Vicenda Curcio (massacratore 'ndranghetista), parla Brugnano: «Se il sindaco non si vuole dimettere rimuovesse l'assessora»

IN MORTE DI UN ASSASSINO 'NDRANGHETISTA. Nell'attesa del consiglio comunale di domani abbiamo ascoltato il punto di vista di Giuseppe Brugnano, Segretario Nazionale del Sindacato Fsp della Polizia di Stato: «O si decide di stare dalla parte dello Stato o si decide di stare dalla parte dell’antistato.»

Vicenda Curcio (massacratore 'ndranghetista), parla Brugnano: «Se il sindaco non si vuole dimettere rimuovesse l'assessora»
Giuseppe Brugnano, Segretario Nazionale del Sindacato Fsp della Polizia di Stato

Noi non abbiamo dimenticato i fatti incresciosi e vergognosi che ruotano intorno al manifesto funebre di condoglianze, realizzato da una amministrazione pubblica, per la morte del massacratore di Lea Garofalo. Domani si terrà, a Petilia Policastro, il consiglio comunale. In quella sede ci sarà la decisione del sindaco nei confronti di una sua assessora che ha partecipato ai funerali di un assassino 'ndranghetista? 

O sarà la stessa assessore delle frazioni a presentare le dimissioni?

Quello che abbiamo raccontato nei giorni scorsi sembra incredibile. Ma in una terra di mafia diventa anche molto pericoloso. Lo show del funerale ha, ancora una volta, sottolineato gli usi e i costumi di coloro che vogliono imporre la propria forza sul terrirorio

Noi continuiamo a porre le nostre domande (anche se i nostri interlocutori se ne stracatafottono di rispondere):

- Chi ha autorizzato e non ha controllato il "festoso" funerale?

- Perchè nessuno, ancora oggi, si assume le proprie responsabilità dopo un messaggio devastante che è passato su quel territorio?

- Quale necessità istituzionale, politica o personale nel partecipare al "festoso" funerale?

- Curcio, il protagonista di tutto questo "circo" dell'antimafia, si è suicidato, come sostiene la versione ufficiale, o è stato indotto al suicidio?   

- E se Curcio (ergastolano 'ndranghetista) non si fosse suicidato?

Restando in attesa delle risposte abbiamo raccolto il punto di vista di Giuseppe Brugnano, Segretario Nazionale del Sindacato Fsp della Polizia di Stato.

 

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«Di fronte al 31° anniversario (Capaci e via d’Amelio, nda) di morti così importanti sembrerebbe che in alcune parti d'Italia quel cambiamento che ci aspettava non sia stato un insegnamento. Soprattutto quando in alcune parti d'Italia ha dimenticare tutto ciò sono i rappresentanti delle istituzioni e chi dovrebbe rappresentare lo Stato, come i rappresentanti degli enti locali e come, nella fattispecie, a Petilia Policastro dove il sindaco, o chi per lui, ma sicuramente l’assessora che ha partecipato a quel funerale e, quindi, era consapevole di chi si trattasse.

Chi rappresenta lo Stato, chi rappresenta le Istituzioni, soprattutto, in una regione come la Calabria deve sapere che deve esserci una linea di demarcazione fortissima, altissima. Non ci si può permettere il minimo sbaglio altrimenti si decide di stare dall’altra parte. Siccome noi rappresentiamo lo Stato, in senso lato, che può essere forze polizia, magistratura, politica, rappresentanti delle istituzioni e la cosiddetta società civile.

O si decide di stare dalla parte dello Stato o si decide di stare dalla parte dell’antistato.»

 

Dopo un funerale del genere (palloncini, fiori, rose, striscioni, la bara che viene rigirata su sé stessa tre o quattro volte) che tipo di messaggio emerge?

«Una terra che dovrebbe avere un sussulto di dignità ma continua, purtroppo, ad essere catalizzata, soprattutto in alcune zone, da queste sacche di delinquenza. Noi l'appello che continuiamo a fare, giorno dopo giorno, è quello di invitare la cittadinanza perbene, la gran parte dei calabresi, a non essere attratti dalle minoranze. Queste minoranze non possono essere identificate come modelli, né da emulare né da avere paura. Non bisogna avere paura, bisogna invitare la gente a collaborare con lo Stato. Bisogna invitare la gente a scegliere di stare dalla parte giusta, a scegliere di stare dalla parte dello Stato. Solo rafforzando lo Stato si rafforza la Calabria.»

 

Lei, oltre a rappresentare una sigla sindacale nella polizia di Stato, è anche consigliere comunale a San Luca…

«Oggi sono delegato dal sindaco alla cultura della legalità. Sembrava inimmaginabile che un poliziotto si candidasse a San Luca. Se cambia San Luca può cambiare l’intero volto della Calabria. Purtroppo rimbalziamo gli onori della cronaca per gli esempi negativi che purtroppo fanno parlare di questa Calabria come terra di ‘ndrangheta. Dobbiamo cercare di trasformare questa terra in esempio positivo.»

 

Un esempio?

«Un esempio positivo sarebbe quello di non partecipare a questi funerali. Un esempio positivo sarebbe quello di metterci la faccia contro ogni forma di criminalità. Noi ci aspettiamo la partecipazione corale dei calabresi, a cominciare da chi ha deciso di rappresentare lo Stato. Perché nessuno ha detto a quell'assessore e a quel sindaco di candidarsi per rappresentare un'Istituzione. Lo hanno voluto fare. Quando si giura fedeltà allo Stato questo giuramento vale per tutti.»

 

Gli organizzatori del “festoso” funerale per Rosario Curcio, uno degli assassini di Lea Garofalo, che tipo di messaggio hanno lanciato?

«Avviene anche con i famosi inchini delle statue religiose davanti le abitazioni dei boss mafiosi. Dimostrano quel messaggio di presenza, di potenza nei confronti della cittadinanza. Anche questi funerali, in pompa magna, vogliono rappresentare la loro appartenenza.»

 

Qualcuno avrà autorizzato questo funerale in pompa magna? Esistono altre responsabilità da parte di altre Istituzioni presenti sul territorio?

«Sicuramente non credo che riguardano le forze di polizia.»

 

Andava autorizzato un funerale del genere?

«Dipende se si ha conoscenza di quello che si sta organizzando. Spero che non ci siano altri tipi di connivenze.»

 

La Prefettura poteva preventivamente vietare il funerale pubblico per imporne uno in forma privata?

«Sarebbe stato meglio un occhio di riguardo in tutto questo. Però bisogna capire che tipo di segnalazione c'è stata. Adesso non voglio entrare nel merito su cose che non sono a conoscenza.»

 

Sono ancora necessarie le dimissioni del sindaco di Petilia Policastro?

«Assolutamente sì. Io credo dell’intera Giunta comunale, a cominciare dall'assessora che ha partecipato al funerale. Non so se il sindaco, su quello che ha detto, ha utilizzato delle scuse o è verità. In ogni caso rappresenta la massima espressione di quella comunità. Innanzi a una situazione del genere, visto che è uscito un manifesto, visto che si parla almeno di un assessore che ha partecipato al funerale, le dimissioni sono necessarie. E siccome il primo cittadino ha la forza di poter cacciare l'assessore che lo facesse decadere nell'immediatezza. Non è un discorso di appartenenza politica, noi siamo scevri da ogni logica politica nell'esercizio delle nostre funzioni. Non può rappresentare lo Stato chi si è schierato dalla parte dell’antistato.»

 

 

IL VIDEO DEL "FESTOSO" FUNERALE

 

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