Antonietta, un immenso cuore che batterà sempre

In ricordo di Antonietta Centofanti, strappata alla vita giovedì 29 aprile. Una persona straordinaria, anima della memoria del terremoto del 6 aprile 2009 in cui morì il nipote Davide.

Antonietta, un immenso cuore che batterà sempre
fonte: pagina facebook Massimiliano Di Pillo

Ci sono date che diventano snodi fondamentali, una rottura totale. In pochi secondi tutto prende una piega inaspettata e nulla resta come prima. Gli anni poi passano e la memoria, come una candela, si spegne per molti. Ma non per tutti. Per le abruzzesi e gli abruzzesi una di queste date è il 6 aprile 2009, 3.32 l’ora in cui nulla fu come prima, il momento della terribile scossa che sconvolse L’Aquila e tanti altri comuni. Una notte infinita, terribile, buia del nero più pesto. Una notte che non ha mai visto l’alba, come le tante vittime strappate alla vita da quella scossa, ma il cui ricordo con gli anni si sta spegnendo. In una Regione dove fatalismo, ventri e coscienze molli, scarsa memoria e capacità di chinare il capo senza mai alzarlo.

Ma non per tutti. La memoria, l’impegno per verità e giustizia per il 6 aprile 2009 si legano indissolubilmente ad Antonietta Centofanti. Presidente del Comitato Familiari Vittime della Casa dello Studente, in cui perse la vita il nipote Davide, di tantissime iniziative per la memoria in questi anni e di innumerevoli iniziative culturali e sociali. Il cuore di Antonietta ha smesso di battere su questa terra giovedì 29 aprile. Una notizia giunta improvvisa per molti che, in poche ore, hanno inondato la sua bacheca facebook e la stampa di ricordi, commozione, dolore. Da tutte le parti d’Italia perché il comitato negli anni aveva incontrato altre associazioni e comitati nati dopo altri drammatici avvenimenti. E Antonietta c’era sempre, con la sua passione, forza, straordinaria umanità. Tenendo stretto quel filo rosso che unisce troppi lutti, troppi drammi, troppe ingiustizie di questo nostro sventurato Paese. «L’illegalità è ovunque e uccide. E’ accaduto a L’Aquila ma anche a Giampilieri, a Favara, a Viareggio, a Torino, alla Thyssenkrupp, è accaduto alle Case White di Milano, e noi vogliamo dire forte che la legalità è necessaria e salva la vita» le sue parole, consegnate al ricordo di tutti in questi giorni da una delle tantissime persone che la stanno commossi ricordando.

In quelle ore stava giungendo al culmine il violento e poderoso attacco informatico contro WordNews e solo ora, mentre le lacrime continuano copiose a rigare il volto e l’anima, doverosamente le rendiamo il giusto ricordo.

Ha resistito e animato anche quest’anno, nel secondo anno di pandemia riuscendo a coinvolgere e organizzare, l’anniversario di quel maledetto 6 Aprile. Ci ha accompagnato ancora una volta il 25 aprile, la Festa della Liberazione. Il cuore di Antonietta ha smesso di battere alle soglie di maggio, il mese in cui – come cantava Faber – ci vuole tanto troppo coraggio. Nella canzone per morire, per Antonietta sarà sempre il coraggio della vita, della dignità, dell’umanità. C’è chi lotta un giorno ed è bravo, altri un solo anno e sono più bravi, altri ancora che lottano più anni e quindi più bravi, poi c’è chi lotta tutta una vita ed è indispensabile scrisse Brecht. Parole che doverosamente valgono e si devono dedicare a persone come Antonietta. Un impegno tenace, forte, straordinario, generoso. Vera e coriacea, come l’ha ricordata Pino Ciocola di Avvenire nei giorni scorsi. Autentica come la passione che ha donato.

Lo sguardo di Antonietta, il suo esemplare donarsi, che si rivedono nella nipote Lilli – che condivise con noi in occasione dell’anniversario del terremoto l’anno scorso profonde riflessioni sul terremoto del 6 aprile 2009 e quanto stava accadendo con l’irrompere della pandemia – e nelle foto di Davide. In questi anni diventato una presenza quasi familiare, conosciuto e parte delle nostre vite grazie soprattutto a loro. La generosità di Antonietta, quel suo sguardo appassionato e forte, ha scardinato il copione mediatico (e anche politico) che troppe volte viene cucito addosso ai familiari di vittime di drammi. È stata sempre motore attivo, protagonista nel senso più alto e nobile che possa esistere, custode di una memoria viva e attiva, condivisa con tante altre persone di vari luoghi d’Italia. Innamorata delle nostre terre è stata attiva e generosa in tantissime iniziative culturali e sociali, per tante cause solidali e in difesa degli animali. Ha donato la sua penna, anzi in tempi moderni la tastiera, al portale abruzzotravelfood. Sul quale ha raccontato storie, tesori, bellezze, ricchezze del nostro Abruzzo. L’ultima volta che ho avuto occasione di parlarci fu nel settembre scorso, cercava notizie ed un contatto della famiglia di una pescatrice di Casalbordino, memoria storica della pesca e ancora oggi – ad 84 anni – attiva.

Domenica 2 maggio una cerimonia laica a L’Aquila è stato l’ultimo saluto. «Bella Ciao», un momento in cui ci si è ritrovati e si è voluto ricordarla con passione e amore. Che lei ha donato in tutti questi anni, come testimoniano i commossi e intensi ricordi che continuano ad arrivare sul suo profilo facebook. Un fiume impetuoso che prosegue col passare dei giorni. Una candela ardente che non si spegne e anzi arde sempre più. Settimane dopo quella maledetta notte, leggiamo in uno dei tantissimi ricordi di questi giorni, con cura e delicatezza era tra le macerie della Casa dello Studente, gesti con cui «insegnava cos’è l’amore». 

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