25 gennaio 2011: muore Giovanni Negro

Nato a San Bovo di Castino (CN) il 27 febbraio 1925, non abbiamo molte informazioni sulla sua giovinezza. Sappiamo però che nel ’43 è soldato di leva in Francia e che, all’Armistizio, rifiuta di aderire alla RSI e rientra a casa con l’aiuto della resistenza francese.

25 gennaio 2011: muore Giovanni Negro

Si aggrega alle formazioni partigiane che agiscono nelle Langhe, diventando comandante nelle brigate ‘Garibaldi’, organizzate dal Partito Comunista, con il nome di battaglia di ‘Jean della Val Varaita’, poi cambiato in ‘Negrito’.

Il 20 giugno ’44 cade in un agguato ed è catturato dalle SS ad Alba: portato prima ad Asti e poi alle Nuove di Torino, è deportato in Germania nel luglio, a Chemnitz e Zwickau (vicino Norimberga), due sottocampi di Flossenbürg.

Il 17 aprile ’45, ormai a ridosso della liberazione del campo, riesce a fuggire con un gruppo di compagni di prigionia di diverse nazionalità, tornando in Italia nelle settimane successive.

La sua esistenza dopo il campo è stata interamente dedicata alla testimonianza di quanto aveva vissuto, un’esperienza che lo aveva segnato nello spirito e nel corpo, tanto da essere riconosciuto invalido di guerra. Dal ‘60 all’82 ha ricoperto il ruolo di segretario del Circolo della Resistenza “La Rosa Bianca”, a Torino, e dal ’65 dal 2002 è stato membro del Congresso nazionale dell’ANPI, dedicando tempo ed energie in ogni iniziativa finalizzata alla trasmissione della Memoria, specie nelle scuole e alle nuove generazioni.

Cura e collabora in particolare alla realizzazione di ricerche, docu-film e scritti che approfondiscano la storia del suo territorio negli anni della guerra.

Muore, a 86 anni, il 25 gennaio 2011.

 

Per approfondire:

D. Bosca, La domenica che anche Dio stava nascosto, Araba Fenice, Boves, 2010;

‘L’urlo soffocato. Sette vite spezzate nella Langa fenogliana’, docufilm.

fonte: ANED - Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti