Una società patriarcale vigliacca, imbevuta di cultura dello stupro e colpevolizzazione delle vittime/2
SECONDA PARTE/Nuovi episodi sconcertanti contro Ilaria Di Roberto.
Qui la prima parte dell’articolo
«Ci siamo divertiti», l’esibizione della maglietta sporca di sangue di una ragazza sedicenne appena stuprata in branco, i familiari che tacciono affermando che la colpa è delle ragazze vittime. Sono alcuni dettagli agghiaccianti che stanno emergendo su uno stupro avvenuto un anno fa dopo recenti arresti.
La colpevolizzazione delle vittime, il giustificazionismo degli uomini, è il copione che ancora una volta irrompe in queste settimane. Dalla cronaca e, ancora una volta, anche da un tribunale. Dove è stato considerato normale che l’uomo eserciti violenza davanti la «resistenza» (come testualmente è stata definita) di una donna ai suoi tentativi di costringerla a rapporti sessuali. È stupro, pura violenza e reato, ma c’è ancora chi al contrario considera una sorta di dovere che le donne debbano essere assoggettate al maschio dominante e che il loro corpo esista solo per essere offerto loro. Esistenza del consenso, di una mente e di una volontà femminile, non contemplata.
Meno di un anno fa c'è stata la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani che ha condannato l’Italia per la colpevolizzazione di una vittima di stupro in una sentenza. Come raccontammo in un articolo del10 giugno in cui raccogliemmo la testimonianza, di vittima e di attivista femminista radicale, di Ilaria Di Roberto. La stessa Ilaria colpita ripetutamente in questi anni da vere persecuzioni e tentativi di colpevolizzazione per quanto subito e per aver sempre denunciato e combattuto contro i carnefici e il patriarcato. Considerata colpevole, sul web e nella sua comunità, di essere stata vittima di molestie e revenge porn e di essersi ribellata ad ogni crimine e copione patriarcale, di essere scrittrice, attivista, artista, femminista radicale. Una ribellione e un percorso di liberazione, consapevolezza, vita, Ilaria l’ha raccontato nel suo libro «Tutto ciò che sono». Libro che ci ha raccontato in una videointervista e nella video lettura di alcuni brani.
«Tutto ciò che sono», è uscito il nuovo libro di Ilaria Di Roberto
https://www.wordnews.it/tutto-cio-che-sono-e-uscito-il-nuovo-libro-di-ilaria-di-roberto
L'appello alle donne: «tornate ad essere libere»
https://www.wordnews.it/lappello-alle-donne-tornate-ad-essere-libere
«Tutto ciò che sono», una rivalsa per le donne vittime della violenza patriarcale
Gli ultimi episodi contro Ilaria, documentati dalla foto di copertina di quest’articolo, sono dello scorso 17 gennaio. «Dopo due anni di mera reclusione, stamattina mi sono concessa il lusso di andare a fare una camminata in campagna – ha raccontato su facebook - A distanza di mezz'ora ricevo un messaggio da mia madre, la quale mi avvisa che ancora una volta qualcuno si è divertito a mettere gli escrementi sul nostro pianerottolo e che ovviamente, a detta di alcuni membri del condominio, le imputate saremmo noi. Se non è deumanizzazione questa». Poche ore dopo il secondo episodio con il ritrovamento, accanto alla precedente scritta dei mesi scorsi in cui le si è persino testualmente augurato la morte, di una nuova scritta offensiva. «Guardate l’abiettezza, il degrado, l'arretratezza mentale di una comunità che ritiene che una vittima di Revenge Porn porti sfiga quanto un gatto nero – ha denunciato Ilaria su instagram pubblicando la foto di questa nuova scritta (foto che pubblichiamo nella copertina di quest’articolo - sono stata rivittimizzata e deumanizzata dalla mia comunità, dall'opinione pubblica e dalla giustizia italiana che anziché accorrere in mio aiuto, condannando i miei carnefici, sta indagando su di me. Nonostante più di 20 denunce, sono stata perquisita, ostracizzata, picchiata, violata nella mia intimità, diffamata, hackerata, molestata, aggredita verbalmente, ingiuriata, accusata di cercare notorietà utilizzando la mia vicenda come pretesto per sbarcare il lunario, trattata come fossi la peggiore delle criminali e invogliata per due volte consecutive al suicidio».
Un clima di persecuzione, isolamento, colpevolizzazione della vittima, complicità di fatto con i carnefici, aggressioni e omertà finora anche da gran parte della stampa, soprattutto locale. Con motivazioni sconcertanti, omertose, complici di questo clima vergognoso si sta rifiutando persino – di fatto omertà da una parte, boicottaggio dall’altro – di pubblicare la notizia dell’uscita del libro «Tutto ciò che sono». Il fango e la colpevolizzazione di una vittima per lor signori è notizia, che una donna si auto determini, e rappresenti una ribellione quotidiana alle violenze patriarcali e anzi ha una vita, esprima dei talenti straordinari, sia libera, indipendente, autonoma, è una persona artista e scrittrice no.
Un clima che Ilaria Di Roberto - in nome di quella persecuzione millenaria e di quel perpetrare la più schifosa, immonda, vigliacca, sempiterna oppressione – subisce anche nella sua comunità. Lo dimostrano episodi come quelli denunciati l’estate scorsa e il 17 gennaio, gli escrementi e le scritte in cui la si definisce pornostar che deve morire per aver subito revenge porn e, ora, anche strega che porta sfortuna. Torniamo ad esprimerle tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno. E la disponibilità a continuare a disertare certi copioni e ruoli, a schierarci con chi denuncia e lotta, contro chi non china la testa, chi rivendica sacrosantamente il suo diritto alla vita e all’auto affermazione di se stessa. Ad una ragazza che viene insultata, perseguitata, offesa, isolata, dileggiata per aver denunciato, perché è se stessa e non quello che l’ipocrita, bigotto, vigliacco, maschilista pensiero di paese vorrebbe imporre. La gravità della realtà che quotidianamente subisce è dimostrata anche da circostanze come quella che la vede costretta a girare per il suo paese con strumenti di difesa come lo spray al peperoncino. In un paese di provincia di poco più di 10.000 abitanti. Come non ha avuto la necessità di fare neanche in grandi città in cui le è capitato di recarsi anche quando era ancora minorenne.
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«Voglio mostrare alle donne vittime di violenza come si vive non come si muore»
«Tutto ciò che sono», è uscito il nuovo libro di Ilaria Di Roberto
https://www.wordnews.it/tutto-cio-che-sono-e-uscito-il-nuovo-libro-di-ilaria-di-roberto
(si può acquistare su tutti i principali bookstore online e sul sito della casa editrice qui https://www.europaedizioni.com/prodotti/tutto-cio-che-sono-ilaria-di-roberto/ )
L'appello alle donne: «tornate ad essere libere»
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«Tutto ciò che sono», una rivalsa per le donne vittime della violenza patriarcale
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