Mafie nigeriane: sfruttamento della prostituzione, narcotraffico e saldatura con le mafie italiane

Le mafie nigeriane stringono alleanze e si spartiscono territori e affari con le altre mafie, dalla Nigeria all'Italia passando per la Libia.

Mafie nigeriane: sfruttamento della prostituzione, narcotraffico e saldatura con le mafie italiane
(Fonte, pagina facebook di Sergio Nazzaro)

La presenza delle mafie nigeriane in Abruzzo, come già riportato nei giorni scorsi, è datato nel tempo. Negli stessi mesi della prima operazione Sahel il Rapporto sul primo semestre 2010 della Direzione Investigativa Antimafia già segnalava la presenza della mafia nigeriana nel traffico di droga. L’inchiesta "Ultima Alba", coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, aveva stroncato un traffico che da Castel Volturno riforniva trafficanti soprattutto nelle province di Latina, Frosinone, Ascoli Piceno, Rimini, Vicenza e Teramo. Nella Relazione l’Abruzzo viene segnalata come una delle Regioni dove la presenza è più marcata. L’operazione "Trolley", partita dalla DDA di Bologna, ha coinvolto le province di Ascoli Piceno, Cremona e Teramo. Il modus operandi dell’organizzazione criminale è sempre lo stesso: reclutamento in Nigeria, con promesse di lavoro e, una volta giunte in Italia, sfruttamento della prostituzione, con ricatti e minacce.

La Relazione del primo semestre 2018 fornisce importanti dati, per cercare di comprendere le dinamiche abruzzesi. A partire dal consolidamento dell’asse Puglia-Abruzzo (e Albania) per il traffico di stupefacenti. La droga, giunta spesso dall’Albania, dalle coste pugliesi risale lungo la dorsale adriatica per rifornire le piazze di spaccio della provincia di Teramo e del vastese. Dove negli anni, l’ultima nel novembre 2018, varie inchieste della magistratura hanno colpito anche il riciclaggio – soprattutto in attività commerciali e in immobili – di denaro riconducibili alle mafie pugliesi.

I libri d’inchiesta di Leonardo PalmisanoAscia nera, dal nome di una delle mafie nigeriane più forti e brutali e Sergio NazzaroMafia Nigeriana. La prima indagine della squadra antitratta, hanno analizzato in maniera approfondita come le mafie nigeriane si alleano e si saldano con le mafie locali, spartendosi le piazze e prosperando grazie a queste alleanze.

Le mafie nigeriane trovano ovunque alleanze. In Italia, in Africa e ovunque. In Nigeria gestendo, per esempio, la sicurezza degli impianti petroliferi, in Libia e non solo stringendo patti con i boss che gestiscono i lager per migranti e le rotte verso l’Europa, arricchendosi sempre più in quanto unica strada per migliaia di persone in fuga per arrivarci. Alle nostre latitudini lucrando sulla vertiginosa domanda degli italiani di droghe e dei più turpi appetiti sessuali (gli italiani sono da lustri nelle vette delle classifiche mondiali per il turismo sessuale, anche con sfruttamento di minorenni). Senza sostituire le mafie tradizionali autoctone ma offrendosi come prestatori di manovalanza (come nello spaccio) o specializzandosi in crimini come la tratta della schiavitù sessuale. Così le mafie tradizionali autoctone possono specializzarsi sempre più in reati da colletti bianchi, nell’alta finanza, nella penetrazione sempre più profonda e deviante nei settori economici più disparati: appalti, grandi opere, ciclo del cemento, rifiuti, slot machine. E in tutti i settori che una politica sempre più prona e ricettiva e mercati sempre più innovativi e globali offriranno.

3/fine

 

 

La prima parte è stata pubblicata lunedì 27 gennaio 2020

Sfruttamento della prostituzione e mafie nigeriane in Abruzzo

La seconda parte è stata pubblicata martedì 28 gennaio 2020

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