Altro che mafia e appalti...

L'OPINIONE DI MARIO RAVIDA'. 'Scotto era un operaio dell'azienda telefonica nazionale ed aveva contatti con personale dei servizi segreti stazionante nel "castello Utveggio" che dominava dall'alto del monte Pellegrino la zona di via D'Amelio'. 

Altro che mafia e appalti...

Invito tutti ad ascoltare questa inquietante testimonianza di Gioacchino Genchi ed, in particolare, dal minuto 52.47 in avanti, dove Genchi evidenzia il ruolo del mafioso Scotto nell'ambito delle connessioni Istituzionali che portarono alla strage di via D'Amelio. 

Genchi chiede alla Procura di Caltanissetta di non fermare Scotto, poiché questo poteva essere l'Anello di congiunzione tra mafia ed alte Istituzioni dello Stato. 

Sempre Genchi riferisce che egli, dopo che la Procura di Caltanissetta decise di fermare Scotto e vanificare così le ulteriori indagini, abbandonò il gruppo che si occupava delle attività investigative sulla strage e chiese il trasferimento ad altro incarico. 

Scotto era un operaio dell'azienda telefonica nazionale ed aveva contatti con personale dei servizi segreti stazionante nel "castello Utveggio" che dominava dall'alto del monte Pellegrino la zona di via D'Amelio. 

Genchi aggiunge che nei giorni immediatamente prima della morte di Borsellino mentre questi stava interrogando a Roma Mutolo e vi fu l'episodio in cui Borsellino parlò con la dott.ssa Ferraro e forse anche con il Ministro Mancino e apprese della "trattativa" in atto tra carabinieri e Vito Ciancimino (episodio negato da Mancino che asserisce come non conosceva neanche il Borsellino e a tal proposito Genchi si chiede come facesse il Ministro a non conoscere Borsellino che era stato anche nominato nella votazione per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica)?

A confermare che Borsellino uscì stravolto da quegli incontri per quello che avrebbe appreso, fu un carabiniere della DIA che in quel momento faceva da autista a Borsellino. 

Carabiniere che conferma come Borsellino fece delle telefonate dal suo telefonino nel momento che uscì dalla stanza del  Ministro e incontrò il dott. Contrada il quale gli disse di salutargli Mutolo, sebbene l'interrogatorio doveva essere segreto. Si mise in auto per andare a continuare l'interrogatorio con Mutolo. Interrogatorio precedentemente interrotto poichè Borsellino venne convocato, urgentemente, da Mancino, Ministro degli Interni che, come detto, non ricorda i fatti. 

Sempre Genchi afferma che dallo studio dei tabulati del telefono di Borsellino, si evincono in quelle ore, due telefonate che sono riconducibili una al dott. Vigna e l'altra al Procuratore Tinebra.

Mi domando, è stato mai sentito in qualche processo trattante l'attentato di via D'Amelio questo carabiniere della DIA che faceva da autista a Borsellino? 

Dove sono gli interrogatori di questo carabiniere? Ha mai testimoniato sui fatti in qualche processo?

 

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