I sudditi non reclamano diritti, ma pietiscono favori
L'OPINIONE DELL'AVV. GUARNERA. "Un popolo che abbia dignità dovrebbe ribellarsi e scendere in piazza. Ma ciò non accade perché sono pochi i veri cittadini, molti i sudditi".
Secondo recenti dati statistici gli Italiani in precarie condizioni economiche sono circa 14 milioni.
Di essi 8,5 milioni sono a rischio povertà; nello specifico 2 milioni sono disoccupati, e oltre 6 milioni precari e sottopagati.
Infine vi sono 5 milioni di italiani in condizione di povertà assoluta; nel 2005 erano la metà.
Tutti costoro sono nostri simili, nostri fratelli, di fatto esclusi dai diritti fondamentali.
È il fato, è il destino cinico e baro, è la sfortuna?
NO, è colpa esclusiva della politica, TUTTA, senza escludere alcuna maggioranza di governo.
Gli omuncoli e le donnuncole che fanno parte del ceto dirigente di questo Paese hanno fallito clamorosamente.
Sono mistificatori di professione, abili nel nascondere la realtà e nel distrarre l'opinione pubblica.
Un popolo che abbia dignità dovrebbe ribellarsi e scendere in piazza. Ma ciò non accade perché sono pochi i veri cittadini, molti i sudditi.
E i sudditi non reclamano diritti, ma pietiscono favori.
Perché alla povertà economica si aggiunge, drammaticamente, quella educativa ed etica.
Chi sta bene continua a coltivare il proprio angusto orto, innaffiandolo con l'egoismo e concimandolo con l'avarizia dei sentimenti.
Mettendo assieme due note espressioni di un famoso Cantautore e del Sommo Poeta viene da esclamare: "Povera Patria, vituperio delle genti!"
Rimane la speranza nelle nuove generazioni, quelle che in questi giorni stanno protestando, magari in maniera confusa e con modalità non sempre condivisibili: ma almeno sono vive!
Io sarò sempre dalla loro parte.