L'antimafia parolaia che non serve a una ceppa

Utilizziamo il Maestro Rossini per ribadire ancora una volta, per l'ennesima volta, un concetto che a qualcuno non vuole entrare nel suo cervelletto.

L'antimafia parolaia che non serve a una ceppa
Un omaggio doveroso a Sergio Staino

«Una voce poco fa/Qui nel cor mi risuonò/Il mio cor ferito è già/E Lindor fu che il piagò...». Utilizziamo il Maestro Rossini per ribadire ancora una volta, per l'ennesima volta, un concetto che a qualcuno non vuole entrare nel suo cervelletto.

Proprio "una vocina" continua ad insistere sulla partecipazione, alla prima edizione del premio nazionale Lea Garofalo, del primo cittadino di Petilia Policastro. Il riferimento è chiaramente alla vicenda legata al ritorno della salma di uno degli assassini della fimmina calabrese. Però la "vocina" continua ad omettere volontariamente alcuni dettagli fondamentali. Ma siccome noi non abbiamo nulla da nascondere, perchè facciamo tutto in massima trasparenza (e ne abbiamo le prove), elenchiamo le nostre ragioni:

- la prima edizione del premio nazionale Lea Garofalo si è svolta a Petilia Policastro nel novembre del 2022, i fatti che noi, per primi, abbiamo contestato al primo cittadino e alla sua Giunta (una assessora si è dimessa dopo i nostri articoli) si sono registrati circa sei mesi DOPO. Ma come siete bravi a dare lezioni di moralità, a scoppio ritardato;

- lo ribadiamo con orgoglio: WordNews,it è stata la prima testata ad occuparsi del "suicidio" di Rosario Curcio, dei manifesti funebri realizzati dal Comune di Petilia Policastro e della "festosa" cerimonia funebre;

- abbiamo realizzato 40 articoli su questa vicenda (alla fine troverete tutti i link dei nostri articoli);

- dopo i nostri articoli è stata presentata una interrogazione parlamentare;

- abbiamo subìto le minacce della sorella dell'ergastolano 'ndranghetista Curcio. Ma in questo caso nessun "grillo parlante" ha preso posizione.

Questo concetto - lo ripetiamo ancora una volta - lo abbiamo ribadito in molte circostanze. Ma per queste "vocine" conta soltanto gettare fango su un Premio. A noi, però, interessa fare memoria e coinvolgere i ragazzi delle scuole italiane. Tutte le altre questioni sono chiacchiere senza riscontro.

Ma se fare antimafia significa soltanto usare le parole (anche sbagliate) allora siamo proprio alla frutta. In questo Paese abbiamo già registrato il fanatismo nei riguardi dei tanti "eroi", eletti da una cerchia ristretta (come Montante), e abbiamo anche assistito alla loro rovinosa caduta dal piedistallo. Noi siamo pazienti. 

Ed oltre a rigettare le accuse e le intromissioni continuiamo a fare ciò che sappiamo fare: il nostro dovere. In totale trasparenza.

Prendiamo nuovamente in prestito Rossini e il suo favoloso Barbiere di Siviglia: 

La calunnia è un venticello
Un’auretta assai gentile
Che insensibile, sottile,
Leggermente, dolcemente,
Incomincia, incomincia a sussurrar.
Piano, piano, terra terra,
Sottovoce, sibilando,
Va scorrendo, va scorrendo
Va ronzando, va ronzando
Nell’orecchie della gente
S’introduce, s’introduce destramente
E le teste ed i cervelli
Fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo,
Prende forza a poco a poco,
Vola già di loco in loco,
Sembra il tuono, la tempesta
Che nel sen della foresta
Va fischiando, brontolando,
E ti fa d’orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia, si propaga, si raddoppia,
E produce un’esplosione
Come un colpo di cannone,
Come un colpo di cannone,
Un tremuoto, un temporale,
Un tumulto generale
Che fa l’aria rimbombar.
E il meschino calunniato,
Avvilito, calpestato,
Sotto il pubblico flagello,
Per gran sorte va a crepar.

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