3 aprile 1945: muore Alberto Segre

Studente, di religione ebraica, a seguito delle leggi razziali sfollò nell’astigiano con la famiglia e dopo l’8 settembre del 1943 si unì con il padre Salvatore ai Gap torinesi.

3 aprile 1945: muore Alberto Segre

Alberto Segre nacque il 24 novembre 1925 a Torino. Studente, di religione ebraica, a seguito delle leggi razziali sfollò nell’astigiano con la famiglia e dopo l’8 settembre del 1943 si unì con il padre Salvatore ai Gap torinesi.

A seguito di una delazione, Alberto e suo padre furono arrestati nel dicembre del 1943, mentre si trovavano con altri partigiani in un appartamento a Torino: deportati con il trasporto 18 Tibaldi che partì dalla stazione di Torino Porta Nuova il 13 gennaio e arrivò a Mauthausen il giorno successivo. Era composto da un solo vagone con 50 prigionieri prelevati dalle Carceri Nuove di Torino a seguito di un attentato ad un soldato tedesco avvenuto qualche giorno prima. Si tratta del primo trasporto ‘misto’ di ebrei e deportati politici: oltre ad Alberto e Salvatore Segre, c’erano altri tre prigionieri ebrei, i fratelli Luciano e Renato Treves e Giuseppe Diaz.

Erano stati arrestati in quanto partigiani, ma erano comunque registrati come ebrei ed erano trattati ancora peggio degli altri prigionieri.

Alberto lavorò per un periodo alla ‘scala della morte’, poi fu trasferito a Melk. Con l’evacuazione di Melk, Alberto venne separato dal padre: ormai molto provato, fu ricoverato al ‘Revier’ di Mauthausen, dove morì nella notte fra il 2 e il 3 aprile del 1945 (ciò spiega la differenza di attribuzione della data fra alcune fonti e la pietra d’inciampo ritratta in foto) all’età di 19 anni. Salvatore, invece dopo Melk venne trasferito ad Ebensee, dove morì il 5 maggio del 1945.

A lui è dedicata una pietra d’inciampo nella sua città natale.

Si ringrazia Elena Cigna di ANED Torino per il testo.

 

Per approfondire:

G. Baima Besquet, a cura di I. Tibaldi e G. Torri, Deportati a Mauthausen 1943-1945, Archetipolibri, Torino, 2007.

fonte: ANED - Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti