Rancitelli, il coraggio e l'impegno del comitato e la periferia che non si arrende

Dopo i recenti attentati il Comitato di quartiere «Per una nuova Rancitelli» prosegue la lotta per la riqualificazione e contro i sistemi criminali. Cittadini esemplari che si ribellano alla delinquenza, dimostrando che è possibile farlo ogni giorno. Monito del parroco don Max: «Rancitelli non è un problema di Rancitelli, è un problema di Pescara, perché ci sono acquirenti che da tutta la provincia, e non solo, vengono qui ad acquistare droga».

Rancitelli, il coraggio e l'impegno del comitato e la periferia che non si arrende
fonte: pagina facebook comitato di quartiere «Per una nuova Rancitelli»

«Decine, forse centinaia di migliaia di donne e di uomini sono al lavoro, negli interstizi del disordine globale, per riannodare i nodi, ricucire le lacerazioni, elaborare il male ... sono loro l'unico embrione, fragile, esposto, di uno spazio pubblico non avvelenato o devastato nella città planetaria». Le periferie a cui Marco Revelli nel libro «La politica perduta» erano quelle del Sud del Mondo, dei paesi devastati dalle guerre e dall’avidità, ma con lo sguardo rivolto anche alle periferie del ricco mondo occidentale, alle periferie delle nostre grandi città. Luoghi segnati dal degrado e dall’emarginazione, troppo spesso abbandonati dalla «politica» e non considerati dalla «società». Eppure queste periferie sono lo specchio del mondo in cui viviamo, delle sue dinamiche, contraddizioni, lacerazioni, degrado civile e sociale. Illuminare le periferie, non emarginarle, sanare le ingiustizie e le diseguaglianze che le devastano sono una sfida importante del nostro tempo. Solo ripartendo da qui, da questi luoghi troppo spesso abbandonati, è possibile far si che questo mondo sia più vivibile ed umano, sconfiggere le mafie ed ogni sistema criminale. Tanti, troppi, si sono ormai arresi e accettano, si amalgamo, considerano normale qualsiasi degrado, incuria, delinquenza, che i cittadini onesti devono subire le angherie e le oppressioni criminali. Alla fine ci si abitua a qualsiasi faccia e situazione, tutto diventa parte del paesaggio e un po’ alla volta – come denunciava Peppino Impastato nel film «I Cento Passi» - lo si considera normale. «Villa del fuoco», la periferia pescarese nota come Rancitelli e di cui ci stiamo occupando da sempre, può essere considerata a pieno titolo tra le periferie a cui ha volto lo sguardo Revelli. Con i suoi problemi, i sistemi criminali presenti, il degrado dello spaccio e della povertà, dei sistemi criminali e dello sfregio ad ogni convivenza civile.  

«Rancitelli non è un problema di Rancitelli, è un problema di Pescara, perché ci sono acquirenti che da tutta la provincia, e non solo, vengono qui ad acquistare droga» ha ammonito il parroco don Max nelle scorse settimane.  Lo documentano la cronaca quotidiana o quasi, i collegamenti di alcune famiglie con parenti e affiliati di altri comuni della regione (a partire dal vastese), con i Casamonica e gli Spada di Roma ed Ostia, con altri clan e famiglie soprattutto pugliesi e campane. Poco dopo la fine del lockdown una maxi operazione anti droga colpì una massiccia rete di narcotraffico in vari comuni del chietino che partiva da Rancitelli. Nelle scorse settimane a San Silvestro spiaggia la squadra volante della Polizia ha sequestrato 51 chilogrammi di eroina, cocaina, hashish e marijuana. Erano destinati tutti alla piazza pescarese e quindi a rifornire i pusher locali, quelli di Rancitelli, negli ultimi giorni letteralmente sotto assedio da parte delle forze dell'ordine, gli oltre 51 chili di droga fra eroina, cocaina, hashish e marijuana sequestrati, venerdì sera, dai poliziotti della squadra volante in via Polacchi, a San Silvestro spiaggia. 51 chilogrammi che avrebbero permesso di incassare agli spacciatori un milione e mezzo circa e destinata alle piazze pescaresi e a rifornire i pusher di Rancitelli. Uno dei due fratelli arrestati qualche anno fa era stato già arrestato in Spagna per traffico internazionale di droga.

