LETTERA APERTA a Matteo Messina Denaro

«La ricorderemo, è vero. Come uomo da cui prendere le distanze, come esempio da non seguire, come mafioso codardo che non ha avuto compassione per i morti nemmeno nel momento della resa dei conti».

LETTERA APERTA a Matteo Messina Denaro

Carissimo non-signore Matteo Messina Denaro,

tutti la ricorderemo (per un po'), ma non come vorrebbe lei. Non si preoccupi, non sarà paragonato a una bestia per rispetto delle bestie naturalmente, ma all'essere più ignobile che la nostra mente possa immaginare.

La ricorderemo per l'uomo spicciolo che è, perché un non-signore che sceglie di vivere nel modo in cui ha vissuto lei altro non può essere.

La ricorderemo come l'esempio dell'esaltazione del niente.

Ricorderemo il falso mito del "boss di Castelvetrano", ché se non ci fossero stati gli "amici", non avrebbe resistito nemmeno un'ora. Furbizia, intelligenza, astuzia...nulla di tutto ciò sarà abbinato al suo nome.

Non sarà considerato "l'ultimo boss di Cosa Nostra" come vorrebbe lei, ma sarà presentato come "l'ultimo niente di un insieme di niente". Non le daremo il potere che ha sempre bramato e che, ingenuamente, ha sempre creduto di avere.

Qualcun altro le ha concesso di essere quello che è.

E sono sicura che, in cuor suo, lo sappia anche lei. Se parte di questo Stato non avesse avuto le mani sporche dello stesso sangue, crede davvero che l'avrebbero lasciata più di trent'anni in libertà? Che poi... carissimo non-signore, ma quale libertà?

Che vita ha fatto? E per cosa? Perché qualcuno potesse incontrarla per strada e abbassare lo sguardo? Il potere... il famigerato e finto potere.

Di Peppino Impastato si è parlato come un nuddu immiscatu cu nenti. Eppure dopo la sua morte un'associazione è nata. E ne è nata una anche dopo la morte del Giudice Paolo Borsellino, ne è nata un'altra in ricordo di tutte le vittime di mafia e altre ancora sono nate per dar voce a chi, stanco di voi mafiosi, ha deciso di farsi sentire.

Dopo di lei, invece, che cosa nascerà? Prenderò in prestito una massima dei latini per risponderle: ex nihilo nihil fit, dal nulla non nasce nulla. Immagino abbia capito dove voglio arrivare. La ricorderemo, è vero. Come uomo da cui prendere le distanze, come esempio da non seguire, come mafioso codardo che non ha avuto compassione per i morti nemmeno nel momento della resa dei conti.

La ricorderemo finché sarà utile al nostro scopo.

Useremo il suo nome per sottolineare che la vita da mafioso non ripaga, per scoraggiare le persone a intraprendere questa strada, per esaltare il nome di altri che, al contrario suo, meritano di essere ricordati.

Il 21 marzo, giornata dedicata alle vittime di mafia, nessuno farà il suo nome. Le targhe, i monumenti, le vie, le piazze, le leggi antimafia... non porteranno mai il suo nome. Nessuno le dedicherà niente. Sarà solo uno strumento di cui ci serviremo per rendere edotte le persone di quanto l'essere umano possa essere tutto fuorché umano.

Lo avrebbe mai detto? Da boss mafioso a strumento antimafia. Io, al posto suo, quasi ne andrei fiero. Quantomeno avrà un'utilità sociale, dopotutto. Non le dispiacerà, spero.

E quando, finalmente, non ne avremo più bisogno finirà nell'oblio insieme a tutti gli altri.

Perché lei è solo buio in un mondo fatto di luce.

Francesca Cecere

Coordinatrice Agende Rosse Abruzzo “G. Falcone – P. Borsellino”

 

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