MUSEO ARCHEOLOGICO DELLE MARCHE: QUATTRO ANNI CRUCIALI PER (RI)PARLARE AL VISITATORE

Entro il 2026 arriveranno ad Ancona circa 5 milioni di euro per interventi di restauro architettonico e riallestimento del museo ospitato nel cinquecentesco Palazzo Ferretti. Si comincia dallo Scalone monumentale di Vanvitelli.

MUSEO ARCHEOLOGICO DELLE MARCHE: QUATTRO ANNI CRUCIALI PER (RI)PARLARE AL VISITATORE

Entra nella sua fase cruciale il delicato intervento di rinnovamento (restauro architettonico e riallestimento) del Museo Archeologico Nazionale delle Marche (MAN Marche), sin dal 1958 ospitato negli spazi del cinquecentesco Palazzo Ferretti di Ancona, che raccoglie e custodisce la più ricca collezione di reperti provenienti dall’intera regione, dal Paleolitico all’età romana, frutto di oltre 150 anni di ricerche.

Sin dalla sua nomina a Direttore, Diego Voltolini ha iniziato a lavorare sia sul progetto di intervento sul “contenitore” del museo (una residenza nobiliare del XVI secolo, realizzata da Antonio da Sangallo il Giovane e Pellegrino Tibaldi con ampliamenti settecenteschi di Luigi Vanvitelli, noto come il più bel palazzo di Ancona, miracolosamente scampato ai bombardamenti della seconda guerra mondiale), sia sulle collezioni che rappresentano un patrimonio archeologico enorme, circa 190mila pezzi, di cui 10mila attualmente visibili nel percorso di visita.

Oggi il Museo Archeologico Nazionale delle Marche va incontro a un’operazione delicata e complessa per restituire il fascino originale alla sede museale, migliorandone la sicurezza in chiave sismica, e per riconfigurare l’esperienza di visita ponendo al centro il visitatore e le sue esigenze.

Il primo grande intervento, in via di conclusione, è il restauro dello scalone monumentale disegnato dal Vanvitelli, poi architetto della Reggia di Caserta. Sotto la diretta attenzione del Direttore regionale Musei Marche, Luigi Gallo, a valle di un importante lavoro di ricerca sul palazzo portato avanti dalla Scuola di Specializzazione in Restauro Architettonico della Federico II diretta dalla professoressa Renata Picone e in accordo con la Soprintendenza ABAP guidata dall'architetto Cecilia Carlorosi, il restauro ha permesso di riscoprire i colori originali settecenteschi con attente indagini stratigrafiche sugli intonaci e presto sarà possibile rivivere lo splendore luminoso del celeste e del verde che accompagnano l’avorio dei raffinatissimi stucchi del Varlé, ritornati alla loro dettagliatissima delicatezza. Il restauro non è solo un intervento di natura cromatica, ma prevede anche la messa in sicurezza e a norma della struttura, operando sull’impianto elettrico e su di una rinnovata illuminazione per valorizzare al meglio questa eccellenza architettonica.

Il lavoro di riscrittura dell’esperienza museale per il visitatore implicherà la revisione dell’allestimento degli anni Ottanta del Novecento, firmato da Franco Minissi, padre della museografia archeologica italiana, con l’obiettivo di fare del museo marchigiano il punto d’accoglienza del pubblico che desidera conoscere la storia del territorio adriatico, in continuo rimando alle realtà locali e a quel patrimonio diffuso che caratterizza la ricchezza delle Marche.

Per questi importanti interventi di restauro e riallestimento la Direzione regionale Museo Marche (Ministero della Cultura) si è impegnata nell’individuare diversi canali di finanziamento, che nel giro di quattro anni porteranno ad Ancona oltre cinque milioni di euro, già approvati, distribuiti tra fondi del PNRR, Fondi speciali per l’adeguamento sismico, fondi della legge 190 (contributi del gioco del lotto) e fondi ordinari della programmazione dei lavori pubblici.

«La Direzione Musei Marche sta investendo moltissimo sul MAN Marche - dice Luigi Gallo, Direttore regionale Musei Marche –, sia come risorse umane, grazie allo sforzo di un'equipe competente ed efficiente, sia a livello di risorse economiche incanalando diversi finanziamenti del Ministero della Cultura. Mettere mano a Palazzo Ferretti significa avere a che fare con un contenitore e un contenuto di rilevanza nazionale, dal potenziale straordinario per l’archeologia, la storia e l’arte».

