Abruzzo, prima settimana in «zona gialla» e nuovi lockdown comunali

PRIMA PARTE. L’emergenza torna ad avanzare, scuole secondarie di secondo grado chiuse in tutta la Regione e tre comuni dichiarati «zona rossa». Intanto i partiti al governo della Regione, di Pescara e L’Aquila si slegano e non riescono a rilegarsi del tutto su incarichi e dirigenze. Persino nella ASL aquilana.

Abruzzo, prima settimana in «zona gialla» e nuovi lockdown comunali

Repetita iuvant. Quando i latini pensarono che «le cose ripetute giovano» non potevano conoscere l’Abruzzo di oggi, nei mesi di una terribile pandemia. La storia si ripete sempre due volte ammoniva oltre 150 anni fa Carlo Marx.

A queste latitudini invece si ripete almeno quattro volte in un mescolarsi di farsa e tragedia. Nove mesi fa abbiamo raccontato le «disordinanze» della ripartenza dopo il primo lockdown, nel pieno della seconda ondata il pandemonio è esploso mentre nei palazzi una «politica che si slega» si baloccava (parafrasando un passaggio dell’intervista di Antonio Ingroia, presidente di Azione Civile, dell’altro giorno) nella rincorsa e negli scontri pre, durante e post elettorali. Tutto mentre una sanità devastata dalla «politica» stessa, da scandali giudiziari e anni di tagli e commissariamento, segnava drammaticamente il passo e si sono avuti morti persino all’ingresso degli ospedali stessi.

A dicembre, superando abbondantemente l’ammonimento di Marx, eravamo già arrivati alla terza fase con il ritorno in zona rossa per un giorno dopo che il TAR ha sospeso l’ordinanza di Marsilio. Che, contrapponendosi a quanto era stato disposto dove si puote, voleva assolutamente tornare in zona gialla. I dati della «Cabina di regia» nazionale indicavano la regione adriatica come a «medio rischio», la cosiddetta «zona arancione», mentre il proconsole la vedeva in «giallo». Morale della favola l’Abruzzo si è ritrovata nel caos totale del ritorno per 24 ore in zona rossa.

E, dopo aver anticipato l’ingresso nella stessa «zona rossa» a novembre, «così torniamo in zona gialla prima e salviamo il Natale», il 2020 si è concluso senza neanche un’ora nella fascia a più basso rischio. L’obiettivo nazionale di un’Italia tutta in basso rischio prima delle festività è fallita grazie all’Abruzzo, unica regione che infranse ogni possibilità.

Regione gialla ma tornano le zone rosse

Poteva bastare così? Anche di meno sicuramente. Ed invece la storia continua a ripetersi e il pandemonio continua. Finalmente l’Abruzzo, dopo tutti i travagli dei mesi scorsi, sembrava potesse tranquillizzarsi e vivere un ampio periodo in zona a basso rischio. Un periodo finalmente senza grandi angosce, con l’economia che respira e i cittadini che vedono migliorata la situazione.

Speranza infranta. La sanità marsicana nella provincia aquilana ha vissuto ancora affanni, dopo essere stata definita addirittura durante la seconda ondata «la nostra Wuhan», nel pescarese ci si è ritrovati ad avere contemporaneamente anche oltre 1000 persone tra studenti e personale scolastico in quarantena e, tra gli altri, la cosiddetta «variante inglese» ha portato all’esplosione di un focolaio a Guardiagrele, altri focolai a Tocco da Casauria, Atessa e anche in altri comuni dove l’allarme sembra ora attenuarsi.

Mentre le Residenze per Anziani hanno visto la drammatica conta di malati e morti aumentare. Venerdì 8 febbraio il proconsole ha emanato un’ordinanza in cui ha disposto la «zona rossa» nei comuni di Guardiagrele, Tocco da Casauria e Atessa e la chiusura per due settimane delle scuole secondarie di secondo grado.

 

La «politica» che non si smentisce mai: la maggioranza continua a slegarsi per incarichi e poltrone

Mentre la seconda ondata iniziava ad irrompere in Abruzzo abbiamo sottolineato come la maggioranza tripartita FdI-Lega-FI, che fino alle scorse elezioni era maggioranza a Chieti e lo è in Regione, a L’Aquila e Pescara, si stava scontrando e dilaniando su pre elezioni, post elezioni e caselle nelle varie giunte.

Mentre sta accadendo quanto raccontiamo oggi, che è in realtà solo una parte di un pandemonio e un’emergenza molto più vasta ma lo spazio di un articolo è tiranno, pare che a L’Aquila tra il sindaco meloniano e la lega la pax si sta avvicinando (ma appaiono ancora meno slegati ma non ancora rilegati), nello stesso territorio a livello regionale Fratelli d’Italia e Lega son tornati a farsi la guerra per posti e poltrone – ora direttamente per nomine nella ASL dove proprio questa è l’emergenza in questo momento – e a Pescara e dintorni stanno ai ferri cortissimi e bollenti per le future nomine amministrative nella futura «Grande Pescara», il progetto di fusione tra il comune e quelli vicini di Montesilvano e Spoltore.

 

WORDNEWS.IT © Riproduzione vietata

 

LEGGI ANCHE

Sanità, il coronavirus è dilagato nella macelleria dei tagli

Coronavirus in Abruzzo, sanità allo stremo e denunce di scarsa sicurezza degli operatori

Che politica è questa?

Le disordinanze della Regione Abruzzo

Pandemia. Abruzzo tra retrocessione a zona arancione e una politica che si «slega»

PANDEMIA. L’Abruzzo retrocesso a zona arancione. Allarme sempre più rosso

Abruzzo: palcoscenico per scontri di palazzo, tra pandemia ed emergenze continue

Abruzzo. Prima della salute l’emergenza è la sanità

- L'Abruzzo torna zona rossa per 24 ore