aprile, «ha ottenuto il parere favorevole del Comune la richiesta per l’installazione di un biofiltro per il trattamento delle emissioni e l’eliminazione dell’attuale camino alto 60 metri».

La stessa ditta in una nota, riporta Bontempo, ha fatto presente che «l’implementazione del sistema di abbattimento determinerà un miglioramento della qualità dell’aria e un effetto favorevole anche rispetto alla percezione odorigena della produzione».

Il giorno successivo al sit in un comunicato di Confindustria Chieti-Pescara ha portato l’attenzione sui «pressi di un depuratore». Dichiarazioni che seguono quelle ad Anna Bontempo su Il Centro del rappresentante di Oas, l’associazione degli industriali. Un altro loro rappresentante l’anno scorso ad un magazine bolognese affermò che «le industrie della zona che lavorano con i materiali organici ogni tanto possono incontrare problemi come un filtro tappato che non riesce ad amalgamare bene la materia prima però sono problemi risolvibili in un’ora, il tempo di aggiustare l’impianto».

Punto da noi sollevato ripetutamente dai mesi successivi al rilascio di queste dichiarazioni con alcuni interrogativi che riportiamo anche in quest’occasione. Gli industriali hanno individuato criticità «risolvibili in un’ora» e da dove si puote (anzi, si dovrebbe) dar risposte ai cittadini perché istituzionalmente e legalmente «competenti» a farlo ancora nulla dopo diciotto anni?

Dalle dichiarazioni del rappresentante degli industriali della zona dobbiamo ipotizzare, visto il perdurare della questione e il lungo periodo ogni volta (che non è solo un’ora ma molto di più) che ci sono criticità individuate e risolte e altre che sono quelle che allarmano e su cui scaturiscono segnalazioni, che c’è altro che, da diciotto anni, resta insondabile?

Come è possibile e perché?

In tutta questa situazione resta la circostanza che l’unico settore dello Stato ad aver fornito notizie certe e documentate vien dalla Puglia. Ovvero la Guardia di Finanza di Foggia e dei Carabinieri di Bari. Una cui imponente operazione, datata primavera 2021, contro il traffico illecito di rifiuti ha coinvolto Campania, Puglia e provincia di Chieti. Oltre 13.100 tonnellate di rifiuti speciali stoccati abusivamente in vari capannoni tra cui uno a Vasto, nella zona industriale di Punta Penna, di 1.250 metri quadrati. I rifiuti accumulati in maniera illecita, sottolinearono gli investigatori, anche a Vasto avevano reso l’aria irrespirabile nella zona.  

Domani pomeriggio alle 17.30 presso gli alloggi Ater a Punta Penna ci sarà l'assemblea indetta dal Comitato spontaneo cittadino per la salute pubblica.