Cassata: «Dobbiamo rompere il muro del silenzio»

DIAMO VOCE. Il Concorso a Fumetti e la cultura della legalità. Per il presidente dell'Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli: «Negli anni passati il nostro impegno era rivolto agli adulti, soprattutto per parlare della Trattativa Stato mafia. Ma stavamo perdendo tempo. E allora siamo entrati nelle scuole.»

«I ragazzi sono assetati di questi argomenti, di queste storie. Con questo concorso abbiamo dato una opportunità ai ragazzi e ai docenti per parlare delle mafie». Abbiamo incontrato il presidente Cassata (Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli) per parlare di un progetto che da due anni sta coinvolgendo le scuole italiane. Un concorso certificato dal Miur per ricordare Attilio Manca (medico di Barcellona Pozzo di Gotto trucidato a Viterbo) e tante altre vittime della criminalità organizzata.

«Abbiamo raccolto oltre 400 adesioni. Questo significa che c'è fame di conoscenza. Abbiamo raccolto una valanga di emozioni che ci arrivano dagli studenti e dai docenti. Ci arrivano storie che non si conoscevano. Questo concorso ha risvegliato la memoria.»

 

Paolo De Chiara intervista Pino Cassata

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