«Il Museo deve tornare a parlare al visitatore di oggi - aggiunge Diego Voltolini, Direttore del MAN Marche - tutti gli interventi che abbiamo previsto vedono proprio nel visitatore l’obiettivo finale, perché valorizzare significa in primo luogo restituire al pubblico, offrendogli tutti strumenti per poter vivere nel museo un’esperienza che arricchisce».

I lavori e i tempi

È già iniziata la fase delle progettazioni esecutive del restauro dell’allestimento Minissi delle collezioni picene e del nuovo allestimento della sezione preistorica, così come la progettazione degli interventi PNRR per rendere accessibili al pubblico i depositi museali ed è in corso di affidamento la progettazione degli interventi di miglioramento sismico e di restauro degli apparati decorativi di Palazzo Ferretti, mentre si è conclusa la fase di studio diagnostico della struttura e delle superfici decorate.

Sono altresì in conclusione i restauri dello scalone vanvitelliano, che tornerà visibile nel primo autunno.

Al piano terra sono in corso i lavori di riqualificazione degli spazi da dedicare a esposizioni temporanee, che termineranno nel 2024 con sei sale pronte a ospitare mostre realizzate con i numerosi reperti dai depositi del museo e per accogliere proposte espositive da altri musei, anticipati dalla nuova biglietteria e area di accoglienza del pubblico, con tutti i servizi per il visitatore.

Sempre nel 2024 prenderanno avvio i lavori nei depositi, per rendere accessibile il dietro le quinte del museo, un vero e proprio tesoro di reperti che torna a disposizione di studiosi e visitatori, secondo un’idea progettuale di “biblioteca di oggetti”, con annessa sala studio e spazio dedicato alla cura e manutenzione delle collezioni.

Si tratta di un insieme di interventi che si prevede possano concludersi entro il 2026, lavorando in parallelo su più fronti per restituire, in progressione, un MAN Marche che sia concretamente un attrattore culturale di ampio respiro.

Una stagione di cantieri a palazzo Ferretti, ma senza chiusure al pubblico. Lo sforzo notevole, soprattutto dal punto di vista della progettazione della sicurezza, ma la scelta della Direzione è stata ponderata proprio per il vissuto del MAN Marche; nella sua storia il Museo ha chiuso solo a fronte degli eventi più dolorosi che hanno ferito Ancona e non solo: per la Seconda Guerra Mondiale, per il grande sisma del 1972 e per la pandemia Covid-19.

Il rinnovarsi di un museo non è certo un evento doloroso, si è scelto quindi di lavorare a porte aperte, con il pubblico che potrà vedere un museo che lavora, con l’invito a ritornare per vedere le parti via via terminate.

La sede e le collezioni

Il Museo Archeologico Nazionale delle Marche è stato una delle punte di diamante dei musei archeologici per l’Adriatico, per l’importanza e ricchezza delle collezioni e per la sua lunga storia. Fu reinaugurato, dopo la ristrutturazione a seguito del sisma del 1972, nel 1988 e adesso è viva la necessità di rinnovare l’intera struttura, per farla tornare a dialogare con il pubblico contemporaneo.

Il percorso museale si sviluppa su ben tre piani e attraversa i ricchi saloni del Palazzo rinascimentale, in più di 3.500 mq di esposizione. Il visitatore percorre la storia dai periodi più remoti del genere umano, con l’eccezionale venere di Frasassi, un rarissimo esempio di arte paleolitica risalente a circa 25.000 anni fa, alla civiltà picena, identitaria del territorio medio-adriatico nell’età del Ferro, fino all’arrivo dei Celti, i Galli Senoni dai ricchissimi gioielli d’oro, fra i quali le celebri corone di Montefortino, e dei Greci, con la (ri)fondazione di Ancona nel IV secolo a.C., raccontata attraverso gli splendidi corredi ellenistici delle necropoli del capoluogo. Si conclude con l’età romana, attualmente rappresentata per la città di Ancona e che proseguirà con un grande ampliamento dedicato a tutta la regione.

Lungo il percorso il visitatore potrà ammirare anche la ricchezza di Palazzo Ferretti, che non è soltanto la sede del Museo, ma costituisce esso stesso un monumento di grande valore storico-artistico per la città. Non passano inosservati gli affreschi del Salone delle Feste e i soffitti lignei di Pellegrino Tibaldi, così come gli interventi vanvitelliani, dallo scalone alla terrazza con la suggestiva veduta panoramica sul porto e sulla baia di Ancona.