«Lettera a Denise/2»
SPECIALE LEA GAROFALO. Le Opere dei Ragazzi. Da oggi, fino ad esaurimento dei lavori, iniziamo a pubblicare le straordinarie composizioni degli Studenti che hanno partecipato alla prima edizione del Premio Nazionale dedicato alla FIMMINA CALABRESE, la donna che sfidò la schifosa 'ndrangheta. Per non perdere la memoria nel Paese senza memoria.
Cara Denise,
so che potrà sembrarti un po’ strano, ma quando ti arriverà questa lettera io sarò già morta.
Tuo padre ha già tergiversato troppo, io so che sta cercando vendetta; vendetta perché ho parlato, vendetta perché sono scappata, vendetta perché ti ho portata via da lui… vendetta perché ho avuto il coraggio di reagire.
Tu sei come me, so che, dopo la mia morte, non te ne starai con le mani in mano come quelle donne mafiose. Tu sei forte, Denise.
La tua non è stata un’infanzia facile e questo non me lo perdonerò mai. Non sono stata in grado di darti un posto sicuro neanche quando ho chiesto aiuto alla polizia.
La mafia è forte, Denise, ma questo non deve scoraggiarti.
Ho combattuto e, forse ancora per poco, sto combattendo tutt’ora contro la mafia da sola. Fai vedere alla mafia e a tuo padre che tu non hai paura di loro o avrai perso in partenza. Ti lascio questo compito, Denise: devi essere forte.
Non farti abbattere dalla mia morte e non cedere mai. Che sia chiaro, non ti sto dicendo di non provare paura, è naturale provarla: persino io ho provato paura (ad esempio quando ho affrontato tuo padre, quando ci hanno bruciato la macchina o anche quando ho incontrato tuo padre di nuovo dopo anni), ma non l’ho mai mostrata. Stai attenta, Denise.
Loro sono molto più furbi di quello che pensi.
Credo sia arrivato il momento di salutarci per l’ultima volta.
Ti voglio un bene dell’anima, Denise, non scordarlo mai.
A presto o, forse, è meglio addio, Denise.
Lea
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