Raimondi: «questo è il mio suicidio...»

LA TESTIMONIANZA. «Sono una vittima di mafia, mi hanno abbandonato tutti. Mi dispiace buttare gli stampi, i disegni per ceramica e tante altre cose. Ma da solo e senza un aiuto adeguato non ho speranza.»

Raimondi: «questo è il mio suicidio...»

«Mentre si commemorano le vittime della mafia c'è un artigiano vittima di organizzazioni criminali, ma ancora vivo». Non è la prima volta che riprendiamo le parole forti di Bennardo Mario Raimondi. Noi di WordNews abbiamo sempre offerto lo spazio adeguato alle persone che hanno bisogno di aiuto e di conforto.

Lo abbiamo fatto in passato e lo continueremo a fare in futuro. Questa è la nostra missione. Bennardo ha bisogno di aiuto. Lo chiede da troppo tempo. Molte persone, in questo Paese, vengono dimenticate da vive e ricordate, ipocritamente, solo dopo la loro morte. Questo vizio è diventato drammatico per molte persone.  

«Quelli che ho denunciato sono tutti fuori. Sono stato abbandonato dalle istituzioni, sopratutto da quelle locali. Sono stato abbandonato dalle varie associazioni antiracket. Sono stato abbandonato dalla mia stessa Palermo. Non posso nè vendere nè pagare la luce nè l'affitto del mio modesto laboratorio dove ci sono i sacrifici di una intera vita.

Sono stanco, troppo stanco di subire e di chiedere.

Mi dispiace buttare gli stampi, i disegni per ceramica e tante altre cose. Ma da solo e senza un aiuto adeguato non ho speranza.

Dopo 46 anni di lavoro, fatto con passione, per me è come se mi stessi suicidando.»

 

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