ABRUZZO ZONA ROSSA, sui protocolli scolastici «va fatta chiarezza» e la gestione è «ancora disorganizzata e frammentaria»

La Regione Abruzzo è diventata "zona rossa" con ordinanza regionale. I contagi del Sars-Cov2 aumentano ad alti ritmi anche nel vastese. Alcuni comuni hanno di recente chiuso, anche solo in via precauzionale, le scuole.

ABRUZZO ZONA ROSSA, sui protocolli scolastici «va fatta chiarezza» e la gestione è «ancora disorganizzata e frammentaria»

Il contagio del nuovo coronavirus sta investendo, nell’indi-gestione di questi ultimi mesi figli di anni e anni di «squisita politica», anche l’Abruzzo. Abbiamo di recente sottolineato trastulli, lazzi e tante situazioni nelle quali la regione adriatica è ingabbiata, mentre la pandemia avanza. Il DPCM del 3 novembre l’aveva classificata in «zona gialla» ma è bastata una settimana per diventare «arancione». Un’ordinanza del Presidente della Regione Marco Marsilio l'ha trasformata in «zona rossa» Durante la prima ondata la provincia più interessata fu Pescara, ora la situazione diventa ogni giorno più drammatica nell’aquilano ma il resto della regione certo non può dormire tranquilla. Anche perché c’è, abbondantemente, chi dorme quattordici cuscini o si trastulla per tutti, consuma lo stock per qualche milione di persone e probabilmente anche per qualche generazione futura.

Il vastese, ovviamente, non è esente da questa ondata. Alcuni comuni, a seguito di positività riscontrate nella comunità scolastica o in via precauzionale, hanno deciso di chiudere le scuole. Il dibattito sul tenere o meno le scuole è corso – sulle famose «chat delle mamme» su whatsapp, tra le migliaia e migliaia di famiglie degli studenti, su facebook e altrove – anche a Vasto.

Le scuole secondarie di secondo grado (le vecchie «superiori») sono in «didattica a distanza» in quanto Abruzzo «regione arancione», con l’istituzione della «zona rossa» sono in «didattica a distanza» in più solo seconda e terza classe delle secondarie di primo grado (le vecchie «scuole medie»).

Tutte le altre classi restano aperte e operative «in presenza». Sabato 14 novembre il bollettino social comunale di Vasto ha riportato, continuando a registrare una marcia di avanzamento quasi costante degli ultimi tempi, che nelle 24 ore precedenti erano state riscontrate altre 14 positività per un totale di 164 totali attivi. Nelle ore precedenti era emerso che non esisteva una possibilità di chiusura delle scuole in città perché non è stata avanzata nessuna richiesta. Orbene esiste un modulo di richiesta? Si scarica online? C'è un juke box da attivare? Se si inserisce un alto numero di gettoni (ovvero le «richieste») si attiva altrimenti autonomamente non parte? E le richieste da chi devono partire? Bastano le «chat delle mamme» o feisbùk?

 

Nelle stesse ore il sindaco di Teramo e presidente regionale dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Gianguido D’Alberto  è stato lapidario e conciso nel giudizio sull’attuale applicabilità dei protocolli: «va fatta chiarezza» e la gestione è «ancora disorganizzata e frammentaria».

 

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