«In Molise la politica non è in grado di gestire questa emergenza»

INTERVISTA al segretario regionale della Cgil Molise, Paolo De Socio: «Non c’è volontà nel condividere una strategia. È paradossale che l’ex governatore Iorio, in questo momento, sembra il factotum, quello che può essere il risolutore di tutti i mali del Molise. È una cosa molto strana. Addirittura la sua proposta viene votata dal consiglio. Mi pare una manovra per mantenere gli equilibri regionali».

«In Molise la politica non è in grado di gestire questa emergenza»

«Dopo settimane nelle quali si è scelto con convinzione di mantenere un sobrio profilo di responsabilità anche per non alimentare confusione, paura e allarmismo, diventa necessario e ineludibile alzare il livello di attenzione per quanto di nostra competenza». Questo passaggio è contenuto in una lunga nota a firma Cgil e FP Cgil Molise. I due segretari regionali, Paolo De Socio e Antonio Amantini, sono intervenuti, dopo una fase iniziale di basso profilo «per preservare una collaborazione fattiva con la classe dirigente regionale», nella situazione emergenziale che sta mettendo alla prova l’intera Regione.

«Innanzitutto, ci viene spontaneo constatare, per interesse diretto di rappresentanza, che non sempre sono state adottate tutte le precauzioni rivolte al complesso quadro dei lavoratori e agli operatori sanitari che operano nelle strutture della Regione, in particolare in quelle di Larino e Venafro, che, in questi giorni, sono interessate da flussi rocamboleschi di pazienti».

 

Per capire meglio il loro pensiero e per evitare di riportare, in modo sterile, il comunicato stampa abbiamo avvicinato il segretario generale della Cgil Molise, Paolo De Socio, per affrontare la situazione sanitaria regionale. «Avevamo deciso di essere partecipi all’interno di questa gestione emergenziale, siamo una delle organizzazioni maggiormente rappresentative. Volevamo assumerci la nostra responsabilità, anche per gestire l’emergenza sociale. Più volte abbiamo provato a non aumentare i livelli di tensione, dando la nostra disponibilità. Dopo le prime segnalazioni abbiamo iniziato a dire che i lavoratori dovevano lavorare in sicurezza. Ma ci siamo accorti che non c’è volontà nel condividere una strategia».

 

La politica regionale non ha una strategia in questa fase?

«Mi riferisco all’accavallamento di competenze, sembrava che il governatore (Toma, nda) avesse accentrato a sé i pieni poteri per questa emergenza. Dopo di che i comunicati quotidiani Asrem venivano fatti dal direttore e poi c’è stata questa sorta di scarico di responsabilità da più parti, una situazione piuttosto antipatica mentre si affronta una emergenza. Abbiamo intuito una mancanza di strategia».

 

Oggi c’è questa strategia?

«No. È paradossale che l’ex governatore Iorio in questo momento sembra il factotum, quello che può essere il risolutore di tutti i mali del Molise. È una cosa molto strana. Addirittura la sua proposta è stata votata dal consiglio. Mi pare una manovra per mantenere gli equilibri regionali. E, in questo momento, non ce lo possiamo permettere. Non mi sembra che questa sia la strada giusta per gestire l’emergenza e il futuro».  

 

Nei giorni scorsi è scoppiata una grossa polemica. Nel vostro comunicato si legge: «quelli trasportati da un luogo ad un altro della Regione sono pazienti, donne e uomini in carne e ossa e non pacchi postali o soprammobili». Può spiegare meglio?     

«Su questa vicenda c’è un intervento della magistratura e nei dettagli non entro. Ma c’è una situazione in cui tutti i molisani rischiano di essere investiti da una cosa del genere. In questa scenata qualcuno dovrà prendersi delle responsabilità. C’è un balletto assurdo, anche in questo caso di scarico di responsabilità tra sindaci, gestori di cooperative e tra Asrem che non è accettabile. Ci troviamo di fronte a una situazione che, sicuramente, poteva essere affrontata in maniera tranquilla, se fossero stati individuati centri Covid o centri a rischio Covid. Fare un trasferimento di pazienti, di notte, non è legittimo. A noi non è piaciuta».

 

Perché, sino ad oggi, non sono stati presi i giusti provvedimenti?

«Si è voluta gestire questa emergenza con retropensieri del passato. Qualcuno che ha ambizione di candidature future pensa di poter mettere sottoscacco i consigli regionali o qualche altro organo decisionale. Qualcuno che ha il potere decisionale non ha voluto condividere, probabilmente, per paura di trovarsi dei nemici che potrebbero essere utili nel proseguimento della carriera politica o istituzionale. Questo è intollerabile».

 

Ma questo consiglio regionale è in grado di gestire questa emergenza?

«A pelle mi verrebbe da dire no. Ho apprezzato il richiamo che ha fatto la consigliera Fanelli sulla necessità di istituire una cabina di regia. Non mi pare che in questo momento ci siano le condizioni per delle proposte che abbiano una rispondenza condivisa sul territorio».

 

Qual è lo stato di salute della sanità regionale?

«Abbiamo denunciato da tempo che lo stato di salute della sanità non è ottimale. Abbiamo avuto da ridire sui tredici anni di commissariamento. Lo Stato che commissaria se stesso, una cosa paradossale. Non avrebbe senso in periodi normali, non ha senso in questo periodo di emergenza. Ognuno ha usato la sanità per avere un riscontro politico. Per l’attribuzione ai privati solo la Lombardia supera il Molise. Scelte spropositate che hanno superato il 40% di attribuzione di fondi e di posti pubblici al convenzionato. Lo stato di salute della sanità molisana era già labile. Ma in questo momento sta mostrando il suo lato peggiore».

 

Il segretario regionale della funzione pubblica Antonio Amantini, nei giorni scorsi, ha parlato di una «gestione dilettantistica dell’emergenza». Lei condivide?

«Ha fatto una affermazione che, sicuramente, proviene dai territori. Condivido questa affermazione, non tanto per le scelte di cui qualcuno si assumerà la responsabilità, ma anche per metodo e strategia».            

 

           

 

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