L’impegno e le denunce del Comitato di Quartiere e dei cittadini che non si arrendono

«Villa del fuoco» non è solo questo, non è solo degrado e criminalità. C’è gente onesta, coraggiosa, che non si amalgama e non pensa che tutto possa essere accettato. Anche a Rancitelli ci sono alcune delle milioni di persone che, nelle periferie del disordine globale, sono in azione. Don Max è tra i motori del Comitato di Quartiere «Per una nuova Rancitelli» insieme a Francesca Di Credico, intervistata nei mesi scorsi e varie volte citata negli articoli del nostro giornale, a cui cogliamo l’occasione per inviare le congratulazioni e i migliori auguri per l’importante traguardo professionale delle scorse settimane quando è diventata ufficialmente avvocato. «Da una periferia onesta, pulita, nonviolenta avverrà la resurrezione del mondo» scrisse l’ideatore della Marcia per la Pace Perugia-Assisi Aldo Capitini. L’azione del comitato «Per una nuova Rancitelli» è la dimostrazione di questo, in una città dove violenza e spaccio, prepotenza e delinquenza sono radicati ovunque fino al cuore della «città bene» e della «movida», come ampiamente ha documentato anche la cronaca di questi ultimi mesi. Sul suo profilo facebook Francesca il 14 ha lanciato un appello per una ragazza di 25 anni che si è ribellata ad una cultura di sottomissione, che ha lottato per poter studiare, lavorare, che scrive poesie bellissime ed è la dimostrazione vivente che è possibile vivere onestamente e costruire alternative al degrado sociale: «Virginia è una delle persone più belle e forti che conosco al mondo – racconta nel post  -  e ha bisogno di aiuto. Se qualcuno tra i miei contatti può aiutarla a trovare un lavoro part-time contatti me o direttamente lei».

Gli attivisti del comitato in quest’ultimo anno e mezzo, e molti anche prima della sua nascita, hanno denunciato, combattuto, lottato, promosso proposte alle istituzioni, portato avanti attività sociali e culturali (come Francesca Di Credico ci ha raccontato nei mesi scorsi il numero di associazioni e il fermento presenti a Rancitelli non si registrano nelle altre zone di Pescara). Un impegno che è proseguito, come abbiamo cercato costantemente di raccontare sul nostro giornale e continueremo a fare ogni volta che è possibile, anche in questo anno difficile e travagliato e nei mesi del lockdown. Quando a Rancitelli, e altre testimonianze e segnalazioni ci sono arrivati dal vastese come abbiamo ripetutamente denunciato, famiglie che forse dovremmo definire, e mai smetteremo di ripeterlo, clan festeggiavano (e festeggiano tuttora) l’arrivo di nuovi carichi di droghe e lanciano sfide continue alla collettività e alle istituzioni sparando fuochi d'artificio. Le denunce e l’impegno civile danno fastidio, i sistemi criminali li vedono come un affronto. E quindi reagiscono con le peggiori armi delinquenziali, le stesse con le quali una «minoranza a cui non va neanche riconosciuta una dignità» (una recente denuncia del Comitato che ripeteremo continuamente e ci permettiamo di estendere ai parenti, affini e alleati criminali del vastese, di tutta la Regione, di Roma, pugliesi, campani e di ogni altro luogo) cercano di egemonizzare le piazze e imporre la loro presenza. Sono le armi delle intimidazioni, delle violenze e degli attentati come accaduto nelle scorse settimane a Rancitelli quando hanno distrutto alcune auto e bruciato quella di un attivista del Comitato. A suo sostegno il Comitato di Quartiere «Per una nuova Rancitelli» ha lanciato una sottoscrizione solidale: chi vuole può contribuire utilizzando queste coordinate bancarie: Poste italiane spa, Iban: IT43P3608105138242031942047 intestato a: Gianni Mincone, causale: "Raccolta fondi auto bruciata».