Vatican shock: le radici oscure del caso Orlandi

Da “Vatican Girl” alla coraggiosa pubblicazione di Alessandro Ambrosini, Emanuela Orlandi e il filo che dalla Banda della Magliana giunge al cuore della pedocupola.

«Il silenzio li ha resi complici», riferito a Woityla, Ratzinger e Bergoglio di cui vengono pubblicate le foto, si legge nella locandina del sit in che si terrà il 14 gennaio dalle 16.30 alle 18.30 in Largo Giovanni XXIII a Roma per tornare a chiedere verità e giustizia per Emanuela Orlandi. Promotore il fratello Pietro che, in questi quasi quarant’anni, non ha mai smesso di cercare la sorella e di lottare perché la verità tutta intera possa emergere.

Il nostro precedente articolo sul sit in l’abbiamo concluso condividendo il video «Vatican Shock», pubblicato dal curatore del blog «Notte Criminale» Alessandro Ambrosini. Albert Einstein disse che una cosa appare impossibile finché non arriva qualcuno che non lo sa e la realizza.

Siamo spesso sommersi da frasi ad effetto, trite e ritrite, su come l’informazione in questo Paese non esista più, su come ormai esistono i social dove tutti possono pubblicare tutto e il contrario di tutto, su come la confusione regni sovrano e ormai il giornalismo, l’inchiesta giornalistica, l’impegno giornalistico non esistono più, non servono più (a chi? cui prodest?) e così via.

Troppo facile seduti sulle comodità di calde case, senza mai sporcarsi le mani, accontentarsi di verità preconfezionate e non porsi domande, dubbi, rimanere con le mani in tasca. Ambrosini è cronista e osservatore di razza, come forse son sempre più rari ma esistono. Conosce il «mondo di mezzo», le sue dinamiche e i suoi personaggi, quel che accade e quel che c’è dietro come pochi. Ambrosini frequenta le strade, le piazze, anche i bar, i luoghi che a troppi fa comodo non illuminare. Quanto avesse ragione Albert Einstein, quanto il mondo si divida in chi ciancia e chi agisce, in chi cerca moventi per il suo essere «materassi di piume» e chi spazza via i facili alibi delle (in)coscienze è chiaro, netto, incontrovertibile, sulle pagine di «Notti criminali».

Nei mesi scorsi il documentario d’inchiesta di Netflix «Vatican Girl» ha riacceso i riflettori del mondo sulle sorti di Emanuela Orlandi. Nella fiction una amica di Emanuela Orlandi ha rivelato che, poco prima della sua scomparsa, la ragazza aveva subito tentativi di molestie da parte di un alto prelato vaticano. In quest’ultimo periodo, e Netflix probabilmente ha avuto un ruolo importante, l’impegno per la verità su Emanuela Orlandi e sul suo rapimento sta avendo una grande spinta.

Quarant’anni dopo la speranza che questo possa essere l’anno giusto emerge. Ambrosini ha pubblicato nelle scorse settimane «Vatican Shock», un audio da lui raccolto nel 2009. E ha sottolineato in queste settimane, anche nel video pubblicato su youtube, che lo ha pubblicato ora perché questo può essere il periodo giusto. Nei giorni dell’annuncio della pubblicazione ci sono state varie testate della grande stampa main stream che hanno dato la notizia, che hanno riportato l’attesa. Più di qualcuno ha «liberamente» interpretato (casualmente? Qualcuno direbbe «non creto») parole di Pietro Orlandi per scagliarle, strumentalmente e falsamente, contro l’annuncio di Ambrosini. Approdato online «Vatican Shock», se si eccettua «Il Riformista» e pochissimi altri, è calato un silenzio tombale.

