Ulisse, Associazione Rita Atria: «Deplorevoli le affermazioni dell’onorevole Piera Aiello»

PARLA ULISSE, testimone di giustizia e presidente onorario dell'Associazione Rita Atria. «Ritengo altrettanto goffe le spiegazioni successive per tutte quelle motivazioni che fanno parte di un concetto molto semplice: il rispetto della Memoria».

Ulisse, Associazione Rita Atria: «Deplorevoli le affermazioni dell’onorevole Piera Aiello»
da Youtube

Il mio nome è Ulisse. Si tratta di un nome in codice perché sono un Testimone di Giustizia: negli anni '90, insieme a mia moglie, ho testimoniato di aver assistito ad un delitto di camorra mentre percorrevo una strada statale. Né io né mia moglie da quel giorno ci siamo girati dall’altra parte.

Da Testimone e da Presidente onorario dell’Associazione Antimafie "Rita Atria” trovo deplorevoli le affermazioni dell’onorevole Piera Aiello, anche Ella Testimone di Giustizia, riguardo la “fortuna” (sic.) di essere uccisi toccata in sorte agli ebrei ad Auschwitz, e ritengo altrettanto goffe le spiegazioni successive per tutte quelle motivazioni che fanno parte di un concetto molto semplice: il rispetto della Memoria.

È una presa di posizione difficile, la mia e quella di tutta l’Associazione che rappresento, ma portando il nome di Rita Atria non possiamo fare sconti a nessuno. Chi fa della Testimonianza un valore di vita non può tacere di fronte ad un uso a dir poco “disinvolto” delle parole, soprattutto da parte di chi riveste anche ruoli parlamentari.

Invitiamo pertanto l’onorevole Piera Aiello a chiedere SCUSA (le motivazioni date su Facebook sono veramente insufficienti) per quei paragoni che offendono le Vittime, la Storia e la MEMORIA. Invitiamo altresì il M5S ad esprimersi sulle dichiarazioni di un suo onorevole nonché membro della Commissione Parlamentare Antimafia senza contare sulla memoria corta delle persone e senza aspettare che i problemi di questo paese cancellino i fatti.

Occorre fare un po’ di chiarezza sulla differenza tra Testimoni e Collaboratori. La testimonianza è un atto di senso civico e di amore per il prossimo, anche a costo di dover lasciare la propria terra, il proprio lavoro e affetti. Si tratta, innanzitutto, di un atto per la propria dignità. Sono, infatti, Testimoni coloro che sono del tutto estranei ai fatti, alle persone e agli ambienti di cui riferiscono e che portano testimonianza di fatti di cui sono stati vittime essi stessi o loro congiunti. Al contrario, il Collaboratore è invece una persona interna all’ambiente criminale che fa un accordo con lo Stato in cambio di informazioni.

Quindi, il Testimone di Giustizia - pur intraprendendo un nuovo difficile cammino, supportato da forti sentimenti di partecipazione e di fratellanza umana - mai rinnegherà il proprio gesto e mai si rivolgerà contro lo Stato che, non sempre perfetto, va spronato a migliorarsi. Quello stesso Stato che avrebbe vita più agevole se scomparissero omertà e menefreghismo. Il Testimone infatti deve diffondere la cultura della partecipazione e del senso di proprietà collettiva della cosa pubblica. Sentimenti che palesemente mal si sposano con esternazioni e paragoni come quelli resi pubblicamente dall’onorevole Aiello.

Ulisse
Testimone di Giustizia e Presidente Onorario Associazione Antimafie "Rita Atria"

PER APPROFONDIMENTI:

La deputata Piera Aiello e quel paragone inaccettabile. Bastano le scuse? O servono le dimissioni?

La REPLICA dell'Onorevole