LA VERGINE COL BAMBINO E SANTI: A URBINO SI PRESENTA IL RESTAURO DELLA LUNETTA DI DELLA ROBBIA

Il prossimo 15 giugno 2022 sarà presentato ufficialmente il restauro dell’opera di metà XV secolo. Già visibile nella Sala della Jole, la grande robbiana è tornata a Palazzo Ducale dopo un intervento di sei mesi a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

LA VERGINE COL BAMBINO E SANTI: A URBINO SI PRESENTA IL RESTAURO DELLA LUNETTA DI DELLA ROBBIA

Dopo sei mesi di delicato restauro nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, lo scorso 9 maggio è tornata nella Galleria Nazionale delle Marche, a Urbino, la grande lunetta di Luca Della Robbia, documentata in alcuni pagamenti della metà del 1450 e raffigurante la Vergine col Bambino e i santi Domenico, Tommaso D’Aquino, Alberto Magno e Pietro martire.

Al termine del complesso rimontaggio delle varie parti in cui è divisa l’opera, è iniziata subito la fase dei ritocchi apportati “a cantiere aperto”, cioè davanti agli occhi di turisti e appassionati d’arte; quest’ultimo passaggio si è appena completato e mercoledì 15 giugno, alle ore 11 nella Sala della Jole di Palazzo Ducale a Urbino, il restauro sarà ufficialmente presentato ai media e al pubblico proprio davanti all’opera, che è stata collocata in una posizione più bassa rispetto al passato, per poter meglio ammirare i dettagli della terracotta invetriata che a suo tempo fu certamente fonte d’ispirazione anche per Raffaello. Oltre al Direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Luigi Gallo, alla presentazione interverranno Chiara Fornari e Shirin Afra, (funzionarie restauratrici dell'Opificio delle Pietre Dure) e il Cav. Gastone Bertozzini (Coordinatore Comitato Cultura Confindustria Pesaro-Urbino).

«Nel seicentesimo anniversario della nascita del Duca Federico - dice Gallo -, dopo un accurato intervento di restauro torniamo a esporre la lunetta di Luca della Robbia, preziosa testimonianza del primo importante cantiere rinascimentale di Urbino. Si vuole che proprio il portale della chiesa di S. Domenico, da cui proviene la lunetta, celi la prima committenza del Montefeltro: a lui, che  guardò a Firenze come modello culturale, si deve il merito di aver poi  trasformato Urbino in una capitale del Rinascimento».

L’opera aveva lasciato la Galleria Nazionale delle Marche nel settembre del 2021 e adesso, con questo prestigioso “ritorno”, il museo urbinate prosegue l’operazione di riallestimento dei propri spazi museali - comprendente anche la completa acquisizione del secondo piano di Palazzo Ducale che sarà presentata a luglio - che offre ai visitatori tante novità, tra cui la mostra temporanea Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti, curata da Alessandro Angelini, Gabriele Fattorini e Giovanni Russo, che si apre il prossimo 23 giugno.

Intervento necessario

La lunetta era stata commissionata da Maso di Bartolomeo per il Portale della Chiesa di San Domenico di Urbino. E lì era rimasta fino all’inizio degli anni Ottanta del Novecento quando fu rimossa e ricoverata in Palazzo Ducale «onde evitare l’aggravarsi irreparabile di uno stato di degrado», come si legge nell’analisi che proprio i tecnici dell’istituto di restauro fiorentino stilarono allora durante l’intervento che comprese vari ritocchi pittorici e integrazioni di materiali.

A distanza di 40 anni, la lunetta robbiana ha avuto bisogno di un nuovo restauro, di cui si è fatto nuovamente carico l’Opificio delle Pietre Dure, con il supporto del Comitato Cultura della Confindustria di Pesaro e Urbino, presieduto dal Cav. Gastone Bertozzini, che ha messo a disposizione 10mila euro per l’intervento.

«Siamo intervenuti per evitare che lo smalto si staccasse dalla terracotta - afferma Laura Speranza, direttore del settore restauro materiali ceramici e plastici dell’istituto fiorentino - e quindi abbiamo consolidato alcune parti. Inoltre abbiamo realizzato un intervento estetico sulle parti in terracotta, adesso stuccate in bianco utilizzando materiali naturali, come la polvere di marmo. In più abbiamo rimosso il vecchio supporto ligneo, troppo sensibile alle variazioni climatiche, sostituendolo con uno nuovo, rimovibile in qualsiasi momento, in resina e ‘aereolam’, materiale inerte di notevole garanzia».

Da parte sua Francesca Graziosi, restauratrice della Galleria Nazionale delle Marche, così riassume le varie tappe dell’intervento: «Dopo una prima fase di messa in sicurezza propedeutica al trasporto, l’opera è stata smontata, imballata e portata presso i laboratori dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze. In seguito ad alcune indagini preliminari è stato possibile individuare i materiali costitutivi e le cause del degrado che aveva interessato la superficie della lunetta. Successivamente l’opera è stata pulita e consolidata. In collaborazione la Galleria Nazionale delle Marche è stata avviata la progettazione della nuova struttura espositiva e avviata l’integrazione pittorica che è stata successivamente terminata nella Sala della Jole ad Urbino».