Camorra SPA: i clan di camorra capaci di reinvestire milioni di euro

FIUMI DI DENARO SPORCO. Reinvestono il denaro in attività lecite ma per poter riciclare sono necessarie le complicità di imprenditori e funzionari di banca, anche di notai collusi che aiutano i camorristi ad inserirsi in un tessuto economico distruggendo una economica sana. Dove c'è la camorra non c'è concorrenza e non ci sono le regole.

Camorra SPA: i clan di camorra capaci di reinvestire milioni di euro

Per decenni una delle famiglie più vicine al clan D'alessandro ha riciclato miliardi di euro. Grazie agli appalti pubblici che per anni sono stati gestiti da Vuolo Mario, pregiudicato di Castellammare di Stabia, padre di Pasquale detto capa storta, braccio destro di Pasquale D'Alessandro, capo indiscusso dell'omonimo clan.

Una famiglia quella dei Vuolo che ha visto lasciarsi alle spalle diversi fallimenti e anche più condanne per bancarotta fraudolenta.

Nel curriculum criminale dei Vuolo vi è anche una interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Napoli nei confronti della ditta Carpenteria Metallica. Nonostante l'interdittiva, i Vuolo hanno continuato a lavorare in opere pubbliche mettendo in campo ben tre aziende con sedi legali - dall'Umbria all'Emilia Romagna, passando per la capitale.

Le ditte dei Vuolo, grazie alla compiacenza di personaggi collusi, avevano le carte in regola. L'unico neo: la vera sede operativa che non si era mai spostata da Castellammare di Stabia, dalla via Schifo per l'esattezza 2^ traversa dove c'è anche la dimora dei Vuolo. Una mega palazzina con tanto di piscina, da 25 metri. Tutto abusivo.

Negli anni i Vuolo, nonostante i sequestri per reati di abusivismo, hanno continuato ad esercitare l'attività di carpentieria metallica in capannoni, privi di ogni requisito.Quel capannone che, stranamente, è stato interessato da un incendio che lo ha distrutto. Diverse le inchieste che li hanno visti coinvolti nei processi per i crolli in lavori autostradali, insieme al nuovo fallimento della Carpenfer Roma, ditta intestata a prestanomi. Le attività dei Vuolo si sono adeguate ai tempi e dopo la Carpenteria metallica hanno investito nel noleggio e vendita di auto di lusso. Anche questa volta il deposito delle auto era in via 2^ Traversa Schito, in un altro capannone realizzato abusivamente.

Il parco auto dal valore di milioni di euro era gestito da Vuolo Mario junior figlio di Pasquale capa storta. Il figlio di Pasquale non ha perso tempo e a soli 19 anni è stato arrestato poiché accusato con il padre di essere mandante di un attentato incendiario ai danni di un autonoleggio concorrente.

Ma la domanda resta sempre la stessa: da dove provengono tutti questi milioni di euro che i Vuolo investono in attività commerciali?

Da alcune settimane un neo collaboratore di giustizia sta svelando come il clan D'alessandro investe il denaro e quali imprenditori sarebbero al servizio della camorra.

Ma in questi 13 anni perché mai nessuno ha attenzionato i Vuolo? ù

Questa famiglia che vede quasi tutti i componenti essere pregiudicati perché non è stata oggetto di verifiche da parte delle autorità preposte?

Ben tre fallimenti, condanne per reati di camorra e mai nessuno fino al 2011 ha investigato sulla famiglia Vuolo che vanta amicizie anche con alcuni esponenti politici a livello nazionale. Politici che nonostante le assidue frequentazioni a casa Vuolo non sono mai stati coinvolti in nessuna inchiesta.

Oggi nonostante le carcerazione di Mario, Pasquale e il figlio Mario Junior, l'attività di noleggio auto continua e non mancano gli appelli via social nei quali si vedono video delle super car a disposizione per un noleggio anche senza garanzia della carta di credito.

Sappiamo che spesso le indagini durano anni. Ma per i Vuolo gli investimenti dubbi iniziano già negli anni 2000. Oggi, dopo 21 anni, i Vuolo continuano ad investire milioni di euro nonostante le condanne per camorra.

 

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