L’impero dell’industria dello stupro sta finalmente crollando?

PRIMA PARTE. «Non potranno mentire in eterno… il loro castello di ricatti, di violenza e di menzogna crollerà» (Pier Paolo Pasolini).

Una rapida ricerca sulla stampa online degli ultimi lustri può portare all’emersione di alcuni dati lineari quanto dovrebbero essere sconcertanti: ci sono piattaforme che ricorrono, sono tra le più frequentate e citate nelle situazioni più disparate. Sono le piattaforme pornografiche, prima tra tutte la famosissima PornHub.

Due anni fa, quando il sito dell’INPS crollò, spopolò il tweet dei gestori di PornHub che si proposero come gestori delle infrastrutture online dell’istituto. È schizzata in alto in occasione di dimissioni del Papa, sconfitte della nazionale di calcio, crisi di governo e l’elenco potrebbe essere immenso. Se ci fossero sondaggi tra gli internauti la quasi totalità (se non l’assoluta totalità) riconoscerebbe il logo della piattaforma dello stupro pornografico, se si provasse con foto di Capi di Stato o di governo, scrittori o grandi giornalisti, personaggi storici o persone che hanno generosamente donato la vita le percentuali crollerebbero.

Si parla di PornHub e dei suoi immondi «fratelli», si conosce e spessissimo la si frequenta. Eppure nel Paese sporco senza memoria, nel Paese della retorica e della propaganda su ogni cosa, dei coraggiosi di paglia e dei vigliacchi autentici, ci sono zone grigio-nere (più nere che grigie) su cui la nebbia di un silenzio che sa di omertà mafiosa è immensa. La si nomina ma non la si racconta. O meglio si ride, scherza, apprezza - sissignore perché, squarciamoli i veli dell’ipocrisia, il Paese di panchine e scarpe rosse, delle celebrazioni dell’8 marzo e del 25 novembre e simili i greggi plaudenti a tale immondo schifo è il più numeroso esistente – ma la vera realtà la si nasconde, la si «normalizza» e quindi si tace. Un bel tacer mai scritto fu eppure si sfonda ogni confine del tacere.

Oltre un anno fa abbiamo iniziato a denunciare, pubblicando traduzioni di articoli usciti sulla stampa statunitense e poi inglese e francese, quanto è emerso sulla gestione delle principali piattaforme web dello stupro pornografico. Pornhub, ovviamente, in primis.

Video pedofili, stupri, revenge porn, l’elenco dei crimini su cui hanno monetizzato e costruito imperi economici è enorme.

Negli USA si è scatenato un movimento poderoso contro tutto questo, in Francia non più tardi di alcuni mesi se ne è occupato il Parlamento. In Italia, come abbiamo già denunciato e documentato in passato, si è ancora rimasti alle battutine e al plauso. Nel silenzio su questo spaccato criminale documentato e denunciato altrove. Che ha scatenato un terremoto, culmine di campagne di boicottaggio e denunce, all’interno della stessa società che gestisce PornHub.

È notizia della seconda metà di giugno le dimissioni del CEO Feras Antoon e del direttore operativo David Tasillo. Un comunicato della stessa società, MindGeek, ha collegato queste dimissioni alle accuse e alle campagne contro la loro criminale diffusione di video di ogni tipo.

Notizie che, ancora una volta, nel paradiso della fruizione di PornHub e dei suoi «immondi fratelli» è stata taciuta o al massimo confinata lì dove non la legge quasi nessuno. L’omertà criminale, il silenzio mafioso, ancora una volta hanno dimostrato quanto la «cultura dello stupro» e i suoi perpetrarsi, quando la complicità con i crimini più disumani, perversi e schifosi sia egemone.

E allora, oltre a rompere questa cortina, questa cappa, ancora una volta ripubblichiamo altri testi che denunciano la vera, unica, criminale, essenza di queste piattaforme dello stupro.

Senza dimenticare quanto denunciato da Sex Industry is violence https://www.instagram.com/sexindustryisviolence/ sullo scatenarsi di stupratori pornografici dopo l’esplosione della nuova guerra in Ucraina – che è diventata occasione per le mafie della tratta dello stupro a pagamento, come abbiamo documentato e denunciato in questi mesi grazie e partendo da una denuncia sempre di Sex Industry is violence che mai potrà essere abbastanza ringraziato per il prezioso e coraggioso impegno quotidiano di documentazione e denuncia - e l’assassinio di Carol Maltesi.

https://www.wordnews.it/clienti-mercato-lavoro-no-stupro-online

https://www.wordnews.it/stupratori-depravati-di-fronte-un-femminicidio

 

 

I NOSTRI PRECEDENTI ARTICOLI

 

 Scuola di stupratori

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Pornografia online: filmati di stupri e pedocrimini

https://www.wordnews.it/pornografia-online-filmati-di-stupri-e-pedocrimini

 

Porno, l’industria dello stupro

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Stupratori depravati di fronte un femminicidio

https://www.wordnews.it/stupratori-depravati-di-fronte-un-femminicidio

 

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Pornhub: negli USA nuove denunce anche per video di stupri e traffico sessuale di minori

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Pornhub era diventato «il mio trafficante»

https://www.wordnews.it/era-diventato-il-mio-trafficante

Quei milioni di dollari su quante lacrime, stupri, abusi, sofferenze sono stati accumulati?

https://www.wordnews.it/quei-milioni-di-dollari-su-quante-lacrime-stupri-abusi-sofferenze-sono-stati-accumulati

Droghe di accesso agli abusi sui minori, aumentati pornografia infantile e abusi

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