Vicenda Covid-19, salgono i contagi presso la Clinica Santa Maria del Pozzo?

SOMMA VESUVIANA. Per correttezza professionale stiamo raccogliendo le parole dei protagonisti: dal sindaco Di Sarno, intervistato lo scorso 25 aprile, ai vari testimoni che (volontariamente) hanno deciso di illustrare il proprio punto di vista. Abbiamo inviato una Pec all'avvocato Terraciano e lo abbiamo cercato telefonicamente presso la Clinica. Ma, sino ad ora, nessuna risposta.

Vicenda Covid-19, salgono i contagi presso la Clinica Santa Maria del Pozzo?

Una cosa è certa: i pazienti della Clinica di Somma Vesuviana da molti mesi non ricevono le visite dei propri familiari. Parliamo di pazienti in regime di degenza presso la struttura. Il numero dei contagiati è salito a ventitré, come ha scritto il FattoVesuviano? Dal comunicato stampa dell'avvocato Terraciano, amministratore delegato della Clinica Santa Maria del Pozzo, inviato agli organi di informazione (tranne che alla nostra Testata), abbiamo appreso come lo stesso abbia risposto alle notizie pubblicate sui pazienti giunti presso la struttura Covid-19 di Boscotrecase, ricoverati a seguito del contagio.

I medici della struttura di Boscotrecase, come si legge nell’articolo pubblicato da Metropolis, firmato dal collega Salvatore Piro, avrebbero riscontrato alcuni segni sui corpi dei degenti. Le presunte piaghe avrebbero fatto scattare un’indagine da parte della Procura. E non è mancata un’ispezione da parte dell'Asl presso la Clinica dove sarebbero stati sentiti medici e personale paramedico. Gli ispettori avrebbero prelevato anche degli incartamenti.

Nella sua nota, l'amministratore delegato Terraciano, ha ribadito che la struttura è un’eccellenza e che all'interno vi è un reparto dedicato alla cura delle piaghe da decubito, patologia che colpisce i pazienti in lunga degenza. Noi non mettiamo in dubbio le sue parole, fino a prova contraria. Quindi la notizia riportata è totalmente falsa? Possiamo avere queste risposte? È possibile porre queste domande? Per correttezza professionale stiamo raccogliendo le parole dei protagonisti: dal sindaco Di Sarno, intervistato lo scorso 25 aprile, ai vari testimoni che (volontariamente) hanno deciso di illustrare il proprio punto di vista. Abbiamo inviato una Pec all'avvocato Terraciano e lo abbiamo cercato telefonicamente presso la Clinica. Ma, sino ad ora, nessuna risposta.

 Oggi si attendono i dati ufficiali dell'Asl Napoli 3, come annunciato dal sindaco Di Sarno. Dopo circa dieci giorni dal primo contagio il primo cittadino non ha emesso alcuna misura di prevenzione.

C’è poi la questione dipendenti. Tra i positivi ci sono anche loro ed ora questi soggetti sono in quarantena obbligatoria. La restante parte del personale dovrebbe essere risultato negativo. Anche perché sono regolarmente e giustamente al lavoro. Loro non hanno alcuna responsabilità visto che, in caso contrario, solo la direzione sanitaria della clinica o un'ordinanza può lasciarli a casa.

Il sindaco Di Sarno ha ribadito più volte che la Clinica non la chiude. È giusto precisare che ogni uomo o donna dipendente della Clinica deve essere tutelato, anche perché ogni dipendente ha famiglia e finché non si avranno i dati certificati della negatività al Covid-19 la paura rimane.

 

Nuova testimonianza di un cittadino di Somma Vesuviana

Questa mattina il servizio di ecologia si è recato presso l’abitazione di un residente per ritirare la carta. Il lavoratore, tramite citofono, ha chiesto se vi erano stati casi di Covid-19 o se la persona lavorasse presso la Clinica oppure se fosse stato alla Clinica nell'ultimo periodo. La persona ha riferito all’operatore di aver fatto degli esami diagnostici presso la struttura. E, come è stato riferito dal cittadino, l’operatore ha fatto una telefonata. Con chi ha parlato?

Dopo la conversazione telefonica ha informato che non poteva ritirare la carta, poiché non era nei sacchi neri dell’indifferenziato, cosa che non avviene nella normalità, specificando che, a breve, sarebbe stata notificata la quarantena da parte della Polizia locale. Abbiamo chiamato il Comando dei Vigili Urbani di Somma Vesuviana per avere un riscontro. La notizia è stata confermata: «Sì, stiamo notificando». 

Ma a Somma Vesuviana questo tipo di comunicazione arriva tramite operatore ecologico?

Dobbiamo precisare che la persona in questione aveva avuto sintomi compatibili da Covid-19 ed aveva già avvisato il proprio medico curante, attivando tutte le procedure. Aveva, inoltre, chiamato il 118 che si era recato presso l'abitazione ma, dopo aver letto i risultati degli esami, gli operatori sanitari si erano limitati a misurare la saturazione.

La persona ha chiesto più volte, ma invano, di essere sottoposto a tampone. Ricapitoliamo: il soggetto ha fatto gli esami, si è messo in auto-quarantena da solo (da più di venti giorni) ed ora qualcuno lo vorrebbe mettere in quarantena obbligatoria.

Ma esiste un pericolo per i cittadini che hanno frequentato la Clinica? Qualcuno avrà la delicatezza di rispondere?

La persona è in attesa della notifica per tutelare i propri diritti. Noi seguiremo la vicenda.

 

Aggiornamento ore 18:30

Avevamo scritto di un cittadino che stamane si era visto comunicare da un operatore della ditta Ecologia Urbana la notizia che sarebbe stato messo in quarantena obbligatoria, poiché si era recato ai primi di aprile presso la diagnostica della Clinica Santa Maria del Pozzo.

Alle ore 17:00 circa, la persona in questione ha ricevuto una telefonata dal personale comunale. Il suo nominativo, questa la spiegazione, era finito per errore nella lista, poiché - come avevamo già scritto - erano trascorsi più di 20 giorni senza che la persona avesse sintomi. Ricordiamo che la stessa persona ha seguito tutti i protocolli sanitari.

Forse qualcuno, al Comune, ha letto il nostro articolo e avrà capito che quest'ordinanza sarebbe stata inutile. Ora speriamo che la lista in questione, al più presto, sia aggiornata.

 

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