Raffaele Colapietra, troppo scomodo e troppo altro per sfere più o meno alte

Ben pochi, nessuno a livello istituzionale per quanto di nostra conoscenza, hanno ricordato lo storico e intellettuale aquilano nel primo anniversario della scomparsa.

Raffaele Colapietra, voce libera e appassionata della cultura e dell’Abruzzo

Un anno fa la scomparsa dello storico ed intellettuale

https://www.wordnews.it/raffaele-colapietra-voce-libera-e-appassionata-della-cultura-e-dellabruzzo

Poco più di una settimana è passata dal primo anniversario della scomparsa del prof. Raffaele Colapietra. Nel nostro precedente articolo abbiamo provato a ricordarlo e, almeno a grandi linee, riportare la sua statura morale ed intellettuale, la sua immensa cultura e la libertà di pensiero, di critica, il suo essere stato spirito critico e libero, mai omologato e mai banale, mai conformista e mai adagiato su “verità preconfezionate”.

Colapietra è stato, ovviamente, molto più di quel che in un singolo articolo si può raccontare. Si dovrebbero rileggere i suoi libri e i suoi articoli, riascoltare le sue interviste e i suoi interventi pubblici per potersi minimamente accostare a quel che è stato – ed è – per il mondo intellettuale e accademico, per la cultura e la società aquilana, abruzzese e non solo.

I social network possono essere specchio dei tempi, diari di quel che accade (o non accade) nella liquida, moderna, omologata, conformista, (a)società attuale. Una banale ricerca sulle rassegne stampa abruzzesi e su facebook ci riporta come l’Abruzzo (non) ha ricordato il prof. Colapietra nel primo anniversario della sua scomparsa.

Oltre noi lo hanno ricordato i portali del circuito Cittanet (articoli firmati dal sottoscritto), Il Centro e Rete8.

Probabilmente qualche altra testata giornalistica aquilana, che ci sarà sfuggita e quindi chiediamo scusa loro per non menzionarli, e nulla più. Pesa il silenzio, il vuoto pneumatico, della “politica” abruzzese, delle istituzioni, delle sfere più o meno alte. Un silenzio che ricorda la totale assenza ai funerali del giornalista Peppe Vespa. Anche lui uomo di cultura, anche lui aquilano, anche scomodo ed inviso ai potenti.

Senza particolari giri di parole ha sottolineato come un certo Abruzzo ha “dimenticato” (virgolette ironiche, sarcastiche e non casuali) Raffaele Colapietra il giornalista de Il Centro Giustino Parisse. Riportiamo alcuni cenni dell’articolo di Parisse su Il Centro del 27 aprile in quanto pienamente condivisibili e perfetta descrizione della realtà.

« […] Va purtroppo annotato che, nell’anno trascorso dalla sua morte, Raffaele Colapietra è stato quasi dimenticato sia dalle istituzioni sia dalle tante associazioni culturali cittadine. […] La speranza è che presto anche dalle istituzioni possa arrivare un riconoscimento per un uomo che magari non era simpatico a tutti (anche a causa del fatto che non le mandava certo a dire), ma che indubbiamente è un personaggio che la città non può dimenticare […]»

Qui l’articolo completo di Parisse https://www.ilcentro.it/l-aquila/un-anno-fa-la-morte-del-prof-colapietra-un-insigne-aquilano-1.3279352 e qui la sua intervista a Rete8 https://www.youtube.com/watch?v=myoBjBG0nus

Nella copertina di quest’articolo riproponiamo, come nel precedente articolo, l’intervento di Raffaele Colapietra in Draquila. Una scelta non casuale. Perché quelle parole, la testimonianza nell’immediato post terremoto e negli anni successivi del professore racconta quell’Abruzzo, racconta una pagina della storia di questa regione che in tanti hanno “strappato” perché troppo scomoda (ed infatti nella campagna elettorale per le recenti regionali non ha avuto minimamente spazio) e anche il presente, l’eterno piatto presente d’Abruzzo.