«Ho tentato il suicidio, mi hanno salvato i carabinieri»

LE PAROLE DI RAIMONDI. Abbandonato dalle istituzioni, non lavora e non può sostenere la famiglia. Invalido dopo tre infarti. Una salute precaria e una situazione economica e sociale drammatica.

«Ho tentato il suicidio, mi hanno salvato i carabinieri»


 

Stanco di sentirsi solo, abbandonato dalle istituzioni, senza lavoro e, soprattutto, senza soldi per fare la spesa e per accudire la moglie malata.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dell'artigiano siciliano Bennardo Raimondi. "Colpito da una profonda crisi depressiva stavo per compiere l'estremo gesto che avrebbe messo la parola fine a tutte le mie sofferenze. Per fortuna, l'intervento dei carabinieri, avvisati da mia moglie , mi ha aiutato a capire che non bisogna mai gettare la spugna.

Mi sono ritrovato in queste condizioni dopo aver denunciato gli strozzini, permettendo così alla giustizia di smantellare una vasta rete di usurai.

Mi sono sentito un eroe, uno che aveva scelto la strada della legalità. Oggi però, le promesse non mantenute dalle istituzioni, la pesante crisi economica che mi ha costretto a chiudere l'azienda di lavorazione della ceramica, non mi permettono più di sopravvivere.

Nei giorni scorsi, dopo aver salutato i miei familiari e gli amici su Facebook, ho staccato il telefono e mi sono avviato - con l'auto - verso viale Regione siciliana convinto di farla finita. Una pattuglia dei carabinieri mi ha trovato nei pressi del ponte Corleone, in un forte stato confusionale. Sono stato convinto dai militari a farmi accompagnare a casa, alla vista dei miei familiari ho ritrovato la speranza.

E' stato terribile, non ero più io. La disperazione, l'indifferenza mi hanno indotto a compiere questo gesto sbagliato, ma in quel momento chi può decidere?

Raimondi Bennardo Mario

 

 

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