La rinascita della Roma: Daniele De Rossi

Dopo i primi due mesi da allenatore della Roma, l’ex capitano giallorosso ha cambiato la stagione.

La rinascita della Roma: Daniele De Rossi


Tutto è cominciato nel mese di gennaio, quando la proprietà della Roma ha deciso di mollare il percorso intrapreso con Mourinho due anni e mezzo prima: fuori il portoghese, dentro Daniele De Rossi.

Due mesi dopo la stagione della Roma ha preso un’altra piega. Partiamo dai numeri, con Mourinho in panchina la squadra ha ottenuto 29 punti in 20 partite. Nelle nove partite della gestione De Rossi i punti raccolti sono 22. Adesso la Roma è qualificata ai quarti di Europa League (sfiderà il Milan) e si trova quinta in campionato a soli tre punti dal Bologna.

La prima rivoluzione è stata tattica, addio alla difesa a 3 e si è andati verso un 4-3-3 che ha aperto nuovi orizzonti:

Pellegrini è stato messo nella sua posizione preferita di mezzala offensiva, raggiungendo già quota sei gol e tre assist in due mesi;

Paredes da regista classico gioca verticalmente la palla, aiutato dal lavoro sporco di Cristante;

gioco verticale che sta favorendo gli esterni offensivi El Shaarawy e Dybala, con il primo vera e propria ala sinistra della rosa, schierata nel suo ruolo naturale che riesce ad essere molto più incisiva sia nel rifinire che nel finalizzare.

Anche Dybala partendo largo a destra, sta trovando benefici nel puntare con costanza l’avversario per poi accentrarsi e concludere col piede forte.

La rivoluzione di De Rossi è partita dalla semplicità: collocare ogni giocatore nel proprio ruolo ideale, gestire e controllare la partita, attaccare e difendere tutti insieme. Un’altra mossa determinante è stata la decisione di mettere fuori Rui Patricio per concedere spazio a Mile Svilar in porta. L’allenatore giallorosso è riuscito a ridare calma e serenità a tutto il contesto, unito per proseguire la rincorsa ad un piazzamento Champions e per andare più avanti possibile in Europa League. Non ci sono più polemiche con gli arbitri, con la Federazione, ma sta adoperando un modo di comunicare sobrio, umile, semplice e mai provocatorio.

“Il quarto posto è un obiettivo da puntare, anche se non è facile. Ho chiesto di trattarmi da allenatore, non da bandiera o da leggenda. Me la giocherò fino alla morte per rimanere qui”,

disse quando è stato presentato alla stampa. Non poteva esordire con parole migliori, per dare una decisa svolta alla stagione della Roma.

immagine di copertina di pixabay