«Il silenzio della paura» lo ha definito Ambrosini in un articolo su «Notte Criminale» qui https://nottecriminaleblog.wordpress.com/2022/12/19/vatican-shock-e-il-silenzio-della-paura/

«Che cosa è successo realmente? Quali entità si sono attivate per imbavagliare la stampa intera? E’ stata solo paura? E’ stato il timore di essere davanti a un bluff ben architettato? O è stato il timore di seguire una pista, che per quanto scioccante e da valutare, può essere un tassello utile per scrivere una parte di verità?» gli interrogativi di Ambrosini che sottolinea «C’è chi ha svolto il suo ruolo con grande professionalità, come la trasmissione Atlantide di Andrea Purgatori che ha fatto sentire gli audio quasi integralmente. C’è chi è andato oltre, ma ha coperto la notizia molto bene come il Riformista. Alcuni hanno provato a proporlo in redazione, con esito negativo da parte del direttore o del caporedattore».

Nei giorni successivi alla pubblicazione di «Vatican Shock», prosegue Ambrosini, «con precisione svizzera e quasi sospetta, sono emerse immediatamente notizie inerenti altre piste. Due su tutte: quelle che portavano alle rivelazioni di Marco Accetti e quelle che hanno riportato a sentire la voce di Alì Agca, in diretta telefonica. Un ammassarsi di notizie, sul caso Orlandi, che è sembrato più una serie di “falli di confusione” che una necessità giornalistica.

Evidenziando, se ce ne fosse bisogno, che questo drammatico mistero, nel tempo non può e non deve trovare una soluzione. Moltiplicare la “scelta” per il pubblico rispetto alla pubblicazione dell’audio». Colpevole è il silenzio che emerso, un silenzio «che ha accresciuto la convinzione che la strada sia quella giusta, se l’intento voleva essere il contrario. Un silenzio che ha il gusto della censura preventiva, in difesa di un potere che è chiuso dentro le mura del Vaticano. Un potere che si difende non solo dall’emorragia di fedeli, ma dalla sua stessa attendibilità che è in picchiata rispetto a scandali e perdita di empatia con la società. Il tempo che passa, però, non cancella solo prove e testimoni. Il tempo che passa, crea anche delle crepe nelle mura eterne. Ed è da quelle crepe che potrà uscire la verità. O gran parte della verità. E’ sarà solo allora che l’aria tornerà a essere più respirabile dentro il Vaticano».

È immenso l’elenco di molestie e violenze sessuali e pedofile perpetrate e coperte dalla cupola del «clan di soli uomini» vaticani e dintorni. Lo abbiamo documentato in questi mesi, giornalisti coraggiosi come Federico Tulli su Left e Federica Tourn su Domani così come l’agenzia stampa Adista lo hanno documentato e denunciato in moltissime inchieste, Rete L’Abuso e Francesco Zanardi portano avanti coraggiosamente da tanti anni una lotta tenace e fortissima, l’anno scorso è nato il Coordinamento ItalyChurchToo, in passato con riferimento alla vicenda di Emanuela Orlandi se ne è parlato nel 2012 così come prima ancora Gabriele Amorth e un libro il cui solo ricordo ancora oggi imbarazza la cupola vaticana, «Via col vento in Vaticano» che cercarono all’epoca di farlo sparire in poche settimane.

L’audio reso noto da Alessandro Ambrosini pone luce e riporta all’attenzione i grandi protagonisti dell’epoca, va ascoltato tutto, dal primo all’ultimo secondo, con attenzione.

Al quotidiano Domani Ambrosini ha rivelato nei giorni scorsi che la voce del «socio» della Banda della Magliana è Marcello Neroni, l’articolo integrale è disponibile qui https://nottecriminaleblog.wordpress.com/2023/01/11/ecco-chi-e-il-socio-della-banda-della-magliana-che-accusa-il-vaticano-per-il-rapimento-di-emanuela-orlandi/

«Un personaggio che attraversava mondi diversi, da quelli criminali a quelli attigui ai servizi segreti e alle forze di polizia» sottolinea Ambrosini. «Emanuela – aveva detto Orlandi dopo la pubblicazione – potrebbe essere stata vittima di un abuso, un abuso non solo fisico, potrebbe essere stato psicologico, naturalmente non c’è nessuna prova riguardo a quanto viene detto nell’audio» - si legge nell’articolo - Ma per Orlandi le prove sono in Vaticano, dove pochi giorni fa, a quarant’anni di distanza, è partita un indagine prima d’ora mai aperta».