Vie, piazze, murales, targhe, monumenti, e poi da che parte state?

Non servono altre commemorazioni, passerelle e false promesse. Non servono altre vie da intitolare a quegli stessi magistrati di cui state, anno dopo anno, vanificando il sacrificio. Basta con l'ipocrisia. Siate il "modello vincente" a cui auspicava Falcone. Siate lo Stato di cui abbiamo bisogno, ma, soprattutto, che meritiamo.

Vie, piazze, murales, targhe, monumenti, e poi da che parte state?

Disposizione inserita nella legge sulla privacy che obbliga i gestori telefonici a eliminare i tabulati dopo soli cinque anni, abolizione dell'ergastolo per i reati di strage con possibilità di richiedere il rito abbreviato anche per reati di mafia, riforma che indebolisce l'istituto dei collaboratori di giustizia, legge sulle indagini difensive, legge bavaglio, discussioni sulla legittimità dell'art.41-bis ord.penit. (carcere duro), abrogazione dell'art.323 c.p. (abuso di ufficio), perplessità sul reato di concorso esterno...

Se è vero che, nel corso degli anni, l'Italia si è dotata di efficaci e potenti strumenti capaci di rispondere all'esigenza di contrastare le mafie, fino a emanare un Codice Antimafia, è pur vero che il diritto deve necessariamente seguire di pari passo i mutamenti sociali: le norme giuridiche sono variabili dipendenti del contesto sociale e il sistema giuridico è un sistema dinamico, in continua trasformazione. Ciò significa che bisognerebbe elaborare legislazioni adatte a contrastare il fenomeno mafioso attuale che si caratterizza per essere parte integrante di un sistema criminale molto più ampio in cui le alte sfere criminali sono dedite ai reati tipici dei colletti bianchi e per incidere non solo più a livello locale, ma anche nazionale e internazionale e, quindi, agendo sul territorio di più Stati producendo conseguenze di rilevanza pubblica a livello globale.

Questa esigenza, però, non porta con sé la pretesa di sostituire il vecchio apparato normativo e, invece, si è assistito e si assiste tutt'ora a un lento smantellamento dell'impianto legislativo ideato da Falcone, Borsellino e tantissimi altri uomini di Stato impegnati nella lotta alla mafia. Pertanto, strumenti come la Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia, la DIA (nata per iniziativa di Giovanni Falcone), la Procura nazionale antimafia (nata su impulso del Pool antimafia), sono stati disattivati o resi meno efficienti per consentire a quelle stesse realtà che avrebbero dovuto combattere, di avere vita facile.

E allora la domanda, più che lecita, è: ma voi da che parte state?

Non servono altre commemorazioni, passerelle e false promesse.

Non servono altre vie da intitolare a quegli stessi magistrati di cui state, anno dopo anno, vanificando il sacrificio.

Non serve fare memoria se poi ci si dimentica dell'importanza dei collaboratori di giustizia nel contrasto alle mafie, di vivere in uno Stato democratico in cui l'opinione pubblica ha il sacrosanto diritto di conoscere e di accedere alle informazioni relative a fatti di mafia, della necessità del carcere duro per recidere i rapporti tra i membri dell'organizzazione mafiosa, dell'impatto delle connessioni tra mafia e mondo delle professioni e di quanto, proprio questo mondo, garantisca alle mafie prosperità, protezione e sopravvivenza.

Abbiamo bisogno di uno Stato che dimostri di scegliere, e che lo faccia concretamente, noi cittadini onesti e profondamente stanchi di assistere al trionfo della mafia.

Giovanni Falcone, il magistrato che ricordate con orgoglio e fierezza ogni 23 maggio e di cui ne elogiate le gesta, sosteneva che «il successo delle mafie è dovuto al loro essere dei modelli vincenti per la gente. E che lo Stato non ce la farà fin quando non sarà diventato esso stesso un "modello vincente"».

Basta con l'ipocrisia. Siate il "modello vincente" a cui auspicava Falcone. Siate lo Stato di cui abbiamo bisogno, ma, soprattutto, che meritiamo.

Francesca Cecere

 

Per approfondimenti:

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Attilio Manca doveva morire. Provenzano verrà arrestato solo nel 2006 (in una masseria a Corleone). Uno show organizzato per dire alla massa: noi siamo contro la mafia e arrestiamo i mafiosi. Solo puttanate. 

https://www.wordnews.it/il-caso-manca

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SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»

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Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»

Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»

Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»

Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»