Non esiste una volontà politica contro le mafie

L'OPINIONE di Mario Ravidà. «Sarebbe facile distruggere totalmente le organizzazioni mafiose se solo realmente ci fosse una volontà politica che volesse realmente farlo, come accaduto già nei periodi storici citati.»

Non esiste una volontà politica contro le mafie
Una nuova Trattativa per la bestia immonda Messina Denaro?

Quando ad essere minacciati sono i nostri governanti, immediatamente si trovano e si attuano le misure a tutela e protezione a tali minacce.

La prova provata che questo corrisponde al vero, ce lo indicano inconfutabilmente due momenti della vita della Repubblica:

il periodo del terrorismo rosso e nero che ha insanguinato il paese ed, immediatamente, sono passate nei governi disposizioni eccezionali che consentivano alle Forze dell'Ordine di agire con perquisizioni, fermi e leggi appositamente varate, che agevolavano anche il pentimento e la collaborazione dei terroristi.

Tutti provvedimenti che rasentavano i diritti di libertà. Poi, una volta sconfitti i terroristi, si sono sfruttate le potenzialità di tali strutture sovversive per fini e volontà interne ed esterne allo stato Italiano;

il periodo stragista "mafioso", quando dopo il maxi processo alla mafia, in cui venivano condannati tutti i vertici mafiosi che sino a quel momento avevano colluso con il potere "democratico" dello stato.

I condannati mafiosi, sentendosi traditi e non tutelati da quella politica collusa che ne aveva permesso le loro pesanti condanne, si vendica sferrando un'attacco allo stato uccidendo politici, attuando attentati, stragi e minacciando altri politici e loro familiari, di primo piano nel panorama politico dello Stato. Immediatamente si trovano misure di accordi con un'altra fazione criminale, facente capo a Provenzano, che "tratta" con i vertici politici, giudiziari e istituzionali, per distruggere l'ala mafiosa stragista capitanata da Riina, favorendo l'arresto dei latitanti appartenenti alla sua fazione mafiosa e disinnescando così le minacce e l'attacco al potere dello stato.

Sarebbe facile distruggere totalmente le organizzazioni mafiose se solo realmente ci fosse una volontà politica che volesse realmente farlo, come accaduto già nei periodi storici citati.

Il fatto che forze occulte di potere si siano serviti di terroristi per "normalizzare" questioni internazionali come il sequestro e l'omicidio di Aldo Moro e la medesima cosa è accaduta quando, sempre lo stato, si è servito di fazioni mafiose per "normalizzare" le questioni interne effettuando stragi e omicidi di fattura mafiosa ma di precise volontà politiche, dimostra come non ci sia una vera volontà di distruggere definitivamente tali mali, perchè "utili" agli scopi che l'Italia e l'America si sono da sempre prefissati per il mantenimento del potere nazionale e internazionale.

Pertanto la persecuzione, l'eliminazione fisica o giudiziaria di quegli elementi appartenenti alle Istituzioni che non avevano capito o si opponevano a queste realtà ai quali non verrà mai consentito di occupare posti ai vertici delle Istituzioni in quanto "pericolosi" per i fini criminali che lo stato Italiano, Europeo e Americano si sono da sempre prefissati.

Il tutto con un danno enorme verso le classi medio basse della nazione che ne subiscono le conseguenze di tali decisioni, non potendo vivere in uno stato che potrebbe, con il vero contrasto a tali mali mafiosi e loro derivati come l'evasione fiscale e la corruzione, avere quello sviluppo economico e civile mai voluto da chi da sempre ci governa, sotto influenze e volontà atlantiche.

Mario Ravidà, già ispettore della DIA

 

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