La morte non ha spento l'arte e la speranza di Dalisi
RIFLESSIONI DA UN FUNERALE. «Non è un caso che questa omelia si sia inserita nel ricordo di Riccardo Dalisi che con la arte si è posto in una condizione di riciclare materiale di scarto dando un esempio importante di un diverso modo di vivere.»
Sono stato al funerale di Riccardo Dalisi, artista napoletano molto famoso per aver creato una scuola ed una strada di arte povera basata sul riciclo di materiale di scarto.
Le sue opere sono luminose, semplici e piene di fantasia e creatività.
Il rito era officinato da padre Zanotelli, grande amico di Dalisi. Con lui e la moglie aveva avviato molte attività nel quartiete Sanità per i giovani di quei luoghi. Forse non è un caso che quel quartiere sta lentamente risorgendo a nuova vita.
Non sono credente ma le parole della sua omelia mi hanno coinvolto profondamente. Ha parlato della guerra in Ucraina, ha ricordato che nel mondo attualmente ci sono 30 guerre in atto, ha ricordato la massa dei migranti che generiamo con i nostri comportamenti, le migliaia di morti ricollegate alle guerre, all'emigrazione, allo spreco del cibo. La guerra è sempre morte distruzione e violenza gratuita.
Ha ricordato i danni che stiamo procurando alla Terra con il nostro agire e che stiamo distruggendo questo dono meraviglioso che Dio ci ha dato.
C'era una sofferenza reale che sprigionava dalla sua voce ed ha esortato tutti ad attivarci perché rischiamo realmente di scomparire per questi giochi di guerra o/e per il disastro climatico che generiamo con i nostri comportamenti.
Non è un caso che questa omelia si sia inserita nel ricordo di Riccardo Dalisi che con la arte si è posto in una condizione di riciclare materiale di scarto dando un esempio importante di un diverso modo di vivere.
Accendendo la TV vedo solo propaganda di odio che si vuole instillare, il tentativo di dividere il mondo tra buoni e cattivi come se in una guerra ci potessero essere atteggiamenti che non comprendano violenza, sopraffazione e macerie da tutte le parti belligeranti.
Cerchiamo di non cadere in questi giochi di propaganda ed attiviamoci tutti per uscire insieme da questo inferno. Se la corda si spezza nessuno si salva ed il popolo ucraino verrà sacrificato in questa guerra fatta anche per procura.
Lucio Pastore
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