Strage alla stazione di Bologna, continuano le udienze

Rinvio a febbraio. Acquisite le motivazioni della sentenza nei confronti di Gilberto Cavallini e del rigetto della richiesta di custodia cautelare nei confronti di Paolo Bellini, principale imputato.

Strage alla stazione di Bologna, continuano le udienze

Si è tenuta l’11 gennaio davanti al gup Alberto Gamberini la nuova udienza preliminare del nuovo filone dei processi relativi alla Strage alla stazione di Bologna avvenuta il 2 agosto 1980.

 

Nel corso dell’udienza sono stati presentati dalla Procura generale nuovi atti, comprese le motivazioni della sentenza nei confronti di Gilberto Cavallini, l'ex Nar condannato un anno fa all'ergastolo per la strage alla stazione di Bologna le cui motivazioni sono state rese pubbliche lo scorso 8 gennaio. Si tratta di un lavoro immenso, 2118 pagine, con il quale la Corte presieduta dal giudice Michele Leoni ricostruisce nel dettaglio i perché Cavallini sarebbe responsabile degli 85 morti e oltre 200 feriti della bomba del 2 agosto 1980 fatta esplodere alla stazione assieme agli altri Nar.

 

Presentati anche gli atti relativi alla misura cautelare richiesta per Paolo Bellini e il relativo provvedimento di rigetto del Gip Francesca Zavaglia. La Procura generale aveva chiesto un anno fa la misura cautelare motivandola con i gravi indizi di colpevolezza, il pericolo di fuga e d’inquinamento probatorio.

 

L’imputato è sposato con una donna di nazionalità ucraina, Paese nel quale non esiste un trattato di estradizione con l’Italia ma per il giudice Zavaglia, dopo quarant’anni anni, non ci sarebbe pericolo né di fuga né di inquinamento probatorio.

 

I legali di parte civile Andrea Speranzoni, Roberto Nasci e Lisa Baravelli hanno depositato una memoria in cui affrontano vari aspetti delle indagini svolte su Bellini. Ritengono che vadano riconsiderate con attenzione le dichiarazioni di Gianfranco Maggi.

Gianfranco Maggi è criminale comune che aveva compiuto alcuni furti con Guido Bellini, fratello di Paolo.

 

Nelle dichiarazioni, già confermate ai giudici istruttori di Bologna, che Maggi fece nel 1983 una serie confidenze al suo compagno di cella Dino Bartoli.

Davanti ai giudici dichiarò che le informazioni gli erano state date da Guido Bellini il quale sosteneva che la mattina del 2 agosto 19870, giorno della strage, il fratello Paolo fosse alla stazione a Bologna assieme a Luciano Ugoletti, un simpatizzante dell’estrema destra che la notte tra l’1 e il 2 agosto soggiornò in un affittacamere in via del Borgo a Bologna.

 

Con loro erano presenti, sempre secondo le dichiarazioni di Maggi, anche Stefano Delle Chiaie e un tedesco di cui non conosce l’identità.

 

Sempre secondo le dichiarazioni del Maggi, Luciano Ugoletti e Paolo Bellini avrebbero ricevuto un compenso di 100 milioni di lire per partecipare all’attentato. Sostiene, inoltre, che l’esplosivo utilizzato per la strage sia arrivato dalla Toscana e che la preparazione dell’ordigno sia avvenuta a Bologna all’interno di un’abitazione.

Un’altra questione presentata nella memoria su Bellini è quella relativa al “documento-Bologna” del Gran Maestro della P2 Licio Gelli, morto nel 2015 e ritenuto dalla Procura generale uno dei mandanti, finanziatori e organizzatori della strage assieme al suo braccio destro Umberto Ortolani, all'ex direttore dell'Ufficio Affari riservati del Viminale Federico Umberto D'Amato e al giornalista Mario Tedeschi, anch’essi deceduti, il quale contiene le prove dei finanziamenti ricevuti dai terroristi neri.

 

Una parte degli atti riguarda l’alibi che Bellini avrebbe dichiarato per quella mattina del 2 agosto e definito nel documento come “falso e precostituito”. L’accusato affermò di non trovarsi a Bologna il 2 agosto 1980, ma a contraddirlo ci sono anche le trascrizioni dell’interrogatorio alla sua ex moglie che dice di averlo riconosciuto in uno dei filmati registrati poco dopo l’esplosione delle 10:25.

 

L’udienza è stata rinviata a febbraio non solo per il tempo necessario alle difese di acquisire le nuove carte depositate dalla Procura generale ma anche per il legittimo impedimento di uno degli imputati. Si tratta dell’ex generale Quintino Spella, oggi novantenne, accusato di depistaggio. Il suo avvocato, Luisa Granata, ha depositato un certificato che prova le sue gravi condizioni di salute. La corte, dopo aver disposto il rinvio, valuterà se stralciare la posizione dello Spella sulla base delle sue condizioni di salute.

 

WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata

 

 

LEGGI ANCHE:

Cavallini è colpevole, legami con i servizi. Alla stazione di Bologna “fu strage di Stato”

 

Strage di Bologna, parla Bolognesi: «la strategia della tensione non è terminata»

 

Strage di Bologna, parla un sopravvissuto

 

40° anniversario strage di Bologna, Mattarella: «Un efferato e criminale gesto terroristico»

 

Cos'è questo golpe? Io so