Ma che fine ha fatto Matteo Messina Denaro?

IL VIGLIACCO LATITANTE. Crolleranno le coperture istituzionali? E se il latitante vivesse da anni al Nord coperto da insospettabili che avrebbero per lui creato un habitat tale da poter ricevere cure mediche e vivere liberamente sotto falsa identità.

Ma che fine ha fatto Matteo Messina Denaro?

Si stringe il cerchio sul latitante Matteo Messina Denaro: un'altra operazione del ROS dei carabinieri che individua ed arresta esponenti vicino al latitante.

I carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Trapani hanno eseguito misure cautelari nei confronti di 35 persone per associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, porto abusivo di armi e altro.

L’indagine s’inquadra nella più ampia manovra investigativa condotta dall’Arma in direzione della cattura del latitante Matteo Messina Denaro. L’operazione riassume gli esiti di articolate indagini svolte dai militari sul conto di esponenti di primo piano dei mandamenti mafiosi di Cosa nostra trapanese, confermandone la riferibilità alla leadership del ricercato di Castelvetrano.

Siamo sicuri che Mattia Messina Denaro si nasconda in Sicilia?

Nella sua città natale o in qualche paese dell'isola?

E se il latitante vivesse da anni al Nord coperto da insospettabili che avrebbero per lui creato un habitat tale da poter ricevere cure mediche e vivere liberamente sotto falsa identità.

Bisognerebbe vedere chi più vicino al latitante, negli ultimi anni, si sia trasferito al Nord. Ed oggi è inserito nel tessuto sociale di città in cui non succede mai nulla di rilevante a livello criminale. E dove i cittadini vivono in maniera che è difficile percepire atteggiamenti tipici di personaggi di un calibro mafioso come un boss di tale spessore.

Ma, soprattutto, esiste la volontà di sbattere in galera questo criminale? 

 

LEGGI ANCHE:

Il pentito: «Matteo Messina Denaro è un pezzo di merda. Voglio parlare con Di Matteo»

 

C'è un patto tra Stato e mafia? Per l'On. Aiello: «Non si vogliono guastare gli equilibri»

Cimarosa: «I figli non possono pagare gli errori dei padri»

«Le persone sono più coraggiose a Castelvetrano»

«Abbiamo bisogno della vera Antimafia, non quella da passerella»

 

Ci restano le monete

La sagra dell'ipocrisia

 

- A cosa serve commemorare?

30 anni dopo: la benedizione sui candidati dei condannati per mafia

 

Un Paese al contrario

 

L'INTERVISTA a Salvatore Borsellino

PRIMA PARTE. «Borsellino: «gli assassini di mio fratello sono dentro lo Stato»

SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

TERZA PARTE. Borsellino «L'Agenda Rossa è stata nascosta. E' diventata arma di ricatto» 

 

L'INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO

Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»