Pasky e il suo amore incondizionato
Giornata dell'Autismo. «Ma non so perché ci ricordiamo solo oggi, la nostra quotidianità, con la sofferenza nel cuore. Comportarsi come Mary Poppins che apre la sua borsa per tirar fuori energie e speranze vissute per la quotidianità sembrano poco, anzi nulla. L'incertezza del dopo di noi, cosa succederà. E logora in ogni momento che il respiro ti accompagna».
Il 2 aprile è diventata la Giornata dell'Autismo. Nella nostra società è diventata un'abitudine dedicare un giorno a qualcosa, come se farlo esorcizzasse quell'argomento. Conosco Pascky da molto tempo, è un ragazzo speciale, un ragazzo dal cuore d'oro, un ragazzo che, se gli stai simpatico, te lo dimostra in tutti i modi possibili, ma uno su tutti: ti apre il cuore. Entrai in punta di piedi nel suo mondo, non volevo fare o dire nulla che potesse disturbarlo, ma Pina e Antonio, i super-genitori, mi dissero di non preoccuparmi, perché "Ti sceglierà lui, se capisce che gli stai vicino per amore, non ti respingerà mai, anzi...", e così è stato.
Ultimamente non ci vediamo molto, ma un suo abbraccio, un suo sorriso sono davvero cose che aprono il cuore e la mente. Stamattina ho scritto a Pina un messaggio e lei mi ha risposto così:
Oggi 2 aprile, giornata della consapevolezza dell'autismo.
Ma non so perché ci ricordiamo solo oggi, la nostra quotidianità, con la sofferenza nel cuore. Comportarsi come Mary Poppins che apre la sua borsa per tirar fuori energie e speranze vissute per la quotidianità sembrano poco, anzi nulla. L'incertezza del dopo di noi, cosa succederà. E logora in ogni momento che il respiro ti accompagna.
Il mio amore per Pasky è incredibilmente incondizionato e, finché ne avrò la forza e le possibilità, farò tutto quello di cui sono in possesso, senza anteporre l'amore che ho per l'altra figlia; sono amati in eguale modo sono il frutto dell'amore di Dio.
Già, in questa storia c'è tanto amore, tanta sofferenza e, soprattutto, un pensiero fisso: il dopo! Quando si pensa di poter aiutare, lo si fa molto spesso con una "donazione in denaro" oppure con "la spesa", oppure "pagando una bolletta... ma, in questo caso, l'aiuto dovrebbe essere diverso.
Vi faccio una domanda: rinuncereste ad un'ora della vostra vita per donarla al prossimo?
Esatto, sto parlando di tempo. A queste famiglie servirebbe un po' di tempo anche solo per pensare a loro stessi, un po' di tempo per credere in se stessi, un po' di tempo per vivere la vita in maniera un po' diversa dalla quotidianità. L'amore per Pasky, ripeto e sottolineo, è incondizionato, quello che ci vuole, in questo momento e per sempre, è il tempo da dedicare ai genitori e ai fratelli o sorelle, un po' del nostro tempo per aiutarli a sorridere alla vita ancora di più di come fanno quotidianamente. Non solo oggi, ma anche gli altri 364 giorni dell'anno.