La Sanità molisana dovrà essere salvata da chi continua a tagliarla?

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO la nota del PCL Molise. «L’apodittica magnificenza con cui il governatore di destra Toma ammanta il suo impresentabile POS 2022/2024 in veste di Commissario, stride con lo stato reale della sanità molisana ed anzi ne aggrava drasticamente le condizioni. Tutti però se sono accorti.»

La Sanità molisana dovrà essere salvata da chi continua a tagliarla?

Le destre molisane corrono ai ripari con i loro neo eletti in loco: mandano in onda la sceneggiata “dei salvatori della patria” rivendicando deroghe ai tagli insensati del “Decreto Balduzzi” così sciorinando la formula magica: “Decreto Molise”.

Basta la parola!

  

Ma sono le stesse destre di cui è espressione Toma firmatario del POS, e che - all’epoca “Popolo delle Libertà” inclusa la Meloni -, sostenendo il governo Monti, approvarono la famigerata “legge Balduzzi” n.189/ 2012, di cui il DM 70/2015 è solo l’attuazione; nondimeno la stessa responsabilità hanno le forze liberali, dal PD ai “partiti di centro”. Balduzzi, già docente di diritto all’Università Cattolica con interessi sanitari in Molise, fu solo l’esecutore del disegno antisociale.

 

È dunque credibile affidare la soluzione di questo dramma dei tagli sanitari ai partiti che sono al servizio del capitale privato cioè agli stessi che l’hanno causato - in questi anni con tagli per oltre 30 miliardi - e che continuano a perpetrarlo col POS?

 

Una piattaforma di rigetto del POS su basi serie sta nascendo - e va sostenuta - dalle varie amministrazioni locali, sia pure come sottoprodotto della pressione popolare rispetto alla quale gli epigoni locali dei partiti di destra o del “centrosinistra” liberale vogliono salvare la faccia: dal Comune di Termoli per il taglio del punto nascite, al Comune di Isernia in per il taglio di Emodinamica, tagli pericolosi per la salute e dannosissimi, per non parlare delle carenze di personale e attrezzature, della medicina territoriale, del piano delle emergenze epidemiche,  delle strutture depauperate di Venafro, Agnone, Larino, di tutte le altre insufficienze, nonostante peraltro l’esperienza pandemica.  

 

Bene – anche se solo per salvare la faccia – questi consiglieri comunali deliberino pure queste piattaforme, ma perché non la smettono di sostenere i loro partiti di ogni colore al servizio del capitale privato, artefici delle misure antisociali dello stesso Decreto Balduzzi contro la sanità pubblica?      

 

Il POS non va redatto dall’agenzia governativa al servizio dei poteri forti, ma elaborato sotto il controllo popolare delle comunità locali in base alle reali esigenze territoriali, respingendo la logica ragionieristica del governo centrale, il cui unico cinico scopo si gioca sulla pelle della popolazione: sottrarre miliardi alla sanità per garantire il pagamento degli 80 miliardi annui di interessi ai banchieri sui titoli pubblici, la bassa tassazione e la grande evasione fiscale delle cricche capitalistiche, gli sprechi e corruttele delle privatizzazioni comprese quelle della sanità privata depauperando quella pubblica, per non parlare d’altro.  

 

Anche grazie alla legge truffa maggioritaria le destre hanno fatto il pienone dei seggi molisani al 100% pur avendo solo poco più del 20% del corpo elettorale. Ma se si scatena un grande movimento delle masse molisane e della classe lavoratrice contro i partiti del capitale, di destra, di “centrosinistra” o populisti che siano, si potrà rovesciare il suddetto “paradigma Balduzzi”, nonché smascherare i politici locali in doppio petto, che al centro fanno i tagli alla sanità (per favorire il grande capitale) e in loco fingono di difenderla per salvare la faccia.

Anche nel Molise, solo la lotta di massa radicale su basi anticapitalistiche, indipendente dai Lotito e dai partiti del potere, può ribaltare il POS di Toma o quantomeno ottenere significative conquiste.

 

 

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