Premio Marche: bilancio di stagione

L'esposizione è visitabile fino a domenica 26 febbraio.

Premio Marche: bilancio di stagione

La mostra monografica ha posto lo sguardo sulle dinamiche espressive che nel Novecento il disegno ha assunto nei maggiori artisti delle Marche, un disegno rivisitato in molte delle sue accezioni, in veste di strumento progettuale, documentario e in relazione agli ambiti dell’architettura, della scultura, della pittura, dell’incisione e della scenografia.

Il grande successo di pubblico nella giornata inaugurale e l’importante attenzione degli organi di comunicazione che ha riscontrato la presente edizione del Premio Marche 2022 ad Urbino ha confermato la definitiva riaffermazione di una storica manifestazione espositiva che affonda le radici nella tradizione dei Premi d’arte in Italia, dalla sua prima edizione nel 1957 alle notevoli rassegne delle edizioni allestite negli anni Novanta.

Una delle manifestazioni, quella del Premio Marche, che a fine Novecento era considerata, per attenzione ed importanza, subito dopo la Biennale di Venezia, la Quadriennale di Roma e la Triennale di Milano.

Oggi il Premio Marche si è riaffermato nella dimostrazione di essere una vetrina storico – critica sull’arte contemporanea parallela alle Fiere d’arte, all’attività delle aste ed a quella delle maggiori gallerie d’arte italiane quale riconosciuto luogo di discussione, dibattito, confronto e strumento di promozione e veicolazione della conoscenza delle espressioni e delle dinamiche delle arti visive, qualificando e accreditando definitivamente la regione delle Marche come territorio geografico di riferimento intorno alle dinamiche dell’arte contemporanea, alla pari di città come Venezia, Roma, Milano, Torino, sedi di luoghi e iniziative espositive con le quali la regione può tornare a concorrere con il Premio Marche, che è nuovamente in cantiere nell’organizzazione della prossima edizione nazionale prevista per il 2023 sempre a Urbino.

L’edizione che sta per chiudere si è imposta prepotentemente alla considerazione del pubblico più generico oltreché di un pubblico specializzato, che ha potuto apprezzare, oltre le pregevoli opere esposte a Palazzo Ducale dagli artisti invitati, anche una mostra monografica sul disegno dei maggiori artisti marchigiani del Novecento, che, nelle sale della Galleria Civica Albani, si è rivelata essere un’occasione rara se non inedita per l’argomento trattato: come scritto da Gualtiero De Santi «l’opera in quanto riflesso di una modalità antecedente [che] perviene alle peculiarità del gesto espressivo portatore dell’identità [dell’opera]».

Così all’inaugurazione della Rassegna si sono potuti incontrare ospiti e visitatori anche venuti da Napoli, Roma, Bologna, Milano, Venezia e personalità di rilievo che hanno voluto presenziare, come lo è stato per la partecipazione della signora Luciana, figlia del grande incisore e pittore Luigi Bartolini (del quale il prossimo anno ricorre il sessantennale della morte), della signora Daniela, figlia di Mario Garbuglia, noto ed importante scenografo di teatro e di cinema con Luchino Visconti (Rocco e i suoi fratelli e Il Gattopardo), e di Giovanni, nipote del celeberrimo Adolfo De Carolis, del quale, come per alcuni tra gli altri artisti, si è presentata nella mostra monografica anche più di un’opera.

Tutto questo a dimostrazione dell’attualità e di un ancora significativo «sguardo curioso del Premio Marche sull’arte contemporanea, come su un’opera d’arte ancora non finita, che dagli occhi di tutti coloro che vorranno approfittarne si trasforma in uno sguardo (per forza di cose sempre sospeso), sullo stesso Premio Marche, come per questa Edizione sembra metaforicamente emergere dalle finestre illuminate che disegnano le luci della notte in Urbino», ha scritto il coordinatore Stefano Tonti sul catalogo che ha impreziosito e completato la mostra.

Accanto e in corpo alla storica e sempre illuminante ricognizione sugli artisti marchigiani promossa dalla Biennale conclusasi il 22 gennaio scorso, è ancora in corso la mostra monografica Aspetti del disegno negli artisti marchigiani del 900, visitabile fino al 26 febbraio 2023 e allestita nella Galleria Civica Albani.

La mostra pone lo sguardo sulle dinamiche espressive che nel Novecento il disegno ha assunto nelle Marche, un disegno rivisitato in molte delle sue accezioni, in veste di strumento progettuale, documentario e in relazione agli ambiti della scultura, della pittura, dell’incisione e della scenografia.

Inoltre, durante l’intero periodo della mostra si è svolta anche un’intensa attività didattica fatta di visite guidate con le scolaresche e con gli studenti urbinati, particolarmente vicini per tradizione alle dinamiche del disegno per la grafica d’arte, che hanno così avuto modo di apprezzare i contenuti poetici e formali della mostra monografica.

In conclusione la presente Rassegna ha avuto il riconosciuto merito di riaffermare il Premio Marche come quell’appuntamento espositivo di studio e ricerca allo stesso modo di come nel passato era stato anche per l’allestimento di mostre monografiche e antologiche nel primo decennio (Mentore Maltoni nel 1956, Sandro Gallucci nel 1961, Virgilio Guidi, Umberto Peschi e Giorgio Spinaci nel 1962, Camillo Caglini nel 1963, Manlio Marinelli nel 1964, Edgardo Mannucci e Walter Piacesi nel 1967, Osvaldo Licini nel 1960, Lorenzo Viani nel 1962, Luigi Bartolini e Felice Casorati nel 1963, Giorgio Morandi, e la mostra Posizioni nell’arte contemporanea curata da Giuseppe Marchiori nel 1964, Anselmo Bucci nel 1966), fino all’organizzazione di uno storico Convegno dell’epoca, Arte e critica oggi in Italia, tenuto ad Ancona in occasione dell’Edizione nazionale del 1967 al quale parteciparono Umbro Apollonio, Vito Apuleo, Luigi Lambertini, Giuseppe Marchiori, Giuseppe Pensabene, Marcello Venturoli, Giulia Veronesi e Pietro Zampetti.

Come accade altrettanto negli anni Novanta, con la monografica di Giuliano Vangi nel 1990, la mostra Artisti delle Marche: pittura e scultura dal 1909 al 1939 nel 1991, le mostre di Eliseo Mattiacci nel 1993, Osvaldo Licini nel 1994, Alberto Burri nel 1995/’96, Arnoldo Ciarrocchi nel 1996, la retrospettiva I primi anni di Carlo Maria Mariani nel 1997, la mostra Segno, forma struttura nell’arte delle Marche fra il 1940 e il 1959 nel 1998, Philippe Artias e Josè Guevara nel 1998, Manlio Marinelli e una antologica di Omar Galliani nel 1999.