I simpatizzanti di Provenzano

Alcune settimane fa inizia a seguirci un iscritto di Corleone: sulla sua pagina Facebook cordoglio per la morte di Provenzano e altri post a favore del defunto boss mafioso.

I simpatizzanti di Provenzano

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Tra i primi che ha iniziato a seguirci c'è un soggetto che pare provenire dalle zone di Corleone. Abbiamo cercato di capire qualcosa in più su questo follower navigando sui suoi profili social. Sul suo Facebook, tra i post religiosi e in cui ostenta il proprio stile di vita e paesaggi vari, la nostra attenzione è stata catturata dai post dedicati al defunto boss di Corleone Bernardo Provenzano.

La foto a corredo di quest’articolo documenta in maniera inequivocabile il «pensiero» del "simpatizzante": cordoglio per la morte (anche per Totò Riina) ed esaltazione per lo zio Binnu, trattato quasi come una guida spirituale. In diversi post pro Provenzano si trova una foto sorridente sotto il cartello di una strada di Corleone dal nome di una data ben precisa, il giorno dell’arresto del boss. Una scelta dell’allora amministrazione che sancì una precisa scelta di campo: la ribellione e il rifiuto da parte del comune e di ogni possibile legame con le famiglie mafiose che vi sono nate. La strada venne inaugurata nel primo anniversario dell’arresto di Provenzano, con tre giorni di festa. «Voglia di libertà», un evento da cui scaturirono varie altre iniziative che hanno portato a sorgere un fervido «laboratorio dell’antimafia».

Come abbiamo già documentato sui social c’è chi rilancia ed esalta i messaggi dei mafiosi, che su queste piattaforme hanno trovato nuove occasioni di traffici, intimidazioni, ricerca del consenso sociale. Nell'articolo del 22 gennaio abbiamo rilanciato l'allarme del Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale sull'esistenza di videogiochi online come «Mafia City» su cui si può "vincere" il titolo di «Padrino» e un clan da governare.

Sull'esplosione del fenomeno di squallidi giochi come «Mafia City» ma anche «Mafia Empire», «Mafioso: Giochi di Gangster», «Gioco della Mafia», «City Mafia Gods», «Mafia Families» e «Narcos: Cartel Wars» è stato interessato della questione anche il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra che ha dichiarato di essere inquietato da «tutti questi titoli a sfondo criminale, che possono anche plasmare una forma di pensiero nei giovani non ancora adeguatamente formati» e che non c'è «al momento un’indagine della Commissione, abbiamo diversi dossier aperti e molto urgenti. Ma non escludo di approfondire la tematica».

Una testimonianza di cosa accade su Facebook, qualche giorno dopo le nostre pubblicazioni, è venuta dal lavoro di denuncia di Adriana Colacicco, del Progetto di Vita che ha documentato l’esistenza di pagine inneggianti a Matteo Messina Denaro e alla Sacra Corona Unita.

Negli stessi giorni tra i commenti ad un post su Totò Riina sono comparsi messaggi neanche tanto velatamente intimidatori. Ed è legata proprio a Riina la prima testimonianza del vento di giustizia e legalità che spira da Corleone: nel 2011 la voce che il terzogenito di Totò Riina poteva tornare in paese scatenò una rivolta che sfociò in una presa di posizione unanime del consiglio comunale che lo dichiarò «persona non gradita». Anche a Padova (dove ha soggiornato per anni fino ad essere allontanato per la frequentazione con ambienti dello spaccio cittadino) il suo arrivo scatenò forti polemiche.

Finora l’unico territorio in cui il suo arrivo ha suscitato ben poche reazioni di rifiuto e molti imbarazzati silenzi, benevolenze e persino accoglienze è stato il vastese. Soprattutto l’anno scorso Salvo Riina è stato attivissimo su Facebook e Instagram dove ha lanciato persino due aste di gadget in cui ha trasformato in un brand se stesso e il libro dedicato alla propria famiglia. La seconda asta, quella di una cover per cellulari con la copertina del libro, ha visto la scadenza il 19 luglio a pochi minuti dall’ora in cui fu fatta esplodere a Palermo la bomba che assassinò Paolo Borsellino e la sua scorta. Un’attività social improvvisamente interrottasi in piena estate mentre da dicembre scorso sembra essersi allontanato dall’Abruzzo.

 

Per approfondimenti: 

https://www.wordnews.it/le-mafie-cercano-consenso-sui-social-network

https://www.wordnews.it/sui-social-network-impazzano-anche-mafiosi-e-spacciatori

 

https://www.wordnews.it/il-figlio-del-boss-dei-boss-in-abruzzo-e-riina-diventa-un-brand

https://www.wordnews.it/che-fine-ha-fatto-salvo-riina