29 gennaio 1945: muore Andrea Schivo

La storia di Andrea Schivo è rimasta per molti anni nell’oblio, fino a quando è ripresa dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano nel ’98 e poi dal settimanale Panorama nel 2003.

29 gennaio 1945: muore Andrea Schivo

Andrea Schivo nasce a Villalonga d’Albenga, provincia di Savona, il 17 luglio 1895. Combatte nel primo conflitto mondiale ed è ferito sul fronte del Piave. Dopo la guerra, è assunto per meriti di guerra come agente di custodia ad Imperia e poi a San Vittore, e qui rimane, come ‘secondino’, fino al 1944.

Quando San Vittore è diviso a metà fra le autorità della Repubblica Sociale e quelle naziste, Schivo è assegnato a un braccio di competenza tedesca: non resta indifferente alle sofferenze a cui assiste e offre aiuto ai detenuti, siano essi ebrei o ‘politici’, trasmettendo informazioni verso l’esterno del carcere e procurando loro cibo. È proprio un osso di pollo, rinvenuto nella cella di un detenuto ebreo, il quale sotto tortura fa il suo nome, a tradirlo: arrestato e rinchiuso nello stesso carcere milanese, il 17 agosto ’44 è trasferito a Bolzano e da lì a Flossenbürg, dove muore qualche mese dopo il suo arrivo.

La storia di Andrea Schivo è rimasta per molti anni nell’oblio, fino a quando è ripresa dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano nel ’98 e poi dal settimanale Panorama nel 2003. Lo stesso CDEC raccoglie le testimonianze dei famigliari di quanti hanno ricevuto il suo aiuto e le invia allo Yad Vashem, che lo proclama ‘Giusto fra le Nazioni’ il 13 dicembre 2006. L’anno successivo gli è intitolata la scuola elementare del suo paese natale e gli è conferita la Medaglia d’Oro al Merito Civile.

Il 13 gennaio 2020 in via Filangeri, davanti al carcere di San Vittore, è stata posata una pietra d’inciampo per Andrea Schivo.

fonte: ANED - Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti