Oltre al Covid19 esiste un'altra emergenza più grave: il clima

Il Coronavirus sta facendo emergere una situazione della sanità Italiana , forse, diversa da come molti la descrivevano. I tagli decennali effettuati stanno facendo vedere i loro frutti. Ma esiste un altro problema, troppo spesso ignorato, che si riveleverà ancora più distruttivo e grave: il cambiamento del clima. Ed è già in atto.

Oltre al Covid19 esiste un'altra emergenza più grave: il clima
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Oltre al Covid19 esiste un'altra emergenza più grave: il clima

E' vero, il Coronavirus (nome in codice Covid19), è più grave del previsto. Ma non per la sua letalità, che studi e dati alla mano ci danno molto bassa rispetto ad altri virus del passato (intorno al 2-3%), quanto per i suoi effetti sulla sanità pubblica italiana.

E' di queste ore, infatti, la notizia che nel Nord Italia, centro dove si sono sviluppati i due focolai di coronavirus, la sanità sta vivendo una situazione allarmante, se non tragica. In Lombardia si stanno cercando dai 300 ai 400 posti letto in più. Il problema principale riguarda la terapia intensiva. Infatti, gli ultimi studi dicono che circa il 20% dei casi richiedono un ricovero ospedaliero, mentre il 5% necessita di terapia intensiva (dati dell’epidemiologo Pierluigi Lopalco, professore ordinario di Igiene dell’Università di Pisa). Secondo l’Annuario Statistico del Servizio Sanitario Nazionale, riferito al 2017 (il più recente), i reparti direttamente collegati all’area dell’emergenza dispongono per il complesso degli istituti pubblici e privati accreditati di 5.090 posti letto di terapia intensiva (8,42 per 100 mila abitanti), 1.129 posti letto di terapia intensiva neonatale (2,46 per 1.000 nati vivi), e 2.601 posti letto per unità coronarica (4,30 per 100 mila abitanti).

La situazione nelle tre regioni finora più «sotto attacco» da parte di Covid-19 vede la Lombardia con circa 900 posti letto di terapia intensiva (tra pubblico e privato accreditato), di cui 150 «dedicati» alla nuova emergenza (se ne stanno recuperando altri 200). In Veneto i letti sono 494, mentre in Emilia Romagna sono 436.

L'innominata sanità pubblica del Nord, di questo passo rischia il collasso. Tra blocchi di contratti, tagli al personale e, soprattutto, meno soldi per potenziare il sistema sanitario nel suo complesso, anche il Nord non naviga in acque splendide a confronto con il solito e sempre più bastonato Meridione.

Detto questo e tenuto conto che per far fronte a questa emergenza occorrerà trovare ben più di 3,6 miliardi di euro per sforare il deficit (e non serviva di certo un Salvini per dirlo), vi è un'altra emergenza, che è già in atto da molti anni nel nostro Paese e in tutto il mondo, e che nonostante gli ultimi studi scientifici e proiezioni degli scienziati, si continua a far finta di nulla. Si tratta del clima e del suo drastico mutamento su scala globale. In Italia tutto ciò si sta già vedendo: alluvioni tropicali in estate ed in autunno, danni incalcolabili all'agricoltura per inverni tardivi, siccità in estate e via discorrendo. L'inverno del 2020 è già classificato, nel mondo, come il più caldo di sempre da quando esistono gli strumenti di registrazione di temperature.

Lasciando stare ciò che ci circonda fermiamoci un attimo al nostro territorio. Negli ultimi decenni si è dimostrato sempre più fragile e vulnerabile. Cosa succede quando nel nostro paese le campagne vengono abbandonate e si aumenta l'utilizzo del suolo, attraverso la cementificazione e continuando ad asfaltare un pò ovunque? E' evidente come la sempre meno cura del territorio collinare stia portando esso stesso ad essere territorio di frane in cui ogni pioggia straordinaria si rivela una strage in tema di vite umane (si pensi agli ultimi autunni in Liguria e Maremma Toscana).

Poi ci sono i mari e le nostre coste non stanno vivendo momenti felici. Solo in questo ultimo mese ai poli si è registrato un aumento di temperatura di oltre 3 gradi (a differenza delle stime degli esperti che le davano intorno ad 1-1,5 gradi in aumento). Tutto ciò si va a tradurre in un aumento del livello del mare che andrà anche ad interessare la nostra fascia costiera, tirrenica ed adriatica. Cosa stiamo facendo per porre rimedio a questo, con l'80% di territorio italiano a rischio idrogeologico? Perchè si continua a rimandare un problema che nel giro di poco tempo rischia di venirci incontro con una violenza imprevedibile?

E questo non riguarda solo l'Italia, ma il mondo intero. Ben vengano i movimenti di sensibilizzazione composti da giovani che portano avanti i messaggi ambientalisti di Greta Tunberg. Siamo in attesa però di qualcosa di più concreto: la famosa "mossa" Green dell'Unione Europea (il New Deal Green) è ancora ferma al palo. Nonostante le buone parole, quello che manca è un mutamento culturale.

Oltre alle parole, adesso servono i fatti. Guardando in casa nostra, per esempio, oltre a chiedere all'Europa uno sforamento di bilancio per far fronte all'emergenza Covid19 (richiesta giustissima) si dovrebbe cominciare a pensare anche ad uno sforamento per porre rimedio al cambiamento climatico in atto, da considerare come una emergenza ormai prossima e sempre più reale.